A Tarsia i 12 studenti francesi in visita per un report sul Cimitero internazionale dei Migranti
Gli studenti hanno dapprima visitato l’ex campo di internamento di Ferramonti, guidati dalla direttrice Maria Lavorato. Tutti hanno mostrato particolare attenzione per la storia di Ferramonti. Successivamente, sempre accompagnati, da Corbelli, Manoccio, dal sindaco Ameruso e dall’assessore Cannizzaro, si sono portati nel vicino sito dove stanno per iniziare i lavori per la realizzazione del Cimitero internazionale dei Migranti. La grande opera umanitaria sarà costruita su un’area di circa 30 mila metri quadri, in un posto fortemente simbolico, su una collina immersa tra gli ulivi secolari (che resteranno) di fronte al lago e al vecchio cimitero comunale, in parte anche ebraico, e a poca distanza dall’ex campo di internamento fascista più grande di Italia, quello di Ferramonti, che fu durante la seconda guerra mondiale luogo di prigionia ma anche di grande umanità e rispetto della dignità della persona. Il Cimitero dei Migranti sarà intitolato al bambino siriano Aylan Kurdi. Gli studenti francesi hanno vissuto una forte e significativa esperienza che li ha particolarmente emozionati e che porteranno adesso all’attenzione del Parlamento europeo. Hanno molto apprezzato questa grande opera ed hanno chiesto di conoscere ogni informazione utile e tutta la storia di come è nata questa idea e perché si è scelto questo luogo. Sono rimasti affascinati dalla bellezza di questo posto e colpiti dal valore e dal significato del Cimitero dei Migranti, imponente e monumentale, un Parco della Pace, che darà dignità alla morte delle vittime dei tragici naufragi e sarà anche luogo di riflessione per le generazioni future di tutto il mondo per ricordare questa immane tragedia affinché non si ripeta mai più in futuro. Il Cimitero dei Migranti sorgerà in tutt’uno con il nuovo cimitero comunale (quale testimonianza di rispetto e di integrazione anche dopo la morte) e cancellerà la disumanità di quei corpi, vittime dei tragici naufragi, quasi tutti senza volto e senza nome, sepolti (come è purtroppo avvenuto anche in questi ultimi giorni per le nuove stragi in mare), con un semplice numerino e un codice, in tanti piccoli sperduti cimiteri, calabresi e siciliani, che ne cancellano in questo modo, per sempre, ogni riferimento e ogni ricordo per i loro familiari che non sapranno mai dove andare un giorno a cercarli, per portare un fiore e dire una preghiera. Sarà così scongiurato l’orrore di poveri migranti sepolti, come è accaduto recentemente, addirittura senza una bara, trattati peggio delle bestie. Grande soddisfazione per l’arrivo e la visita degli studenti francesi e dei due operatori dell’Ong, è stata espressa dal sindaco Ameruso, dall’assessore Cannizzaro, da Manoccio e Corbelli che hanno parlato di “una giornata assai importante perché conferma il valore universale di questa grande opera che il mondo conosce, apprezza e aspetta come del resto dimostra l’interesse della stampa internazionale che continua a mandare a Tarsia i suoi inviati dai Paesi e Continenti più lontani”.