La mostra dal titolo “Percezioni tra nostalgia e intuizione” a Brolo, curata da Marinella Speziale che ha seguito anche la stesura del catalogo, presenta un ciclo di dipinti realizzati su tela con tecnica mista
Il catalogo della mostra è pubblicato da Lombardo Editore e raccoglie le opere in mostra.
L’inaugurazione della mostra si è svolta domenica 21 maggio al Palazzo della Cultura, ed è stata preceduta da una presentazione nell’adiacente Teatro Comunale a cura di Francesco Paolo Cortolillo Sindaco del Comune di Sant’Angelo di Brolo e Andrea Passalacqua Presidente Associazione Culturale A.C.A.I.S dei Nebrodi. Inoltre sono intervenuti Marinella Speziale curatrice del progetto, catalogo e mostra e Simonetta Gagliano artista-pittrice, docente all’Accademia di Belle Arti RUFA di Roma.
Nelle sue tele ha immortalato, i tanti paesaggi che la nostra bella Sicilia offre, trasformando in sensibilità figurativa, ciò che l’occhio, la mente e il cuore riuscivano a creare.
Per Giuseppe Indaimo la pittura è fonte di Verità, Amore e Libertà, viverla è un’emozione di vita magica e meravigliosa.
Percezioni tra nostalgia e intuizione è il titolo di questa mostra. Le immagini pittoriche sono di cinque opere che raffigurano quattro scorci di paesi siciliani della provincia di Messina: Sant’Angelo di Brolo, Ficarra, Patti, Brolo e il primo piano della testa di una civetta.
Le immagini immortalate su tela cm 120 x cm 100 sono state realizzate con la tecnica di pittura in acrilico utilizzando i seguenti colori: i primari di giallo, rosso e blu oltremare con i rispettivi complementari, tre tipi di terra di Siena, l’ocra in diverse tonalità, il bianco e il nero, tutti stesi con pennellate semplici e delicate. Rappresentano simbolicamente le percezioni del presente attuale di questi luoghi, la nostalgia del passato e l’ intuizione del destino futuro di questi paesi.
Il significato più alto, che esse contengono, è l’abbandono di questi paesi da parte dei giovani che tendono ad andare via e non per scelta loro.
Gli emigranti non sono solo quelli che sbarcano giornalmente sulle nostre coste ma anche i nostri figli che sono costretti ad andare fuori per studiare o per cercare lavoro. A tale proposito invito i nostri governanti ad essere più sensibili verso queste tematiche e creare, con nuove politiche, le condizioni ideali per riuscire a trattenerli.
Personalmente ritengo negativo alzare muri per non fare entrare o uscire “i giovani emigranti,” invece ritengo positivo, come sostiene la pittrice Simonetta Gagliano, creare luoghi comuni con orizzonti spirituali dove sarà possibile incontrarsi, confrontarsi e integrarsi con amicizia e pace.
Rendere visibile l’invisibile è uno dei tanti messaggi decifrati nel codice pittorico di queste opere.
Il comune denominatore delle quattro opere è il silenzio dei luoghi dove la presenza dell’uomo non è visibile nella sua forma umana ma si percepisce in maniera diversa.
L’ultima opera pittorica è l’immagine di una civetta. Essa ha la caratteristica di trovarsi a suo agio in questi luoghi rurali e urbani. Viene considerata dagli antichi egizi simbolo di saggezza ma anche di sapienza ancestrale in quanto possiede la capacità di riuscire a vedere di notte specialmente là dove non c’è luce.
Infatti, l’immagine è dipinta in primo piano per mettere a fuoco l’occhio acuto della civetta con cui simbolicamente sorveglia questi luoghi e il suo becco con cui rompe il silenzio della notte emettendo un canto stridulo, ripetuto e molto nervoso per avvertirci anticipatamente che questi meravigliosi luoghi, lasciati così per come sono, saranno destinati in futuro ad essere meno popolati dai giovani e sempre più dalle civette. Giuseppe Indaimo.