“Ci sono state fatte solo promesse vane”: c’è delusione nelle parole dei dipendenti di Lirosi che avevano riposto tutte le loro speranze nell’incontro di ieri
“Ci sono state fatte solo promesse vane – sostengono alcuni dipendenti – e non tutti coloro che dovevano prendere parte all’incontro si sono presentati“. A mediare infatti tra sindacati, lavoratori e proprietà dell’azienda c’erano l’ingegnere Giuseppe Pavone, dell’assessorato regionale ai trasporti, il vice prefetto e il presidente di Scar. In sostanza l’azienda non ha potuto garantire gli stipendi e nemmeno la sicurezza dei mezzi. Quest’ultima, in particolare, si potrebbe risolvere solo dopo l’estate, con l’impiego di un nuovo parco macchine che sarebbe già stato ordinato, ma nel frattempo le corse dovrebbero continuare con gli autobus attualmente in forza alla ditta, con i quali si “dovrebbe tamponare” almeno fino a settembre. Gli stipendi invece, a quanto riferito dallo stesso Lirosi, potranno essere erogati solo quando arriveranno all’azienda i fondi di un finanziamento regionale, per il quale si sta attendendo già da tempo.
“Per gli autobus, invece, ci sono state fatte solo promesse”, constatano i dipendenti, ormai demoralizzati e disillusi. Lo sciopero continuerà dunque ad oltranza, nell’attesa e nella speranza di altre novità. Intanto, un ulteriore incontro in Prefettura è stato previsto tra venti giorni. Si tratta di una situazione, quella dell’azienda Lirosi, che in questa particolare congiuntura economica, accomuna diverse altre realtà italiane operanti nel settore del trasporto pubblico. Nonostante proprio questo settore si, da sempre, uno dei principali indici di crescita economica: l’efficienza dei trasporti va di pari passo con lo sviluppo del territorio sul quale opera. Sta dunque alle capacità gestionali di chi amministra riuscire a mediare e trovare la soluzione adatta a tutti, che possa rialzare le sorti dell’azienda, permettere ai dipendenti di lavorare in una situazione ottimale in tutta serenità e, non da ultimo, garantire la sicurezza di autisti e passeggeri. Perché episodi come quello avvenuto lo scorso 24 aprile, quando un autobus Lirosi ha preso fuoco sull’autostrada, non debbano diventare la norma.
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