Così concepito, il corso rappresenta una novità nel panorama italiano. Percorsi formativi del genere, difatti, vengono normalmente effettuati all’estero, in centri specializzati e con alte percentuali di interventi. Le aziende italiane, adesso, stanno cercando di diffondere questa tecnica anche nel nostro Paese, affidandosi a plessi ospedalieri in grado di insegnare la tromboaspirazione. Per questo motivo, il Policlinico, che dispone, da circa 5 anni, anche di una Stroke Unit di 2 livello (unica in Sicilia e una delle poche al Sud Italia, è la seconda unità per numero di interventi a livello nazionale in questo scorcio di 2017), è stato scelto quale sede dell’iniziativa. Il corso è stato organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena.
La tecnica della tromboaspirazione consente di disostruire le arterie quando il paziente è colpito da ictus ischemico (trombosi acuta). L’equipe di neuroradiologi, che fa riferimento al Dipartimento BIOMORF di Unime ed è stata parte attiva del corso, è composta da: Antonio Pitrone, Sergio Vinci, Rosario Papa, Mariano Velo, Francesca Granata e Giuseppe Centorrino.
“Nei pazienti affetti da ictus ischemico – ha detto il dott. Vinci – viene eseguita questa tecnica di aspirazione del trombo attraverso un catetere posizionato all’interno del cervello in un punto ad arteria ostruita. Il trombo che ostruisce l’arteria viene aspirato attraverso una pompa. In questa maniera è possibile ridare il flusso sanguigno normale ad una arteria chiusasi improvvisamente. Il tutto avviene senza ledere minimamente il vaso e mediante un sistema più rapido e sicuro per poter ripristinare il circolo arterioso interrotto”.
“Abbiamo una buona organizzazione – ha commentato il dott. Pitrone – e lavoriamo bene per la nostra città, per la provincia e anche per l’intera regione. Questo ci fa ben sperare affinché le nostre attività sanitarie siano produttive attualmente, ma anche per il futuro. Speriamo che anche nelle altre province, presto, ci possa essere una buona organizzazione. Noi, inoltre, realizzeremo anche un congresso asettembre col quale abbiamo intenzione di divulgare il problema dell’ictus, far conoscere le nostre tecniche e sensibilizzare sia la popolazione che le componenti politiche e d’ambito sanitario del territorio”.