“Non era una vacanza”

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Non erano vacanze, non erano ferie, non era divertimento, non era solo un viaggio: era tornare, finalmente, a casa. La casa è dove si trova il cuore, dicono, ma lì oltre il cuore c’erano i ricordi di un infanzia felice, della gioventù e della spensieratezza dei primi vent’anni di un ragazzo di un paese qualunque. Eppure non erano vacanze: la partenza, l’arrivo, i saluti, gli incontri, i baci e gli abbracci, momenti scanditi dal tempo che faranno comunque parte di te. Andare in un luogo sconosciuto, quella sì che è vacanza! Tornare dove sei nato invece no, quello è semplicemente vivere ancora una volta e con occhi diversi, ciò che sei stato in un passato che mai si dimenticherà.  In ferie, si pensa solo a divertirsi a riposarsi ed a riacquistare le forze necessarie per affrontare altri lunghi periodo di lavoro;  Invece, no! A casa, Si torna contenti, respirando la propria aria e si va via bevendo lacrime che hanno lo stesso sapore del mare.  Ah già, il mare! Il mare ad alcuni non piace; a me il mare non piace. Vivi per una vita a contatto con il mare e quando vai via, ti manca. Non se ne accorge chi può vederlo ogni giorno e non lo apprezza chi può respirarlo. Manca agli occhi? No!  Manca al cuore quel senso di libertà assoluta che può regalare solo il mare abbagliato da un sole che lo confonde all’orizzonte. Eravamo bambini quando aspettavamo l’estate per godere di ciò che un giorno, sarebbe diventato solo un pensiero di libertà.  Non si viaggia solo per esplorare nuove méte; il vero viaggio è sempre dentro di te, andata e ritorno tra testa e cuore che si regalano gratuitamente emozioni forti ed indissolubili.  Non esiste un viaggio di sola andata, si ritorna sempre! Si va via con gli occhi di un bambino indifeso e spaesato; quando si parte non si hanno certezze, si spera nella buona sorte e nelle propria capacità. Quando vai via devi dimostrare chi sei! Lo devi a te stesso prima di tutto ed alle poche persone che, anche da lontano, ti sosterranno sempre.  La partenza è insegnamento, è sfida, è “devo farcela”, non è scappare da qualcosa o qualcuno! Nessuno scapperebbe dall’amore di una Terra, di una mamma, dei fratelli e di un padre. Ma si parte per migliorarsi (forse), anche se poi magari le cose prendono una piega diversa. Ad ogni modo, in ogni caso, sarai giudicato e classificato tra quelli che “se ne sono andati fuori”, emigrati per qualcuno, immigrati per qualcun altro, emigranti per altri ancora…sempre e comunque “forestieri”. facile giudicare non conoscendo la sofferenza altrui o semplicemente la storia di ogni essere umano. Spesso si crede di conoscerla non considerando che ogni uomo su questa Terra lotta una battaglia che deve, in qualche modo, vincere.  Non si è tutti fortunati allo stesso modo, assolutamente no! Arrivi, riparti, torni e vai ancora…infinitamente fino a rimanere senza forze. E quelle forze che prima spendevi esclusivamente per la tua famiglia, oggiservono a te per resistere e farcela. Non era per niente facile rivedere le facce segnate dal tempo, di chi ti chiedeva quanto sarebbero durate le tue ferie.  Il tempo e le ferie, l’uno contro l’altro: l’illimitato e il limite stesso, un orologio guasto che segna sempre la stessa ora contro una sveglia che scandisce ogni attimo avvertendoti del tempo che sfugge. Gli orologi sono il peggior nemico di chi va in vacanza! Tutti vorrebbero che il tempo si fermasse quando l’aereo o il treno che ti riportano a casa terminano la loro corsa! Così ci si affeziona ad ogni secondo, gli si dà valore e ci si stupisce di come spesso il tempo ,inconsapevolmente, viene sprecato;  Non era certo una vacanza da notti brave ma sicuramente era un ritorno da pranzi, cene, aperitivi e dopo cena a base di gelati e granite con chi ti vuole bene. C’è  sempre qualcuno che ti vuole bene ma che, quando sei lontano, non te lo dimostra come vorresti; appena torni peró, ti accorgi, guardandoli negli occhi, del piacere che provano nel rivederti.  Qualcun altro invece, falso, disinteressato o semplicemente invidioso, approfitta per notare la tua freddezza tipica della gente del nord, che non ti fa essere più la persona che eri prima di partire.  Non era una vacanza: in vacanza incontri solo gente che conosce di te solo ciò che vede in quel momento non potendo paragonare il tuo essere a quello di vent’anni prima.  Che triste, pensano che la cultura sia ascoltare un telegiornale e che stare al nord fa diventare così gelidi da rendere insopportabile poi l’afa estiva. Pensano. Ma nessuno si chiede perché un ragazzo che va via di casa a quell’età e ci ritorna, poche volte e per pochi giorni, si dimostri così freddo e distaccato. Contagiato, dicono! No, non è un contagio; non è una malattia, tutt’altro è una cura.  Chi vive un’esperienza simile sa cosa dico. Una cura “dicevo”, che come tale richiede costanza, impegno e sacrificio.  Andare via, partire non è per tutti, come non lo è rimanere: io per esempio non sarei mai dovuto partire.  Eppure serve partire: fa crescere.  Non ero freddo, ero distante! Distante da chi durante tutto il tempo trascorso lontano mai si è interessato di te;  Serve la distanza! La distanza seleziona, screma e filtra; Essere distanti aiuta a conoscere le persone, ad apprezzarne alcune ed allo stesso tempo ad eliminarne altre.  Mediocri li chiamo io invece in Sicilia, al paese di mia moglie,li chiamano “cose inutili”: persone con le quali hai trascorso mezza vita e che oggi ti incontrano e si voltano dall’altra parte. Non era una vacanza nemmeno quando i primi anni, durante i primi ritorni, trascorrevi i pochi giorni a disposizione rincorrendo per un saluto quelle “cose inutili” di cui oggi non ricordi nemmeno le facce. Non eri freddo! Eri semplicemente attento; attento a non cadere ancora per qualcuno che non ti avrebbe per nessun motivo aiutato a rialzarti. Non era una vacanza, non lo è mai stata!  Partire ed arrivare con la voglia di unire tutti, parenti e amici, quelli che sanno del tuo ritorno e vogliono rivederti. quella voglia che ti contraddistingue anche nella tua nuova vita dove, ogni giorno, fai della condivisione il tuo credo. Tanti, ricordo, erano lontani pur vivendo vicini. Tanti altri dopo la tua partenza non si sono mai più visti nè frequentati,che peccato!  Poi torni tu, che con poche telefonate metti insieme tutti: li vedi entusiasti di esserci e di farsi due risate insieme.  Risate sincere, spontanee, attimi di felicità che durano fino al momento del “ci vediamo la prossima volta”. E non era vacanza nemmeno in quei momenti; Nelle vacanze non si piange, si, ci si emoziona forse, ma non si piange.  Eppure io piangevo ogni volta, perché per passione si piange, per amicizia si piange, per amore si piange. E questo è il bello che il tuo cuore conserverà gelosamente dentro di te…oltre l’età, oltre il tempo, oltre la distanza, ad ogni ritorno…Sempre!

Carlo Martorano 

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