Referendum Costituzionale, spopola sui social network la clamorosa bufala delle “matite cancellabili”
Il giorno del voto per il Referendum Costituzionale è caratterizzato dall’ennesima clamorosa bufala: dalle scie chimiche ai vaccini, dai terremoti con la magnitudo taroccata alle elezioni con le matite cancellabili. Ormai in Italia non c’è giorno che passa ed evento che si verifica senza essere accompagnato da incredibili bufale che nascono per caso e vengono alimentate dalla diffusa ignoranza. Oggi il “caso” delle matite è scoppiato dopo la denuncia cantautore toscano Piero Pelù che ha innescato la miccia su facebook pubblicando copia della denuncia presentata al seggio e scrivendo: “La matita che ho usato per votare era cancellabile. Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato ho denunciato la cosa al presidente del mio seggio. Fatelo pure voi e’ un vostro diritto! #DavideConGolia #Euto’pia“. Un tipico messaggio vittimistico contro chissà quali poteri che farebbero chissà quali imbrogli. L’ultima frontiera della teoria del complotto.
In realtà è normale che il segno delle matite copiative si cancelli sulla carta comune, mentre sulla scheda elettorale in carta porosa non può essere in alcun modo cancellato e, anzi, se qualcuno prova a cancellarlo, rimane anche il segno del tentativo di cancellazione.
Le matite cosiddette “indelebili” elettorali sono in realtà “matite copiative“, come ha spiegato il produttore, Faber-Castell: sono destinate esclusivamente al voto sulla scheda elettorale. E’ normale che il segno si cancelli su carta comune, non può essere cancellato sulla scheda elettorale.
Le matite copiative sono composte da un impasto di colorante solubile in acqua (blu di metilene o violetto di metile), misto a talco e a un collante (gomma adragante) che conferisce resistenza. Sono adatte per votare perché sulla carta porosa delle schede elettorali non sono cancellabili. Quindi non è possibile compiere brogli alterando le schede già votate. Inoltre, essendo le matite uguali per tutti, non è possibile identificare l’elettore dal tratto che compare sulla scheda, garantendo anche così la segretezza del voto. Non si vota con le penne semplicemente perchè quando è nata la democrazia le penne non esistevano, si votava con le matite e si è sempre continuato a votare con le matite.
Il ministero dell’Interno, in media ogni anno, ne acquista un certo numero, basandosi sul fabbisogno storico, per rifornire i depositi ed essere in grado di rifornire le Prefetture man mano che manifestano il loro fabbisogno. Il Viminale, per stoppare gli allarmismi, ha spiegato in una nota che quest’anno ha acquistato 130mila matite. Di queste, quest’anno ne sono state distribuite circa 80mila per il referendum costituzionale, mentre altre richieste, da parte delle Prefetture, sono state soddisfatte per il referendum sulle trivelle e in occasione delle elezioni amministrative. Le Prefetture possono utilizzare anche le matite che sono rimaste in deposito dagli anni precedenti. Si utilizzano matite prodotte dal Faber-Castell almeno da cinque anni.
Ogni Prefettura custodisce le matite con tanto di corpo di guardia sino alla distribuzione in occasione delle elezioni. Dunque nessuno può sostituirle e o manometterle.
Inoltre – anche volendo – non sarebbe neanche possibile cancellare il segno sulla scheda, perchè non ci sarebbe modo e tempo: alle ore 23:00 non appena saranno completate le operazioni di voto, le schede saranno tirate fuori dall’urna sigillata (impossibile da manomettere) e immediatamente inizierà lo spoglio a cui partecipano tutti i componenti del seggio, che sono il Presidente nominato dalla Corte d’Appello, gli scrutatori nominati dai Comuni e i rappresentanti di lista nominati dai partiti, tutta gente che non si conosce e che nel caso dei rappresentanti di lista, è certamente di posizioni opposte e sta lì a garantire il regolare svolgimento dello spoglio ed eventualmente a contestare schede controverse. Inoltre lo spoglio è pubblico, ogni elettore può assistere alle operazioni nella propria sezione fino alla definitiva compilazione del verbale.
Niente paura, quindi: l’Italia è una grande democrazia ed è estremamente difficile che possano verificarsi brogli elettorali, se non in casi isolati e perseguibili per legge come reato gravissimo. La storiella delle matite che non cancellano è una bufala clamorosa, l’ennesima di una stagione culturalmente drammatica. Il nuovo Medioevo, dove basta una fesseria sui social network che l’ignoranza del popolino la fa diventare virale. Troppo difficile leggere, informarsi e studiare. Addirittura il Codacons ha annunciato che domani presenterà un esposto al Ministero dell’Interno e a 140 Procure della Repubblica di tutta Italia. Tra i politici, Salvini e i suoi stanno scioccamente cavalcando quest’assurdità. Adesso aspettiamo l’interrogazione parlamentare di qualche grillino e poi il quadro sarà completo.
Povera Italia.