Giro d’Italia, Sbaragli lancia l’allarme: “il pubblico deve guardare la corsa non farsi foto!”

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Kristian Sbaragli e il contatto col tifoso che si scattava un selfie: il corridore italiano lancia l’allarme

Ancora uno spiacevole episodio al Giro d’Italia: nella tappa di ieri che ha portato i corridori da Pedara a Messina Kristian Sbaragli è stato colpito da un tifoso che cercava di scattare un selfie. Una bella botta al fianco per il corridore della Dimension Data, che ha poi prontamente twittato la sua situazione per far capire quanto sia pericoloso questo sport.

Eravamo a circa quindici chilometri dall’arrivo. Uno stradone lungo, si stava passando per dei centri abitati. Si trattava di due uomini, girati di spalle, che si stavano facendo un selfie. Ho avuto un istante per pensare “ma guarda questi scemi”. Quello davanti a me li ha schivati per un soffio, io li ho urtati con il bacino. E meno male che non li ho toccati con la spalla, altrimenti si sarebbe girato il manubrio e sì che sarei caduto. Ne avrei trascinati a terra tanti, visto che ero nelle prime trenta posizioni per prepararmi per la volata. Ho un livido nella parte sinistra del corpo, ma niente di serio, dovrebbe bastare una seduta di fisioterapia. Senza questo incidente penso che avrei potuto fare meglio allo sprint“, ha spiegato il corridore italiano a La Gazzetta dello Sport al termine della tappa.

“Non è la prima volta che in queste tappe iniziali ci sono situazioni simili di pericolo. Non vorrei essere equivocato, né alzare un polverone, però è giusto spiegarsi bene. Noi siamo grati al pubblico che viene a bordo strada, senza di loro il ciclismo non esiste. Però devono venire a guardare la corsa, non a farsi una foto così. Una foto si può tranquillamente vedere o prendere su internet. Corrano a tifare numerosi ma con rispetto, non è un videogioco. Magari non ce ne si rende conto, ma rischiamo più di quanto sembra. Il problema è l’uso sbagliato dello sviluppo della tecnologia, in particolare del telefono che può essere causa di distrazioni e incidenti pure in macchina. Il mio è un appello accorato: state attenti, state più attenti. Questa volta me la sono cavata, ma sarebbe potuta andare molto peggio“, ha concluso Sbaragli.

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