L’odierna misura cautelare costituisce esito di un articolato impegno investigativo coordinato da questa Procura e condotto dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria
Il monitoraggio tecnico di amministratori locali ha indotto a focalizzare l’attenzione verso il settore dell’imprenditoria, in particolare all’indirizzo di AZZARÀ Rosario, imprenditore operante nel settore dei rifiuti con la passione per la politica, titolare della ditta “ASED srl” con sede a Melito Porto Salvo. Il remunerativo settore della raccolta rifiuti è emerso fondarsi su un meccanismo di aggiudicazione degli appalti sulla scorta del quale alcune società, riunitesi in un cartello di imprese, sono riuscite a creare di fatto un regime di monopolio, forti del sostegno derivante dalla criminalità organizzata locale. Ne sono prova i rapporti intrattenuti da AZZARÀ Rosario, a cui si contesta il concorso esterno in associazione mafiosa, con esponenti di primo piano della cosca “IAMONTE”, egemone nel comprensorio di Melito Porto Salvo, che hanno reso possibile, nel corso degli anni, il consolidamento in posizione leaderistica della propria azienda. L’ASED di AZZARÀ Rosario inoltre, ormai affermatasi nel basso ionico reggino, avvalendosi della collaborazione di imprenditori di pari spessore criminale e spregiudicatezza, sarebbe riuscita ad affermarsi anche nei comuni dell’area tirrenica, forte dell’appoggio di CICCONE Carmelo, già amministratore unico della RA.DI.srl,, e dell’alto ionio reggino, tramite la ZETAEMME sas di STRATI Maria Rosa, società che è emerso essere riconducibile a ZOCCOLI Giuseppe Saverio. Il regime di monopolio instaurato da ASED è risultato essere frutto dell’appoggio garantito dalle organizzazioni mafiose che condizionando l’azione amministrativa degli enti locali, sono riuscite a far aggiudicare gli appalti per il conferimento del servizio di raccolta e trasporto rifiuti all’azienda di AZZARÀ. Di contro, AZZARÀ ricompensa la cosca assumendo in azienda il personale segnalatogli oppure, come accertato in alcune circostanze, contribuendo alle spese legali cui i familiari degli affiliati detenuti devono far fronte.
Le conversazioni telefoniche ed ambientali captate sono esplicative dell’esistenza di un meccanismo sulla base del quale gli imprenditori si spartiscono gli appalti spesso con il beneplacito delle amministrazioni comunali che gli imprenditori ottengono barattando qualche posto di lavoro. Il sostegno di politici, dirigenti pubblici e liberi professionisti corrotti ha consentito a AZZARÀ di creare un canale privilegiato e di stringere rapporti rivelatisi molto proficui in particolare con l’amministrazione provinciale di Reggio Calabria in seno alla quale egli risulta che annoveri molte conoscenze influenti, non ultima quella dell’Ing. BARBARO Carmelo, già responsabile del Settore Ambiente dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria nonché abituale componente della commissione giudicatrice istituita presso la Stazione Unica Appaltante Provinciale, competente alla valutazione delle offerte presentate dalle ditte concorrenti alle gare d’appalto. L’attività info-investigativa che ha interessato diversi comuni della provincia reggina ha permesso di addivenire ad alcune conclusioni, supportate da significativi dati oggettivi, in merito all’esistenza di una sorta di circolare rapporto “a tre” tra politica, imprenditoria e cosca mafiosa, in cui la prima in cambio di appoggio concede favori, la seconda cresce grazie all’influenza mafiosa ed alla politica collusa, e la terza rafforza il suo radicamento nel tessuto politico ed economico. Ecco che in tale ottica diviene consuetudine che l’amministratore e/o il funzionario del Comune che garantisce l’affidamento del servizio all’ASED srl segnali ad AZZARÀ Rosario il personale da assumere: dette assunzioni sono da intendersi, alla stregua dell’elargizione di somme di denaro, come il compenso pattuito per l’affidamento del servizio. Il monitoraggio di AZZARÀ Rosario ha evidenziato come l’iter di aggiudicazione degli appalti per la raccolta ed il trasporto rifiuti nei comuni della provincia reggina non sempre sia stato “cristallino” e come gli stessi amministratori comunali che interagiscono con ASED abbiano in più circostanze agito perseguendo interessi personali piuttosto che a tutela della collettività. In tale contesto risultano destinatari di provvedimento cautelare il Sindaco di Bova Marina CRUPI Vincenzo Rosario (AA.DD.), il Vicesindaco del Comune di Brancaleone BENAVOLI Giuseppe (AA.DD.), l’Assessore con delega a “Arredo urbano, ambiente e territorio” del Comune di Brancaleone ZAPPIA Alfredo (AA.DD.), l’ex Sindaco del Comune di Melito Porto Salvo IARIA Giuseppe (AA.DD.), l’Assessore con delega a “Sport, turismo, spettacolo, affari generali e legali, arredo urbano, rapporto con le associazioni e politiche per i gemellaggi” del Comune di Condofuri TRAPANI Salvatore (obbligo di presentazione alla P.G.).
In ordine ai rapporti stretti da AZZARÀ con le singole amministrazioni comunali, nei cui ambiti giurisdizionali l’ASED risulta essersi aggiudicato il servizio di raccolta e trasporto rifiuti, rilevano quelli instaurati rispettivamente presso: – Comune di Bagaladi Gli ottimi rapporti che AZZARÀ risulta aver instaurato con BORRELLO Carmelo, destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare che ha interessato la cosca PAVIGLIANITI (“ULTIMA SPIAGGIA”) da cui si evince essere al servizio della cosca e nei giorni scorsi condannato a 12 anni di reclusione, si sono rivelati determinanti nell’aggiudicazione di alcune commesse relativamente ai comuni di Brancaleone e Bagaladi, ove il BORRELLO risulta aver svolto le mansioni di capo area tecnica. L’ASED infatti risulterà aggiudicataria dell’appalto. – Comune di Palizzi Dall’attività di intercettazione è emerso come AZZARA’ Rosario abbia concesso al Sindaco SCERBO Arturo Walter – che la riceveva in ragione dell’esercizio delle sue funzioni e dei suoi poteri – l’indebita utilità di poter indicare soggetti da assumere presso la ASED s.r.l., così garantendosi lo stabile asservimento del citato pubblico ufficiale agli interessi propri e della propria azienda, da realizzarsi attraverso l’impegno permanente a compiere od omettere una serie indeterminata di atti ricollegabili alla funzione esercitata (quali ad esempio l’affidamento da parte del Comune di Palizzi di lavori e commesse alla ASED s.r.l.), accordo che non si concretizzava per la contraria volontà dell’AZZARA’ di assumere tale FOTI di Palizzi, indicato dallo SCERBO, perché soggetto considerato non affidabile (la conseguente ipotesi delittuosa di tentata estorsione non consentiva richieste cautelari per i limitati margini edittali). – Comune di Bova Marina CRUPI Vincenzo Rosario, sindaco del Comune di Bova Marina, sulla scorta delle risultanze investigative assunte è ritenuto pienamente inserito nell’eterogeneo sodalizio criminale, oggetto delle indagini, in cui coesistono imprenditori, amministratori comunali, funzionari pubblici ed appartenenti alla ‘ndrangheta con l’unico fine comune di trarre profitto dagli appalti pubblici. Le conversazioni ambientali registrato che coinvolgono CRUPI documentano come egli abbia contribuito attivamente alle turbative d’asta, barattando l’assunzione di parenti ed amici con l’affidamento dei servizi comunali.
Dal contenuto dei dialoghi captati all’interno degli uffici dell’ASED si evince come CRUPI Vincenzo si sia adoperato, ancor prima che il bando di gara venisse pubblicato, affinché il servizio di spazzamento, raccolta, trasporto e conferimento in discarica dei rifiuti nel Comune di Bova Marina, venisse aggiudicato all’ASED srl. Inoltre l’assunzione di tale Demetrio si sarebbe rivelata di primaria importanza in quanto da ricondursi ad un pacchetto di voti che il sindaco CRUPI avrebbe ricevuto da elettori direttamente a lui riconducibili: alle rimostranze sollevate da FAMILIARI Gabriele il quale era consapevole della scarsa produttività di Demetrio, CRUPI avrebbe risposto richiamando, pur se non esplicitamente, il cospicuo numero di voti da lui garantiti. – Comune di Rizziconi AZZARÀ confessa di avere corrisposto la somma di cinque milioni di lire ad un assessore del comune di Rizziconi, successivamente all’aggiudicazione di una gara d’appalto. – Comune di Condofuri L’amministrazione comunale di Condofuri, affida il servizio di pulizia spiaggia ad ASED srl, il cui amministratore, esperto conoscitore delle logiche clientelari, invita FAMILIARI Elio, suo dipendente, a prendere contatti con l’Avvocato TRAPANI Salvatore, assessore del Comune di Condofuri, ed invitarlo presso la loro sede con il pretesto di conoscerlo ed affinché possa indicare i nominativi del personale da assumere. Dall’attività di intercettazione è emerso come AZZARÀ Rosario avrebbe assicurato agli assessori del Comune di Condofuri, BARRECA e TRAPANI l’assunzione di qualche loro amico a titolo di corrispettivo per l’affidamento del servizio di pulizia spiaggia. – Comune di Brancaleone. BENAVOLI Giuseppe e ZAPPIA Alfredo, rispettivamente vicesindaco e assessore po tempore del comune di Brancaleone, risultano essere tra gli amministratori che hanno stretto un patto con AZZARÀ barattando l’affidamento diretto del servizio di raccolta e trasporto rifiuti con l’assunzione in azienda di parenti ed amici. La procedura osservata si presenta, infatti, densa di aspetti oscuri e poco cristallina. Infatti, il servizio era inizialmente svolto dalla Locride Ambiente, società a partecipazione mista con sede legale a Siderno (RC), che però, per ragioni non meglio potute accertare, nella seconda metà dell’anno 2013, avrebbe manifestato la propria intenzione di non voler proseguire il servizio, che viene affidato pertanto all’ASED srl a termine di una procedura che, per quanto in linea con il disposto del codice degli appalti, presenta molti lati oscuri. Inoltre, in contemporanea con la determina che ha affidato il servizio all’ASED, la stessa azienda ha avviato una serie di procedure di assunzione a beneficio di alcuni residenti nel comune di Brancaleone. E’ emerso altresì come MARINO Domenico Giuseppe, assessore all’Ambiente ed al Territorio pro tempore del comune di Brancaleone, abbia esercitato delle pressioni su AZZARÀ Rosario al fine di favorire l’assunzione in ASED di un suo parente, STELLITANO Domenico. Dalle indagini, infine, è emerso che Azzarà costringeva gli operai ad accettare di percepire, a titolo di stipendio, somme di denaro nettamente inferiori rispetto a quanto indicato nella busta paga, sotto minaccia del licenziamento.
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