A Milano nel mese di settembre verrà presentato lo Studio Museo Francesco Messina
Come spiega il curatore, Sabino Maria Frassà, “non è mai facile accettare il tempo che passa: siamo consapevoli che il nostro pensiero rimarrà più giovane del corpo che lo contiene e supporta. Oggi non è solo più la malvagia strega/matrigna di Biancaneve a guardarsi allo specchio, è l’umanità stessa che brama un’immortalità impossibile. Alla domanda “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? – L’artista-specchio puntualmente risponde NOI. Non è un invito alla tolleranza, ma la consapevolezza che non c’è alternativa alla finitezza umana, se non l’idea di ricercare nel mondo e non solo in se stessi la “bellezza” e l’equilibrio duraturo. Non è un inno al dialogo, ma un’acuta riflessione sull’impossibilità nel definire chi siamo a prescindere da chi/cosa sono gli “altri”.
Francesca Piovesan presenta il suo lavoro sottolineando che: “le mie opere non mostrano mai la vanità o il tentativo di rendere immortale la bellezza. Anzi Gli Specchianti, realizzanti grazie a ciò che il mio corpo lascia sui vetri, prima di essere specchiati, non sono fotografie che si possono modificare o migliorare: quella sono “fisicamente” io in quel momento. Le mie opere, viste da vicino, mostrano tutte le mie naturali imperfezioni, anche quelle cose come i peli sul seno che, come ogni donna, preferirei non vedere o nascondere. Non è quindi stato facile mettersi così a nudo e pensare che la propria immagine riflessa e così pena di difetti infine si integri con chi guarderà i miei lavori“.