Reggina, Praticò continua a lamentarsi dei “pochi tifosi” ma i numeri del Granillo sono da record

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Reggina, al Granillo numeri eccezionali per la tifoseria amaranto. Eppure Praticò continua a lamentarsi

Si rimane straniti ad ascoltare le parole del Presidente della Reggina Mimmo Praticò che in questi giorni continua a lamentarsi dei “pochi tifosi” presenti sugli spalti del Granillo denunciando il “distacco” con cui la città segue la squadra, che “evidentemente interessa a pochi“. E’ chiaro che sulle opinioni ognuno può avere le proprie e ogni discussione può diventare infinita, ma quando di mezzo ci sono i numeri, allora rimane poco spazio alle interpretazioni. Bisogna capire dove sia il problema: Praticò non conosce i numeri della straordinaria tifoseria reggina, oppure immagina di vivere i chissà quale realtà e contesto pretendendo cifre che neanche in serie A…?

Già, perchè i numeri dei tifosi sugli spalti del Granillo sono da record. Con una media di 3.886 spettatori nelle 16 partite casalinghe, la Reggina è 5ª tra le 20 squadre del girone C e 9ª tra le 60 di tutta la Lega Pro, nonostante stia disputando un campionato disastroso, in lotta per i playout. Eppure nonostante le imbarazzanti figuracce di una squadra che è arrivata a subire 6 gol in casa in una sola partita, come mai accaduto prima nella storia ultracentenaria del club, i reggini continuano a popolare gli spalti dello stadio molto più rispetto a quanto non facciano altre tifoserie di squadre che sono in lotta per la promozione in serie B. Anzi, il Venezia di Pippo Inzaghi ha la promozione diretta in tasca nel girone B, sta disputando un torneo esaltante, eppure (nonostante la città conti oltre 260 mila residenti, molto più dei 180 mila reggini) allo stadio la media è di 2.962 tifosi. Nel girone A, invece, la promozione se la stanno giocando Alessandria e Cremonese, prima e seconda, con rispettivamente 3.421 e 3.008 tifosi medi allo stadio. Meno della Reggina disperatamente in lotta per non retrocedere.

Le uniche squadre che possono contare più tifosi della Reggina sono quelle che hanno praticato una campagna di prezzi stracciati per gli abbonamenti e i biglietti e che stanno disputando un ottimo torneo, come il Lecce (secondo in classifica nel girone C, con una media di 11.649 spettatori), il Foggia che sta galoppando verso la serie B (9.953 spettatori), il Parma secondo in classifica nel girone B (9.933), o il Catania che con 320 mila abitanti è la più grande metropoli del torneo e ha una media di 7.810 spettatori. Poi c’è il Taranto, che come la Reggina lotta per la salvezza e ha una media di poco più alta rispetto a quella del Granillo (4.589 spettatori) soltanto perchè la società ha aperto le porte dello stadio in diverse partite a 5€ (e stiamo parlando comunque di una grande città con oltre 200.000 residenti).

Al Granillo quest’anno si stanno recando il doppio dei tifosi che seguono il Messina al San Filippo (1.954), nonostante il Messina stia disputando un campionato migliore e sia una città decisamente più grande di Reggio.

Non solo: rimaniamo al Granillo. Stagione 2012/2013, serie B con Di Michele, Rizzato, Barillà, Campagnacci, Lucioni, Comi. Un sogno rispetto all’attuale contesto amaranto, eppure sono passati solo quattro anni. Quella Reggina chiuse la stagione, in serie B dopo 21 partite, con una media di 3.359 spettatori. Decisamente più bassa rispetto a quella della Lega Pro di quest’anno!!! E due anni fa, stagione 2014/2015 nella stessa Lega Pro di quest’anno, la media di spettatori al Granillo fu di 2.861, mille in meno rispetto allo straordinario boom di quest’anno!!!!

I numeri della tifoseria reggina sono eccezionali: di gran lunga superiori anche rispetto agli altri club calabresi (Cosenza è ferma a 2.565, Catanzaro a 1.830, Vibonese a 858) e il pubblico sta facendo (eccome) la propria parte, molto più rispetto a quanto non riescano ad ottenere squadra e società. E’ bene ricordare, infatti, che se non fosse stato per merito di Zeman a dare un’anima a questa squadra, a inventarsi bomber un terzino come Porcino, a tenere il gruppo unito nei momenti più delicati, staremmo già parlando di un ultimo posto in solitaria. Invece se la squadra con l’organico di gran lunga più scarso del torneo è ancora in corsa per un’insperata salvezza, lo deve proprio al mister e alle sue scelte azzardate e vincenti.

Insomma, la storia di Praticò che da presidente anziché fare “mea culpa” su molte scelte tecniche, societarie e gestionali dopo due anni alla guida del nuovo club ben al di sotto rispetto alle (sue stesse) aspettative, si scaglia contro la tifoseria e la città accusando il pubblico e la piazza di “scarso interesse“, sembra proprio quella del bue che dice cornuto all’asino. Perché non è affatto vero, i numeri della tifoseria sono straordinari, l’amore e la passione del pubblico è ammirevole e un dirigente serio dovrebbe soltanto esserne orgoglioso, apprezzarla e ringraziare anziché alimentare polemiche e tensioni che certamente non fanno bene a nessuno.

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