Massoneria, Di Bernardo: “mi sono dimesso appena saputo che 28 logge erano in mano alla ‘ndrangheta”

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“Ho saputo di un traffico di armi dal Gran segretario e Gran maestro onorario della Gran Loggia nazionale francese una volta in cui mi trovavo a Parigi. Mi disse che il mio predecessore era andato a fornire armi. Per i francesi questa era una ingerenza e vi era irritazione. Ho fatto alcune indagini interne e le mie inchieste hanno confermato tutto”. Lo ha detto Giuliano Di Bernardo gia’ Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, parlando davanti alla Commissione parlamentare Antimafia che lo ha convocato per una audizione a testimonianza. “Ho informato le autorita’ nel momento in cui c’e’ stata l’inchiesta, prima non avrebbe avuto senso – ha riferito – ho dato al procuratore Cordova tutte le informazioni che avevo”. Alla Bindi, che gli ha letto un verbale secondo il quale Ettore Loizzo (morto da alcuni anni), a quel tempo suo Gran Maestro aggiunto, gli disse che su 32 logge calabresi, 28 erano controllate dalla ‘ndrangheta e che non potesse fare nulla se non rischiando gravi ritorsioni, Di Bernardo ha risposto che “queste sono state le sue parole, che mi hanno convinto a dimettermi”. “Noi non abbiamo potuto farci nulla, abbiamo dovuto subire questa situazione, mi disse Loizzo”, ha proseguito l’ex Gran maestro del Goi. “E quando ho chiesto cosa pensassero di fare, non mi hanno risposto nulla. Di qui la mia decisione di dimettermi“, ha concluso. “Durante il periodo in cui sono stato Gran Maestro ho abbattuto una sola loggia, la Colosseum di Roma, che era stata costituita subito dopo la liberazione d’Italia e in cui affluivano gli agenti della Cia, era una loggia ad hoc. Non potevo tollerare una loggia che era nata per queste ragioni e che continuava a muoversi per questo. Ho trovato un motivo formale e l’ho chiusa“, ha risposto alla presidente dell’Antimafia Rosy Bindi che ha posto una serie di domande.

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