Pesca illegale ed eccessiva: “Mare Mostro” è di plastica?

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Veleni di ogni tipo riversati ogni giorno “Mare Mostro”, ma non finisce qui, c’è un pericolo apparentemente inarrestabile e indistruttibile che si insinua, addirittura, nella catena alimentare dell’uomo: la plastica

Pesca illegale ed eccessiva, petrolio, veleni di ogni tipo riversati ogni giorno nel mare, ma non finisce qui, c’è un mostro apparentemente inarrestabile e indistruttibile che si insinua, addirittura, nella catena alimentare dell’uomo: la plastica. Per affrontarlo, Marevivo ha lanciato l’anno scorso a maggio a Venezia, a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, la campagna di informazione, sensibilizzazione e conoscenza “Mare Mostro”, realizzata in collaborazione con la Marina Italiana e il CoNISMa, giungendo poi a New York presso il  Palazzo dell’ONU per dilagare il grido d’allarme  a livello mondiale.

La campagna continua quest’anno e si snoderà tra seminari, incontri con le direzioni marittime di alcune tra le più importanti città italiane, ma anche con tanti studenti, amministratori e politici.

Ogni anno nel mondo vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica e si stima che nel 2050 diventeranno 400. Su questo scenario, si innesta uno studio della Fondazione “Ellen MacArthur”, che prevede che per quell’anno ci saranno più plastiche che pesci in mare. Secondo alcune ricerche, oltre il 10% di plastica prodotta viene gettato in mare, andando ad alimentare il “Mostro”.

Dallo sminuzzamento delle plastiche più piccole di un’unghia e confuse per plancton dai pesci ai grandi vortici oceanici di rifiuti, che formano “isole” più grandi dell’intero Mediterraneo: sono tra i temi che verranno affrontati da esperti e ricercatori, durante gli incontri.

Poi vanno prese in considerazione le ripercussioni sulla salute umana: le microplastiche, partendo dal plancton, entrano nella catena alimentare e finiscono all’uomo ultimo consumatore; quanto ne potrà sopportare il nostro corpo?

Inoltre per modellare la plastica vengono usati additivi chimici, come gli ftalati: “se li conosci li eviti”, recita uno slogan all’interno della mostra, in quanto si tratta di sostanze tra le più tossiche che agiscono sul sistema endocrino e sul metabolismo.

Non ci è consentito di restare in panchina a guardare cosa sta capitando al nostro mare”, spiega Rosalba Giugni, presidente e fondatrice di Marevivo, “non dimentichiamo che il mare rappresenta il 71% del Pianeta, produce più dell’80% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe un terzo dell’anidride carbonica, quando è in buona salute. Questa benefica funzione viene esercitata non esclusivamente per le sue acque salate, ma perché il mare è un ‘organismo vitale’, composto da vegetali e animali in un equilibrio dinamico raggiunto in milioni di anni”.

A causa delle plastiche è a rischio anche il Mediterraneo, mare semichiuso, che impiega 80 anni per il ricambio delle sue acque, solo superficiali. Nel suo bacino sfociano importanti fiumi, che nel loro percorso raccolgono e trasportano un’enorme quantità di rifiuti plastici. Si stima che siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica sparsi per tutto il Mare Nostrum, con una concentrazione media di 0,116 frammenti /m2 di superficie fino ad un massimo di oltre 0,36 frammenti/m2.

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