Secondo la Cisl Fp in tutta la provincia di Reggio Calabria è necessaria una sanità in linea con il resto d’Italia
La differenza tra le Aziende è incolmabile, il dialogo operativo è insperabile e la capacità tecnico-amministrativa dell’ASP di Reggio Calabria non permette il minimo sviluppo delle “misuratissime” figure professionali di recente inviate. Le Figure Amministrative sono in esubero, mal distribuite, mal utilizzate e in qualche caso “mal controllate”, nelle strutture del territorio non si erogano prestazioni amministrative per mancanza di figure specifiche, quotidianamente giungono lamentele per l’impossibilità di effettuare operazioni di scelta e revoca del Medico di Medicina Generale, di rilascio di documentazione, esenzioni per patologia ecc. L’effetto dei tagli lineari sul Personale Sanitario ha prodotto effetti devastanti, la mancata applicazione del Turn over rischia di aver raggiunto un punto di non ritorno, l’applicazione della normativa europea in materia di dotazione organica minima, ha messo “fuori legge” tutta la realtà sanitaria della Provincia, non si riesce a ruotare sui turni essenziali, non si riesce a garantire il recupero da turni continui e stressanti, nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria l’ 84,4% dei Dipendenti ha più di 50 anni e risponde ad una media di ben 57 anni con il 38% concentrato oltre i 60, contro una media nazionale di 49,7 anni, spesso non è il lavoratore e non essere idoneo, ma le condizioni lavorative a renderlo tale, non si è mostrata sensibilità e giusta attenzione per le problematiche inerenti la tutela della salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro che dovrebbero essere garantite dalla Costituzione e da specifiche normative nazionali ed europee. Tra la popolazione lavorativa, in grande maggioranza ultra cinquantenne, trovano larga diffusione le patologie cardiovascolari, osteodegenerative e neoplastiche. Patologie che sono evidentemente incompatibili con la movimentazione manuale dei pazienti, con il lavoro notturno e pronta reperibilità. La “Cittadinanza Metropolitana” non crede più alle promesse, ai tempi della politica, alle riprogettazioni sempre più complesse che nascondono l’incapacità di realizzare soluzioni semplici e immediate, spesso l’utenza ricorre alla sola possibilità rimasta: l’ammasso al Pronto Soccorso più vicino. In una Provincia vasta e frammentata come quella di Reggio Calabria, non basta una buona Rete Ospedaliera ben integrata con i Distretti, è anche necessario un buon tessuto di collegamento tra le varie componenti, una rete di Emergenza Urgenza che sappia ridurre i preziosi minuti d’intervento per poter salvare le vite umane ed evitare il più possibile postumi e conseguenze.
L’Assistenza Domiciliare Integrata non è adeguatamente sviluppata, il servizio è stato garantito per lungo tempo dalla disponibilità del Personale Dipendente, registrando un alto indice di gradimento grazie all’esperienza messa in campo da Personale che vanta un gran bagaglio professionale, maturato per il prolungato servizio prestato in Ospedale. Oggi, però, per la mancanza di un progetto ben definito e le difficoltà gestionali, l’efficacia del Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata è calata con grande sconforto dell’Utenza bisognevole. La capacità di dare risposte in tutto il territorio “Metropolitano”, oggi ancor di più, dipende dal tracciare un percorso condiviso e porre (tenendo conto delle distanze, delle esigenze e delle possibilità) tutti i Cittadini nelle condizioni di avere un comune trattamento proprio nel più importante dei fattori da condividere che è la salute. Partendo da una forte integrazione tra i Medici di Medicina Generale con la Continuità Assistenziale, che faccia da prosieguo e supporto nelle ore serali e nei giorni festivi. Servono Punti Unici di Accesso ben distribuiti sul territorio, capaci di soddisfare tutti i bisogni per evitare il Pronto Soccorso. La Specialistica Ambulatoriale Convenzionata Interna dev’essere completamente rimodulata, integrando Branche effettivamente richieste dall’Utenza, da modulare in base alle liste d’attesa. Va creato un accesso extra ospedaliero alla diagnostica strumentale almeno di primo livello uniformemente distribuito in tutto il territorio, serve un supporto al Dipartimento di Prevenzione per tutelare la cittadinanza dalle malattie infettive, una buona ed omogenea rete vaccinale, un controllo efficiente ed esteso sulla sanità animale per una buona tutela della popolazione. Servono, soprattutto, un efficiente 118, che non sia continuamente distratto da finte emergenze, una rivalorizzazione degli Ospedali Generali di Gioia Tauro e di Melito Porto Salvo che possano filtrare e tutelare le inappropriate cure di cui si caricano gli Ospedali Spoke. Necessitano ristrutturazioni, occorre incrementare le dotazioni organiche e tecnologiche per gli Ospedali di Locri e Polistena, serve un grande Ospedale HUB che curi l’eccellenza, ben collegato operativamente con i propri “satelliti”, non più distratto dalle continue ed inappropriate richieste di assistenza degli utenti che gremiscono il Pronto Soccorso.
La CISL Funzione Pubblica di Reggio Calabria che vive in maniera diretta e propositiva la condizione della Sanità in Provincia, non si stancherà di indicare, promuovere, progettare soluzioni per una sanità in linea con il resto del Paese, pur consapevole del dislivello finora costantemente aumentato. La presenza “diretta” della CISL FP nei processi da implementare ed estendere a tutta la realtà “Urbana” del nuovo disegno Metropolitano, sarà sicuramente una nuova ed esaltante sfida già lanciata nelle due Aziende “Reggine” , potendo agire con le proprie professionalità in una nuova e “contagiosa” mentalità che superi i Campanilismi, gli interessi di parte e le chiacchiere fatte finora“, conclude.