Applausi lunghissimi al Teatro di Messina per il debutto di “Giuda, la cena”
Al Teatro Vittorio Emanuele di Messina termina con un applauso lunghissimo, con una selva di “bravi” e con il pubblico che non vuole uscire il debutto di “Giuda, la cena” di EsosTheatre, il Teatro degli Esoscheletri di Sasà Neri.
Con trentasei artisti in scena, tutti interpreti necessari, per più di due ore lo spettacolo fluisce da recitazione a danza, da canto a video, da storia a storia, avvolgendo gli spettatori fino al punto da metterli sul palco partecipi dell’ultima cena, e lì spesso in lacrime per la commozione.
Dietro le quinte, con Sasà Neri alla regia e drammaturgia, Agnese Carrubba alla direzione musicale (suoi tra l’altro gli arrangiamenti) e Claudia Bertuccelli alle coreografie (tutte inedite) con Margherita Frisone aiuto regia e Chiara Caravella assistente, e Danilo Auditore al service audio-luci.
Protagonista assoluto il tema del tradimento, reso attraverso il volto, le azioni e le parole del traditore per antonomasia, quel Giuda interpretato da Gabriele Casablanca che è capace di suscitare infine compassione e speciale tenerezza, figlio anch’egli, con Alessandra Borgosano e Nancy Catalano a rappresentare entrambe Cyborea, la madre, il dolore di madre che, appunto, non conosce tradimenti. Al loro fianco, Gianluca Minissale, un Gesù uomo e figlio dell’uomo, incompreso e isolato, caduto ed etereo, e il Pilato di Luciano Accordi, che tocca le innumerevoli sfumature del personaggio di Bulgakof, la Maddalena in tacchi impossibili e sofferenze inaudite di Alice Ingegneri, che apre e chiude lo spettacolo, donna perduta e salvata, e ancora il Kaifa malvagio senza sua colpa di Michele Espro, Mario Sturniolo, un Barabba che parla con la voce della Cura di Battiato, il Pietro disperato e confuso di Leonardo Mercadante, l’Ammazzatopi di Jeff Anderson, le tre versioni di Maria, Enrica La Rosa, Cristina Dainotti e Claudia Aragona, a indicare l’infinitezza dell’amore, Giacomo Cimino (Tommaso), Roberto Tomasello (Giovanni), Giorgio Galipò (Filippo), Margherita Frisone (Salomé) e Marea Mammano (Erodiade), Elisa
Vetrano (Sara), Giandomenico Arnao (Andrea), Marco Blandina (Matteo), Salvatore La Spada, Federica Sidoti e Riccardo Ingneri (l’uno a rappresentare il tempo con il suo continuo scandire parole al microfono, l’altra a rappresentare lo specchio del tempo, con il suo continuo muoversi sul palcoscenico, l’ultimo a battere con il basso lo scorrere del tempo), Smeralda De Luca (Giuditta), Noel Spinella e Giuseppe Lo Presti (Giacomo e Giacomo min), Simone Siclari (Simone), Giulia Alesci (Rebecca), Marina Barbera (Dalila), Diana Borgia (Ada), Alice Camardella (Rachele), Gabriella Giachina (Lia), Martina La Rosa (Marta di Betania), Ninenna Napoli (Bartolomeo), Viviana Romano (Ruth).
Tra i brani che compongono il copione, stralci del Gesù di Nazareth di Zeffirelli, de “Il Figlio dell’uomo” di Gibran, da “La buona novella” di De Andrè e molti testi inediti, scritti dagli stessi Esoscheletri. Nella colonna musicale da Dalla a Battisti, da Kate Bush ai Carmina Burana fino ad un brano senza titolo scritto dallo stesso Neri.