Secondo la WWW- La Calabria gli enti pubblici hanno dimenticato ancora una volta le donne
Tocca, quindi, ricordare l’impraticabilità di una simile composizione, che non solo viene a ledere il principio delle pari opportunità sancito a tutti i livelli normativi, traducendosi in una odiosa forma di discriminazione, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale, ma soprattutto appare ancora più ingiustificata alla luce della considerazione per cui la nomina di almeno un componente per genere non può essere in alcun modo derogata dalla eventuale assenza di candidati in una delle categorie selezionate. Tanto più che, in questo caso, l’organismo non si era ancora neppure insediato, obbligando la Regione alla ripetizione della procedura. Nessun dubbio sulla professionalità dei componenti nominati, eppure, appare francamente impossibile credere che dalle selezioni non siano emerse candidature femminili idonee, ulteriori a quella della componente designata e poi surrogata, perché, se così fosse, non sarebbe che l’ennesima conferma della esistenza del “tetto di cristallo” che impedisce alle donne il raggiungimento delle cariche più elevate. Se non si sono registrate candidature femminili in numero sufficiente, anche provenienti dall’esterno, se ne deve dedurre che è mancata una adeguata diffusione della selezione stessa. Non è tollerabile questo ennesimo attacco alla parità di accesso alle mansioni lavorative più elevate, specie se compiuta da una pubblica amministrazione che, tra i propri doveri istituzionali, la garanzia delle pari opportunità tra uomini e donne per l’accesso al lavoro ed il trattamento sul lavoro, in un momento in cui la presenza delle donne, sotto il profilo occupazionale, appare schiacciata tra i ruoli tradizionali di accudimento e l’ambizione alla realizzazione professionale, nella cronica carenza di strumenti di conciliazione e di seria eliminazione del divario di genere nel mondo del lavoro.
L’amministrazione deve impegnarsi, può impegnarsi, e fare meglio di così. Se davvero vi è stata una discriminazione, deve essere rimossa e corretta prima possibile dagli enti competenti, affinché non passi il messaggio di un’amministrazione che tutela le donne solo a parole, per poi “dimenticarsene” nei fatti. Presidente, la invitiamo ad agire subito!“, conclude WWW donne.