Incendio Messina, oltre al danno la beffa: l’Amministrazione Comunale non solo ha abbandonato i cittadini, ma adesso gli si ritorce anche contro con dichiarazioni false e imbarazzanti
“Non c’è stato alcun pericolo per le persone“. Si, avete letto bene. A Messina, per gli incendi, nei giorni scorsi, “Non c’è stato alcun pericolo per le persone“. A dirlo è nientepopodimeno l’Assessore alla Protezione Civile del Comune di Messina, Sebastiano Pino. Che, durante le drammatiche ore dei roghi, non s’è mai visto nelle zone colpite dall’emergenza. Portella, Reginella, San Filippo, Curcuraci, Sperone, Castanea, San Michele, San Licandro, contrada Citola, Colli San Rizzo, San Jachiddu, le montagne di Camaro e altre varie zone di Messina: la gente era nel panico, non sapeva cosa fare. Nessuna comunicazione ufficiale da parte del Comune, nessun punto di riferimento. Qualcuno ha pensato addirittura di chiamare “Chi l’ha Visto” per trovare il Sindaco e gli Assessori.
Il fuoco ha raggiunto l’Università, come documentano tutte le foto che pubblichiamo nella gallery in coda all’articolo. E purtroppo ci sono stati anche dei feriti, contusi e ustionati per le fiamme e per la fuga (tra loro anche un Vigile del Fuoco). Tutto, ovviamente, minuziosamente documentato.
Quindi i migliaia di evacuati dell’Università non contano? E le centinaia (forse altre migliaia) di persone che – proprio perchè abbandonate dal Comune – sono spontaneamente scappate dalle loro abitazioni raggiunte dalle fiamme, non contano?
E a fronte di queste falsità, ecco una stampa piegata a novanta, prezzolata e accondiscente. Anzi, in alcuni casi non aspettava altro per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, sassolino preso per invidie e gelosie.
La realtà è che l’Assessore Pino così facendo sta cercando di salvarsi: la Procura di Messina ha già aperto un’inchiesta, e i magistrati non solo cercheranno di individuare i piromani avvistati chiaramente da alcuni cittadini che hanno fornito in tal senso preziosissime testimonianze, ma chiariranno anche se ci sono delle responsabilità a cui i rappresentanti istituzionali sono venuti meno. Un’inchiesta più che comprensibile anche in tal senso, visto che la gente è stata letteralmente abbandonata per tre giorni. Pino cerca di rivoltare la frittata: parla addirittura di “notizie infondate” rispetto a chi era sul posto e ha raccontato i fatti con estrema precisione, dal pulpito di chi sul posto doveva esserci e non c’è neanche andato. Dopotutto l’abbiamo già scritto ieri nel nostro editoriale:
A fronte di ogni calamità naturale, le istituzioni sono tenute per legge a dotarsi del famoso “Piano di Protezione Civile“, che però il Comune di Messina non ha mai messo a punto in modo preciso e comunicato correttamente ai cittadini. Così i messinesi continuano a vivere sull’orlo di un precipizio, ignari di quello che può accadere. Poi ci sono quelli che alimentano l’indifferenza. “Ma non è successo niente, siete i soliti esagerati. Quale catastrofe, non è morto nessuno, si sono bruciati quattro alberi“. Che idioti. Bisogna aspettare i morti per aprire gli occhi sul dramma che la città sta vivendo? Qui a Messina ormai tutto è diventato relativo, non solo le emergenze ma adesso anche le catastrofi sono diventate normali. E’ normale che a Giampilieri venga giù la montagna e muoiano 37 persone, è normale che la città rimanga oltre tre settimane completamente senz’acqua. Ed è normale che in Italia non ne parli nessuno, è normale che servano gli appelli di Fiorello per mobilitare i soccorsi.
Ed è normale, evidentemente, anche avere amministratori così. Come Pino e le sue imbarazzanti note stampa che sono come una toppa che viene peggio del buco. Dopo questo disastro e le inefficienze dell’Amministrazione sarebbe stato meglio un timido e dignitoso silenzio (perché siamo in Italia e auspicare un mea culpa con tanto di dimissioni sarebbe considerata una follia, eppure nei Paesi più civili e progrediti è la norma).