Incendio Messina, le imbarazzanti bugie dell’Assessore che adesso cerca di salvarsi: ma lui dov’era durante il disastro?

StrettoWeb

Incendio Messina, oltre al danno la beffa: l’Amministrazione Comunale non solo ha abbandonato i cittadini, ma adesso gli si ritorce anche contro con dichiarazioni false e imbarazzanti

Non c’è stato alcun pericolo per le persone“. Si, avete letto bene. A Messina, per gli incendi, nei giorni scorsi, “Non c’è stato alcun pericolo per le persone“. A dirlo è nientepopodimeno l’Assessore alla Protezione Civile del Comune di Messina, Sebastiano Pino. Che, durante le drammatiche ore dei roghi, non s’è mai visto nelle zone colpite dall’emergenza. Portella, Reginella, San Filippo, Curcuraci, Sperone, Castanea, San Michele, San Licandro, contrada Citola, Colli San Rizzo, San Jachiddu, le montagne di Camaro e altre varie zone di Messina: la gente era nel panico, non sapeva cosa fare. Nessuna comunicazione ufficiale da parte del Comune, nessun punto di riferimento. Qualcuno ha pensato addirittura di chiamare “Chi l’ha Visto” per trovare il Sindaco e gli Assessori.

Noi, invece, c’eravamo. Abbiamo visto e documentato tutto con minuziosità, parlando con la gente, soccorrendola tra un’intervista e l’altra. Abbiamo vissuto questo dramma a stretto contatto con le forze dell’ordine, con i soccorritori, con i volontari. Abbiamo raccontato quello che è successo con foto, video, filmati, dichiarazioni, interviste. Abbiamo visto donne piangere, gettarsi tra le fiamme convinte che i loro cari fossero ancora intrappolati in casa. Bambini con le lacrime agli occhi per aver dovuto lasciare gli animali in balia dell’incendio. Abbiamo visto svuotarsi il polo universitario dell’Annunziata, evacuato d’urgenza, con migliaia di persone all’interno. C’erano esami e tante attività Lunedì 10 Luglio tra la Facoltà di Veterinaria, quella di Lettere e Filosofia e il polo sportivo. C’erano centinaia di addetti ai lavori, personale universitario, segretari, assistenti, custodi, docenti. E poi tantissimi ragazzi, studenti in molti casi accompagnati da familiari e amici. Migliaia di persone, fuggite all’improvviso con poliziotti e vigili del fuoco che urlavano “scappate, scappate” e le fiamme altissime a pochi metri.

Il fuoco ha raggiunto l’Università, come documentano tutte le foto che pubblichiamo nella gallery in coda all’articolo. E purtroppo ci sono stati anche dei feriti, contusi e ustionati per le fiamme e per la fuga (tra loro anche un Vigile del Fuoco). Tutto, ovviamente, minuziosamente documentato.

Eppure per l’Assessore Pino, competente proprio alla protezione civile, non è successo quasi nulla. Anzi, siamo noi di StrettoWeb ad esagerare. “Sono rammaricato – ha dichiarato nel suo imbarazzante comunicato zeppo di bugie – perché a fronte di una situazione abbastanza critica, che ha messo a dura prova la città di Messina e i suoi abitanti, ho letto su qualche sito internet notizie infondate e non rispondenti a quanto realmente accaduto. Tengo quindi a precisare che soltanto due nuclei familiari, complessivamente cinque persone residenti in contrada Catanese, sono stati allontanati alcune ore in via precauzionale e, una volta cessato il pericolo, sono rientrati nelle loro abitazioni. Non risponde quindi al vero la notizia secondo la quale gli sfollati a Messina sarebbero stati alcune migliaia. All’università dell’Annunziata, nel primo pomeriggio di lunedì scorso, sono state interrotte le lezioni per evitare conseguenze all’eccesso di fumo, che si è propagato a seguito degli incendi, ma si è trattato di un’azione preventiva in quanto non si sono registrati pericoli per le persone, né danni alle strutture universitarie“.

Quindi i migliaia di evacuati dell’Università non contano? E le centinaia (forse altre migliaia) di persone che – proprio perchè abbandonate dal Comune – sono spontaneamente scappate dalle loro abitazioni raggiunte dalle fiamme, non contano?

Messina ha vissuto una c-a-t-a-s-t-r-o-f-e, e il Comune ha ritenuto opportuno di evacuare appena 5 persone. Tutti gli altri se la sono data a gambe da soli, nel caos. Ciò che l’Assessore Pino utilizza per tentare di smentire i fatti, è in realtà l’autogol più grave per l’Amministrazione Comunale incapace di gestire l’emergenza. Non solo. Incapace anche di potersi fare trovare pronta, pur senza l’organizzazione e la prevenzione del caso, a fare il possibile. In queste ore, proprio per questo motivo, sta montando la rabbia dei cittadini: gli Assessori che oggi si permettono addirittura di fare note stampa intrise di falsità in cui dicono che “non c’è stato alcun pericolo per le persone” (eppure ce ne sono diverse ferite!), non si sono neanche degnati di andarli a trovare i loro cittadini. Quelli che magari 4 anni fa gli hanno persino dato il voto. Non erano presenti sul territorio ne’ prima, ne’ durante ne’ dopo l’emergenza.

E a fronte di queste falsità, ecco una stampa piegata a novanta, prezzolata e accondiscente. Anzi, in alcuni casi non aspettava altro per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, sassolino preso per invidie e gelosie.

La realtà è che l’Assessore Pino così facendo sta cercando di salvarsi: la Procura di Messina ha già aperto un’inchiesta, e i magistrati non solo cercheranno di individuare i piromani avvistati chiaramente da alcuni cittadini che hanno fornito in tal senso preziosissime testimonianze, ma chiariranno anche se ci sono delle responsabilità a cui i rappresentanti istituzionali sono venuti meno. Un’inchiesta più che comprensibile anche in tal senso, visto che la gente è stata letteralmente abbandonata per tre giorni. Pino cerca di rivoltare la frittata: parla addirittura di “notizie infondate” rispetto a chi era sul posto e ha raccontato i fatti con estrema precisione, dal pulpito di chi sul posto doveva esserci e non c’è neanche andato. Dopotutto l’abbiamo già scritto ieri nel nostro editoriale:

A fronte di ogni calamità naturale, le istituzioni sono tenute per legge a dotarsi del famoso “Piano di Protezione Civile“, che però il Comune di Messina non ha mai messo a punto in modo preciso e comunicato correttamente ai cittadini. Così i messinesi continuano a vivere sull’orlo di un precipizio, ignari di quello che può accadere. Poi ci sono quelli che alimentano l’indifferenza. “Ma non è successo niente, siete i soliti esagerati. Quale catastrofe, non è morto nessuno, si sono bruciati quattro alberi“. Che idiotiBisogna aspettare i morti per aprire gli occhi sul dramma che la città sta vivendo? Qui a Messina ormai tutto è diventato relativo, non solo le emergenze ma adesso anche le catastrofi sono diventate normali. E’ normale che a Giampilieri venga giù la montagna e muoiano 37 persone, è normale che la città rimanga oltre tre settimane completamente senz’acqua. Ed è normale che in Italia non ne parli nessuno, è normale che servano gli appelli di Fiorello per mobilitare i soccorsi.

Ed è normale, evidentemente, anche avere amministratori così. Come Pino e le sue imbarazzanti note stampa che sono come una toppa che viene peggio del buco. Dopo questo disastro e le inefficienze dell’Amministrazione sarebbe stato meglio un timido e dignitoso silenzio (perché siamo in Italia e auspicare un mea culpa con tanto di dimissioni sarebbe considerata una follia, eppure nei Paesi più civili e progrediti è la norma).

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