Aeroporto dello Stretto, il fallimento della politica delle piccole cose: adesso l’isolamento di Reggio e Messina è totale

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L’aeroporto dello Stretto è l’ultimo fallimento della “politica delle piccole cose”: Reggio Calabria e Messina rimangono completamente isolate, senza degni collegamenti stradali, ferroviari, marittimi e aeroportuali

stretto di messina cartina mappa (1)Il disastro dell’Aeroporto dello Stretto è sotto gli occhi di tutti, ma in realtà è soltanto l’ultimo drammatico tassello di una serie di fallimenti che hanno portato negli ultimi anni al completo e totale isolamento di un’area importante e nevralgica come quella dello Stretto di Messina: si tratta di due città gemelle separate da una manciata di chilometri di mare con un totale di oltre mezzo milione di abitanti, che supera abbondantemente il milione considerando l’hinterland. Ma non solo: ci sono i porti di Messina e Gioia Tauro, tra i più importanti dell’intero Mediterraneo, e i circuiti turistici che vanno dalle isole Eolie a Taormina in Sicilia e dalla Costa Viola alla Costa dei Gelsomini in Calabria.

alitalia aeroporto dello stretto reggio calabria panorama etna isole eolie milazzo sicilia (10)C’è il Parco Nazionale dell’Aspomonte e quello dei Nebrodi, per gli amanti della montagna, e l’Etna che è unico nel suo genere in tutto il mondo. C’è quella incantevole perla che è Tropea, c’è Pizzo Calabro, Capo Vaticano, la Costa degli Dei e l’arte di Gerace e Stilo, il fascino di Pentidattilo, il promontorio di Milazzo, i laghetti di Ganzirri, i borghi dei Peloritani, Savoca, Forza d’Agrò, il Parco dell’Alcantara, Montalbano Elicona (il Borgo più bello d’Italia 2015), fino a Capo d’Orlando e Santo Stefano di Camastra. Per infrastrutture strategiche e bellezze naturali e turistiche, non esiste in Italia (e probabilmente neanche in Europa) una serie così ravvicinata di punti di massimo interesse.

Aeroporto Stretto

Qui si dovrebbero fare soldi a palate e si dovrebbe vivere da nababbi grazie al turismo, invece il saldo demografico è sempre più pesantemente negativo perchè per lavorare la gente è costretta a emigrare. Agli occhi del mondo siamo come gli africani che arrivano sui barconi e ci permettiamo pure di denigrare e trattare con supponenza. La causa di questo disastro è proprio il cattivo funzionamento del sistema dei trasporti che impedisce alle attività turistiche di crescere, perchè il turismo si basa sul semplice concetto di ospitare forestieri. E se i turisti non possono arrivare, puoi avere le bellezze migliori del mondo ma non puoi certo farle vedere e quindi farle fruttare.

aeroporto dello stretto alitalia (13)Il fallimento dell’Aeroporto dello Stretto è soltanto l’ultimo tassello di un disastro che negli ultimi anni ha visto inanellare una serie di decisioni folli alla classe politica di entrambe le sponde dello Stretto, al punto che oggi Reggio Calabria e Messina si ritrovano completamente isolate. Non ci sono treni, non ci sono aerei, non ci sono strade e non ci sono navi. I collegamenti non funzionano ne’ via terra, ne’ via mare ne’ via cielo. E’ un sistema completamente da rivedere, perchè le infrastrutture ci sono (finché non demoliranno fisicamente anche quelle!) ma non vengono utilizzate a dovere. La notizia delle ultime ore è che il Comune di Messina starebbe per investire la cifra di 20 milioni di euro (!!!) per l’Aeroporto dello Stretto: sarebbe fantastico! Con 20 milioni di euro si potrebbe fare talmente tanto in termini di sviluppo aeroportuale che al solo pensiero sembra di sognare.

aliscafo-7Eppure questi soldi pare vogliano destinarli esclusivamente all’attivazione di nuove corse degli aliscafi per collegare il porto di Messina con il porto di Reggio, “favorendo l’utenza messinese ad utilizzare lo scalo dello Stretto anziché continuare a scegliere Catania“. Con 20 milioni di euro si può fare tantissimo per l’Aeroporto, pochissimo per gli aliscafi (appena 4 corse in più giornaliere!) ma soprattutto, senza voli, chi li prenderebbe quegli aliscafi? I messinesi non scelgono Catania perchè non hanno l’aliscafo per andare a Reggio: scelgono Catania perchè a Reggio non ci sono voli! Inoltre sarebbe interessante capire come farebbe, un messinese, una volta sceso al porto di Reggio, a raggiungere l’Aeroporto: Falcomatà ha deciso di demolire la stazione “Reggio Mare” che era stata costruita dalle Ferrovie pochi anni fa con l’intenzione di collegare direttamente il porto all’aeroporto (al suo posto sorgerà un grande parcheggio, che non si sa quali auto debba ospitare).

pontile-metromare-messinaIl problema del trasporto dei messinesi all’Aeroporto dello Stretto c’è, ma è successivo. Prima dobbiamo creare le condizioni affinché l’utenza messinese abbia convenienza a volare su Reggio, quindi devono esserci dal Tito Minniti voli più frequenti, comodi ed economici rispetto a quelli di Catania, o almeno rotte diverse, su destinazioni differenti. In quel caso, quando un utente messinese si potrà porre il problema di prendere l’aereo a Reggio (cosa che oggi non esiste proprio, visto l’esiguo numero di voli, l’assenza di collegamenti che vadano oltre Roma e Milano e l’improponibilità degli orari), allora si valuterà come istituire un collegamento veloce e rapido, via mare e via terra. Oggi è assolutamente fantasioso e prematuro: persino i reggini sono costretti a viaggiare da Lamezia visto il disastro dell’Aeroporto dello Stretto, figuriamoci se un messinese può preferirlo a Catania. Possono metterne anche cinquanta aliscafi, uno ogni dieci minuti, ma rimarranno tutti vuoti e quei soldi saranno l’ennesimo vergognoso spreco di denaro pubblico.

ponte-stretto-15A prescindere dalla questione Aeroporto, qui il problema è di sistema. Il problema vero è il totale isolamento di Messina e Reggio Calabria dal panorama nazionale e internazionale. E le responsabilità sono tutte politiche: ci hanno propinato la politica delle piccole cose, “non vogliamo opere faraoniche se sulla jonica i treni non hanno neanche l’alimentazione elettrica“. Abbiamo avuto i Sindaci e i Governatori “No Ponte“, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: stiamo assistendo al fallimento della politica delle piccole cose. Basterà per capire che per lo sviluppo di quest’area serve un vero e proprio shock economico? Soltanto la realizzazione di una mega-opera come il Ponte sullo Stretto potrebbe trainare poi tutto ciò che ne consegue: l’alta velocità ferroviaria (raggiungere Roma col treno in tre ore e da lì tutto il resto d’Italia e d’Europa), l’istituzione di fatto della città unica dello Stretto, con Reggio e Messina che diventerebbero due quartieri di un’unica grande città collegata via terra grazie al Ponte e raggiungibile nel giro di pochi minuti con automobili, motorini, persino in bici e a piedi attraversando lo scenario più bello del mondo, e soprattutto i collegamenti ferroviari metropolitani con una vera e propria linea metropolitana di superficie che sarebbe in grado nell’arco di 15-20 minuti di collegare un capo all’altro di entrambe le città, da Messina Sud (Tremestieri), a Reggio Calabria Sud (Aeroporto) come un lampo, effettuando varie fermate nei luoghi strategici, proprio come le linee metropolitane delle grandi città.

stretto di messina cartina mappa (1)Soltanto la realizzazione del Ponte potrebbe determinare questo tipo di sistema virtuoso dei trasporti per lo Stretto, ponendo fine al disastroso isolamento provocato dalla politica delle piccole cose. E i vantaggi dell’indotto sarebbero incommensurabili. Per i trasporti delle merci, il porto di Gioia Tauro diventerebbe un hub strategico per tutta l’area Euro-Mediterranea. Senza ombra di dubbio il più importante del mondo. E quello di Messina potrebbe alimentare i flussi turistici di quelle centinaia di milioni di visitatori che ogni anno accorrerebbero per osservare il Ponte sospeso più lungo del mondo realizzato tra le due coste mitologiche di Ulisse, culla della civiltà magno greca e poi dell’impero Romano. I Bronzi di Riace diventerebbero il simbolo di questa cultura che non sarebbe più soltanto un nostalgico ricordo di tempi fiorenti ormai passati, ma il ritrovato orgoglio di un’operosità e una laboriosità d’eccellenza per la tecnologia, l’ingegneria e la creatività. Le opportunità di lavoro fiorirebbero come i funghi d’autunno, e l’Aeroporto dello Stretto avrebbe il problema opposto di oggi: scegliere le migliori compagnie da far atterrare da tutte le destinazioni del mondo, a fronte del boom di richieste che si creerebbe in modo automatico in base al mercato.

stretto di messina cartina mappa (5)Il mercato, appunto: tutto ruota intorno a quello. Senza soldi non si canta messa, e l’unico modo per rilanciare un territorio così piegato e isolato, è creare circuiti economici in grado di portare liquidi utili allo sviluppo. Senza alta velocità ferroviaria, senza Aeroporto, senza Ponte e con porti così importanti sprecati ad accogliere imbarcazioni cariche di disperati (che poi neanche loro vogliono rimanere qui, arrivano di passaggio e ovviamente ambiscono ad andare altrove dove girano soldi e c’è lavoro!), tutto questo sarà impossibile, l’isolamento diventerà sempre più pesante, il tasso demografico continuerà ad essere così pesantemente negativo, e i nostri figli continueranno ad emigrare. Finché ci saranno figli, perchè di questo passo in questa terra così ricca e straordinaria, non ci rimarrà più nessuno. Messina è crollata dagli oltre 265.000 residenti di venti anni fa, ai 235.000 di oggi. Era l’11ª città d’Italia, oggi è la 13ª. Reggio Calabria invece è passata dai 190.000 abitanti che aveva raggiunto dieci anni fa, quando era la 17ª città d’Italia, agli attuali 180.000, scivolando al 21° posto, perdendo in così poco tempo ben 4 posizioni nella classifica dei comuni più popolosi.

Sono numeri che indicano l’allarme isolamento e disperazione che oggi attanaglia questa terra. Un dramma che si aggiunge alla rabbia di vedere tutto questo proprio qui, in riva allo Stretto, in uno dei luoghi del mondo con cui Storia e Madre Natura sono state più generose. Tutta fatica sprecata perchè tutte queste uniche bellezze non siamo in grado di valorizzarle. Come si suol dire, “chi ha il pane non ha i denti…“. E tra Reggio e Messina Algasiv e Polident fanno affari da record.

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