Reggio Calabria, Chindemi (PCI) su “Falcomatà e il “suo” assessore Marcianò”

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Reggio Calabria Falcomatà Marcianò“Piano piano, ma inesorabilmente, quanti hanno contribuito, sicuramente abbagliati dalla memoria del Falcomata’ vero, in modo tanto concreto, quanto disinteressato, al risultato elettorale per la sindacatura, prendono coscienza del madornale errore commesso ed escono clamorosamente allo scoperto. Rimane ancora, tristemente, a fianco del sindaco, solo qualche povera anima questuante che si accontenta di qualche misera briciola che cade da qualche piatto, svendendo, indecorosamente, la propria dignità personale. Ovviamente non ci compete entrare nelle questioni interne di altri partiti ne è nostra intenzione attraversare questo campo minato. Tuttavia la guerra totale che si è scatenata, fra il primo cittadino ed il ” suo” assessore Marciano’,  non riguarda solo la  dialettica interna di un partito, ma assume una valenza di carattere più generale poiché questa diatriba può riverberarsi, inevitabilmente, sulle sorti , già precarie, di questa sfortunata città e, proprio per questo, credo, consenta, a tutti, di intervenire sul metodo che si è ritenuto di adottare, in questo scontro cruento che, di politico, ha ben poco. Al netto delle gelosie personali,  tanto infantili quanto irritanti , per il prestigioso incarico nazionale, per mesi sognato dal primo cittadino ed invece assegnato, beffardamente, al suo assessore ed entrando nel merito  della questione, riteniamo sia  palese  a tutti che le deleghe ai lavori pubblici e, sopratutto, alla legalità non sono state assegnate alla Marciano’ per concorso pubblico , bensì per atto fiduciario” diretto ” del sindaco : una prima volta, agli albori della sindacatura, ed una seconda volta, a Dicembre,  in sede di rimpasto di giunta,  quando, invece,  le altre tre  assessore esterne sono state sollevate dall’ incarico, per manifesta incapacità. Ci domandiamo: nella  scelta di questo assessore, il primo cittadino, ha avuto, prima e dopo, qualche “condizionamento” esterno, o la sua decisione è stata assunta in piena autonomia? Se la scelta è stata condizionata ed il “condizionamento” non è  agevolmente rimovibile, abbozzi e taccia; se così non è,  la soluzione appare di una semplicità disarmante: ritiri le deleghe  alla Marciano’, se ritiene  che stia operando in modo illegale o contro gli interessi della città, e li assegni ad una personalità un po’  più ” malleabile ” e/o geneticamente  più predisposta all’ obbedienza, come pare gli stia suggerendo qualche prestigioso  premio Nobel della sua  tragicomica”segreteria politica”. Al di fuori di queste  due  opzioni , di facile lettura politica,  tutto è da  ricondurre a pura miseria  umana. Per quanto ci riguarda,  chiunque operi , in concreto, nell’ ambito della legalità e della trasparenza,  li troverà  sempre  il PCI, poiché  è questo il luogo, da sempre, ” frequentato” , naturalmente,  dal nostro partito . All’ assessore Marciano’, sopratutto nelle sue vesti di membro della segreteria nazionale del PD, ci permettiamo, sommessamente, di dare un suggerimento, anche se pare non  ne abbia proprio bisogno:denunci pubblicamente e senza timore alcuno, come ha  già  peraltro cominciato a fare in questi giorni, CHIUNQUE la ostacola nel suo percorso di legalità e trasparenza. Gli sia di conforto la certezza  che i Castorina di turno,  ed i suoi referenti dì prossimità comunale, rappresentano solo  fugaci  ed occasionali meteore, nella storia politica di questa città, e che, di converso, in questa comunità esistono  ampi settori sani, competenti  ed incorruttibili, disponibili ad arare campi ove impiantare semi da raccogliere, a tempo debito. L’albero caduto sul gazebo, per fortuna senza aver provocato vittime,  non piomba a terra per caso o per fatti climatici, come tenta di far credere il sindaco, improvvisandosi, maldestramente, neo agronomo, ma rappresenta il logico risultato di incuria e mala gestio, rappresentando metaforicamente  in anticipo cosa accadrà ,inevitabilmente,  a  fine mandato, a questi sprovveduti ed incapaci,  nella speranza che,nella  loro rovinosa caduta, non abbiano già  trascinato anche la  città”. E’ quanto scrive l’Avv. Salvatore Chindemi responsabile per le politiche della Città Metropolitana del PCI.

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