A Catanzaro Salvatore Venuto vestirà i panni di “TITAN – i fuochi di Prometeo”
Creatura divina caduta sulla Terra e costretta alla sofferenza o, al
contrario, essere terreno che aspira al Cielo, Prometeo da sempre incarna il Preveggente che sa ma non può modificare il Destino. Capisce che è necessario un Dio che imprima ordine al Caos, ma a questo Dio non vuole sottostare. Sperimenta la grandezza e la miseria della ragione. Prometeo accompagna i destini umani e, multiforme ed ambiguo, assume gli aspetti più diversi e si identifica in personaggi che da lui hanno ereditato la presunzione razionale, l’orgoglio forsennato e la nobile sopportazione della sconfitta.
suo destino di sventura, tutti quelli che lo hanno seguito.
Una sconfitta che prova il fisico ma non lo spirito del Titano: il racconto delle proprie pene viene presto sostituito dal ruggito rabbioso e fiero che Prometeo scaglia contro Giove, responsabile di quel tragico supplizio.
Al cospetto di Oceano, un magistrale Aldo Conforto, e delle Oceanine, dee delle acque interpretate dalle bravissime Marta Parise, Alessandra Macchioni, Mariarita Albanese e Anna Maria Corea, Prometeo ammetterà la sua unica colpa: quella cioè, di aver protetto e aiutato gli uomini, donando loro le arti, il Fuoco, e soprattutto “cieche speranze” che li rendevano immuni dal desiderio di sterminio di Giove. La voce delle Oceanine, riecheggiante e sciabordante come le
onde del mare, accompagnerà il Titano nelle varie reincarnazioni
nel corso dei tempi: ecco così che il suono dell’acqua, della tempesta che monta e dei tuoni di Giove accompagnerà San Francesco e Cyrano, prometeici nello spirito ma non nel corpo, come un tragico e premonitore raccordo musicale tra i vari momenti del dramma.
Appuntamento dunque per assistere a questa performance di grande talento, sotto la regia di Aldo Conforto (che ha curato anche con grande maestria i costumi di scena). Una particolare nota di merito, infine, per le musiche originali a cura del Maestro Giulio De Carlo, la consulenza artistica di Oreste Sergi Pirrò e le scenografie a cura dell’artista internazionale Cesare Citriniti. Con la partecipazione straordinaria del Maestro Francesco Piro, interprete eccelso di un assolo di danza contemporanea. La bellissima fotografia è, invece, di Francesco Mazza.