Reggio Calabria, se questa è “riqualificazione”: dal sogno del waterfront di Zaha Hadid a un inutile parcheggio…

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Reggio Calabria, il progetto del Sindaco dopo la bocciatura del waterfront di Zaha Hadid e i tanti dubbi in merito

Dopo un conteggio alla rovescia fatto dal sindaco della città Falcomatà sulla sua pagina facebook, ieri è stato il fatidico giorno della presentazione e dell’inizio dei lavori di quello che è il primo progetto relativo agli ormai celeberrimi “Patti per il Sud“, ovvero la connessione tra illungomare Falcomatà e il Porto tramite la realizzazione di una grande scalinata, la riqualificazione di un piccolo parco urbano e la realizzazione di una pista ciclopedonale che finisce in un parcheggio HI-TECH, limitrofo allo scalo della Metromare. Un parcheggio enorme, di ben 300 posti auto.

Fin qui, per usare un eufemismo sportivo del grande Pizzul “TUTTO MOLTO BELLO“, ma facendo un passo indietro, ed analizzando la situazione con gli occhi di chi, in questa città ci è nato, la conosce e la vive ogni giorno sulla propria pelle, si capisce che quest’intervento pare essere un intervento in cui manca la “ciccia“, non tanto dal punto di vista estetico, bensì quanto dal punto di vista logistico e funzionale.

waterfront azione nazionale (4)Ma andiamo per gradi, l’idea di quest’intervento, non nata ieri, si è fatta largo dall’esigenza di collegare il Lungomare Falcomatà a quello che sarebbe dovuto essere il progetto, dell’oramai decessa “archistar” Zaha Hadid,  del museo del mare e della riqualificazione del waterfront della zona nord della città. Un intervento importante di “connessione” tra il centro della vita mondana ed economica al centro della vita turistica è culturale. Quello di Zaha Hadid era un progetto straordinario, in parte già finanziato con fondi europei dopo l’accordo siglato dall’allora sindaco Scopelliti e lo studio dell’archistar a Londra. Già solo quel progetto aveva dato lustro a Reggio Calabria rendendola famosa in tutto il mondo, figuriamoci la sua realizzazione cosa avrebbe potuto comportare. Ma già dallo scorso anno Falcomatà decise di bocciare quell’iniziativa, nonostante le richieste dello studio di Zaha Hadid che chiedeva al Sindaco quantomeno una spiegazione in merito alla bocciatura. Spiegazione che non ci risulta mai essere arrivata.

Zaha Hadid Regium Waterfront (10)Vista in quest’ ottica la parola “connessione” è perfettamente coerente con quella che sarebbe stata la filosofia del progetto, cioè unire due punti, che per moti economici, turistici, anche lavorativi, hanno la necessità di entrare in forte relazione tra loro. Così, ci sarebbero stati i motivi per andare da A a B e viceversa. Ora, l’attuale amministrazione comunale, ha deciso di rimodulare il “Decreto Reggio” e veicolare altrove i 50 milioni previsti per l’opera, ad altre “necessità” chiudendo tutte le porte a una futura realizzazione, salvo poi, notizia di queste ore, il sindaco Falcomatà  aprire uno spiraglio per il futuro per “Quando la città sarà pronta“.

reggio-riqualificazione-lungomare-nordIntanto il waterfront non c’è, ma (forse) ci sarà un parcheggio e una strada. Chi dovrebbero allora essere i fruitori dell’opera?  Ipotizziamo di trovarci sul lungomare cittadino in una bella giornata estiva, siamo all’arena Ciccio Franco, è sera e decidiamo di fare una bella passeggiata. Decidiamo di abbandonare il cuore della vita notturna a favore della tranquillità, ci avventuriamo verso nord, a un centro punto, alla fine della parte bassa del lungomare ci troviamo al buio (i parcheggi dietro il lido comunale, da anni, sono privi di illuminazione). Tra un sanpietrino mancate e qualche insidia nascosta nelle tenebre, costretti a farci luce con il cellulare, riusciamo ad arrivare a una scalinata, bella e sontuosa, in pietra di Lazzaro, che sorge lì dove una volta c’era una pizzeria. In cima alla scala, lì dove una volta c’era una frequentatissima braceria che intanto avrà fatto la stessa fine della pizzeria, troviamo tante gentili signorine che ci invitano a seguirle per quella che ci promettono essere la “svolta” della serata, ma noi siamo dei Signori, RIFIUTIAMO, ed andiamo avanti.

Imbocchiamo la pista ciclo pedonale, illuminazione a led, telecamere di sorveglianza, posto sicurissimo, soprattutto adesso che non c’è più il ristorante demolito. Ci troviamo a circa 100 metri dal mare, ma tra edifici e alberature, il mare, non si vede, però passiamo sulla nuova passerella costruita alla foce del torrente Annunziata. La foce di questo torrente, per intenderci, è tra i luoghi più inquinati, maleodoranti e degradate che il reggino abbia in memoria. Noi ci crediamo, andiamo avanti, nulla ci ferma e, finalmente ci siamo: eccoci nel meraviglioso parcheggio con alberi fotovoltaici. Ma come un parcheggio? E si, e poi, fine, il porto nel quale, non si può entrare, perlomeno, in bici o a piedi. Un parcheggio di 300 posti, utile si, ma di certo, non per chi vuole fare shopping in centro e forse neanche per i pendolari del Metromare, visto che, negli ultimi 10 anni, le corse sono stato dimezzate, come gli utenti, che sono costretti, in molti casi a sposarsi su Villa San Giovanni.

Sarebbe stato bello, sapere qual’è la posizione della capitaneria di porto, sul tema di accesso all’infrastruttura portuale, ma purtroppo, alla presentazione del progetto, non è stata invitata, ne ci sono tracce di un confronto cercato dall’amministrazione. Insomma che si è iniziato ieri? Che sia un percorso ciclo-pedonale che non porta da nessuna parte,che unisce nulla con nulla e che se, partendo dal centro cittadino  lo imbocchiamo, ci troviamo in un parcheggio limitrofo a un porto, nel quale, in  realtà, neanche si potrebbe accedere (almeno in base l’attuale segnaletica).

Eppure lì doveva sorgere un bellissimo waterfront di fama internazionale. Invece (forse) ci sarà quest’inutile parcheggio. Forse perchè tra espropri e ricorsi, i tempi di realizzazione saranno lunghissimi… E perdipiù, oltre al danno la beffa: ce lo spacciano come una grande, grandissima opera. Mah.

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