Reggio Calabria, appello al Comune: adesso non distruggete il Lungomare!!!
Auspichiamo che tali operazioni siano frutto di attente valutazioni volte alla individuazione dei alberi per i quali siano state accertate le reali ed imminenti condizioni di instabilità. Gli interventi di sfoltimento e le potature effettuati durante la piena fase vegetativa (cioè quella in cui si trova il patrimonio arboreo della Via Marina) possono esporre la pianta a seri rischi fitopatologici, favoriti dai microrganismi patogeni e dagli insetti vettori la cui attività è massima proprio in corrispondenza del periodo estivo.
Auspichiamo, inoltre, che, al di là della necessità di affrontare l’emergenza (che è comunque circoscritta a pochi individui), la esecuzione delle tardive operazioni annunciate abbia tenuto conto della specifica entità botanica, del ciclo di vita della pianta e del suo stadio vegetativo, a tutela e salvaguardia delle secolari alberature.
Insomma, non sia una potatura selvaggia! Ben vengano, ovviamente, le potature necessarie a tutelare la sicurezza e l’incolumità pubblica, ma non si può pensare di risolvere un problema radendo al suolo la straordinaria vegetazione del Chilometro più bello d’Italia anche laddove non esiste alcuna condizione di rischio. Andrebbe affrontato il problema in maniera più ampia, una volta per tutte, coinvolgendo le grandi professionalità che il territorio offre, dalla Facoltà di Agraria dell’Università Mediterranea all’Ente Parco Nazionale d’Aspromonte, dove lavorano tecnici ed esperti specializzati proprio nella cura del verde. Continuare a perseverare negli errori, intervenendo in modo istintivo sulla spinta emozionale di un’emergenza, senza coinvolgere i tecnici, non farebbe altro che alimentare ulteriori danni.