Antonino Fazio scrive a Striscia la Notizia riguardo il servizio di qualche giorno fa allo Scatolone di Reggio Calabria
Antonino Carlo Fazio, figlio del Colonnello Cosimo Fazio, morto il 15 agosto 2013 da Comandante dei Vigili Urbani di Reggio Calabria in servizio al porto per gestire le operazioni di sbarco di un’imbarcazione di immigrati, scrive a Striscia La Notizia dopo il servizio di qualche giorno fa. Ecco il testo integrale della lettera:
“Alla cortese attenzione del Dott. Antonio Ricci
Caro Dott. Ricci,
chi le scrive è un cittadino che segue da anni la sua trasmissione, che ha sempre dato il giusto merito ad un servizio che lei e i suoi collaboratori offrite alla collettività, smascherando e ponendo l’attenzione su situazioni che troppo spesso non vengono attenzionate come dovrebbero, ma credo che questa volta, invece di fare informazione, si è cercato, magari non volendo, di denigrare una città ed i suoi cittadini in maniera indegna e soprattutto ingiusta. Ho atteso sino ad oggi per inviarle questa lettera, perché speravo che ciò venisse fatto da chi amministra la mia città, ma probabilmente o avranno sottovalutato la gravità della cosa o forse (cosa peggiore) l’amore che io nutro per la mia città non è lo stesso del nostro primo cittadino e dei suoi collaboratori. Sono un cittadino di Reggio Calabria, uno che non è nato qui e che per campanilismo difende a spada tratta la propria città, ma uno che ci è arrivato nel lontano 1993 e d’allora ha imparato ad apprezzarla, criticarla, ma soprattutto amarla; quell’amore che è insito in ogni cittadino di questa città, quell’amore (ferito) che troppo spesso accompagna i cittadini della stessa a doverla abbandonare per cercare lavoro altrove; una città d’amare perché piena di problemi e criticità e per la quale tutti noi, giornalmente cerchiamo di fare il nostro meglio per migliorarla e di sicuro il servizio andato in onda in merito ai migranti, della sua inviata Rajae Bezzaz non solo offende la dignità e l’onorabilità dei cittadini tutti, ma altera una situazione che non è affatto come quella che si è cercato di mostrare nel servizio citato prima o non spiega il perchè di certe situazioni. Vede, caro Dott. Ricci, sentire la sua inviata dire che Reggio Calabria si pone all’ultimo posto di un’ ipotetica classifica di accoglienza dei migranti è inaccettabile per una serie infinita di motivi, ma voglio citargliene giusto alcuni: è inaccettabile perchè geograficamente noi non siamo posti in un entroterra, tipo Padova, Pordenone o Milano, dove è possibile innalzare ipotetici muri e respingere e tenere fuori dalle mura della stessa i suddetti migranti, Reggio Cal. è una citta posta sul mare e quando arrivano i barconi carchi di migranti non puoi rimandarli al mittente o annegarli, non hai altra scelta che accoglierli e Dio solo sa l’impegno di tutti i volontari che, gratuitamente, rischiano il contagio di malattie e assistono a scene davvero poco edificanti, per soccorrere e accogliere questi poveri disperati, alla luce anche della criticità economica e di strutture che la nostra città vive, a differenza di altre città che, benchè abbiano molti piu’ mezzi di noi, si macchiano di atteggiamenti al limite del razzista rifiutando ogni tipo di aiuto; si può discutere sul come vengano sistemati in luoghi che dovrebbero ospitarli per poco tempo e invece ci rimangono per mesi, beh, siamo d’accordo, ma credo che questo sia un problema che a tutt’oggi nemmeno l’Europa sia riuscita a risolvere, quindi imputare ciò alla città di Reggio Calabria lo ritengo al quanto stupido e riduttivo, anche alla luce di una cattiva gestione comunale che probabilmente non ha saputo trovare una soluzione migliore a quella vista nel video, non sto a sindacare questo, ma davvero mi sembra troppo poco per declinare una serie di cattiverie nei confronti della città dello stretto e dei suoi cittadini. Mi creda, ho visto e rivisto piu’ volte quel video e le posso garantire che fa molto male sentire le parole della sua inviata, fanno molto male alla luce delle difficoltà che viviamo in questa città già senza il peso degli immigrati, perchè forse non sa che qui da noi in Calabria dobbiamo sempre faticare il doppio per ogni cosa e forse per questo ci dicono che abbiamo la testa dura, perchè sin da piccoli siamo abituati a lottare contro tutto e tutti; pertanto ritengo che da parte sua e della sua trasmissione ci sia il bisogno di scusarsi, scusarsi con tutta la comunità reggina, con tutti i volontari che lavorano nell’ombra, lontano dai riflettori e senza alcune remunerazione, scusarsi con gli uomini in divisa che s’impegnano al massimo ogni qual volta avviene uno sbarco, affinchè l’ordine pubblico sia rispettato e tra questi le scuse agli agenti della Polizia Municipale, che operano in condizioni difficili, con pagamenti d’indennità arretrate e molti altri disagi che non sto qui a spiegarle ma nonostante tutto sempre in prima linea per aiutare chi arriva da lontano, scusarsi per aver cercato d’infangare il buon nome dei calabresi e……credo che, delle scuse, lei le debba anche a me personalmente ed alla mia famiglia, perché chi le scrive è il figlio di un Colonnello dei Carabinieri che il 3 agosto del 2013 assunse il comando della Polizia Municipale di Reggio Calabria e il 15 agosto dello stesso anno, mentre si trovava a coordinare le operazioni di soccorso e accoglienza del primo storico sbarco avvenuto nella città di Reggio Calabria, morì proprio nell’adempimento del suo dovere. Forse la sua inviata non era al corrente di questa storia, forse la sua inviata voleva solo fare uno scoop senza pensare di far male col le sue frasi a chi, proprio a causa del fenomeno migratorio che da anni attanaglia il nostro paese, oggi si ritrova ad essere orfano di padre ed una moglie vedova. Ecco perché voglio provare a credere nella buona fede sua e della sua inviata, ma per poter essere certo di questo, io, come credo tutta la cittadinanza reggina, pretendiamo le sue scuse e quella della sua redazione; se così non dovesse accadere continueremo ad essere i soliti calabresi per bene e dal gran cuore, consci che potranno provare a denigrarci e dare un’immagine distorta di noi, ma solo chi ci conosce davvero sa il vero e grande valore della gente di Calabria.
Antonino Carlo Fazio“