Messina, concluso l’incontro su “Magistratura e politica”

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A Messina si è ufficialmente concluso l’incontro su “Magistratura e politica” nel giardino del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche

DSC_4969Si è svolto, nel giardino del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, un incontro su “Magistratura e Politica”. L’iniziativa è stata promossa, dal dipartimento SCIPOG e dal Centro Studi e Ricerche sulla criminalità mafiosa e sui fenomeni di corruzione politico-amministrativa, nel giorno in cui ricorre il 25° anniversario della strage di Via D’Amelio, in cui persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta (Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina). Il tema dell’evento, motivo di riflessione sia per gli studenti che per i docenti Unime, è stato introdotto dai numerosi riferimenti offerti dal volume “Giustizialisti. Così la politica lega le mani alla magistratura”, scritto a quattro mani dal Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Messina, Sebastiano Ardita, e dall’ex Presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo. Ospite del Diparimento, oltre al dott. Ardita, anche l’avv. Giovanni Calamoneri, che assieme al prof. Giovanni Moschella e Luigi Chiara, ha animato il dibattito.

DSC_4967“La ragione principale per la quale mi trovo qui oggi – ha detto il dott. Ardita – sono gli studenti. Anche loro hanno, ormai, compreso che abbiamo un sistema di giustizia che non funziona. Chi vi si rivolge non è contento e, incontrovertibilmente, si tratta di un dato pacifico che non necessita di giri di parole. La magistratura, nell’ultimo periodo, è doppiamente indebolita, dalla percezione dell’opinione pubblica, che vede il processo non funzionare, e da interventi legislativi ed attività di ingolfamento sistemico della sentenza, che allungano i tempi giudiziari generando ridondanza ed un surplus di lavoro per i magistrati. Nella società odierna vigono élite che gestiscono tutto in maniera concorde e, in questo contesto, i magistrati devono essere soggetti sempre attingibili dal più alto senso di giustizia, senza essere intercettabili da correnti o esponenti di prestigio. Diversamente il cittadino non ha appigli. Per far comprendere il messaggio agli studenti – conclude – faccio l’esempio dell’Ilva di Taranto, vicenda contraddistinta da notevoli interessi: tutti vogliono la produzione, anche a costo di morti. Il magistrato, in questo come in altri casi, resta l’ultimo baluardo. Se la magistratura risponde solo agli imput di aziende o fattori associabili a realtà di potere, allora, noi abbiamo finito di avere senso. Dove troviamo collegamenti oscuri dobbiamo agire per la trasparenza”.

“Giustizialisti – hanno commentato all’unanimità i proff. Moschella e Chiara e l’avv. Calamoneri – è un volume intelligente capace di trasmettere con semplicità le criticità del sistema giudiziario e l’importanza inderogabile di un suo snellimento”. “L’iniziativa di oggi – hanno chiosato i docenti – ha rappresentato un momento importante per gli allievi Unime per un accrescimento delle loro conoscenze sull’attualità e del loro percorso di studi”.

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