Reggio Calabria: sabato al Parco Ecolandia la “saga degli avvelenati”

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Liberamente tratto dal libro “Avvelenati” di M. Iatì e G. Baldessarro – Una produzione Centro Studi Quasimodo ONLUS Regia: Nicoletta Robello Con: Enzo de’ Liguoro – attore, Paolo Sofia – Musicista e la video partecipazione straordinaria di Nick Mancuso. La rappresentazione sarà seguita da un breve scambio di idee tra gli attori, la moglie del Capitano De Grazia, Nuccio Barillà, rappresentante di Legambiente e Tonino Perna, presidente del Parco Ecolandia Qual è il filo conduttore che lega il mistero delle navi dei veleni all’ecomafia? Che mette in relazione l’affare somalo e l’omicidio dei giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrova-n, Il centro Enea di Rotondella e la strage di Ustica? Se ne occupano, in questo libro due giornalisti di razza, Manuela Iatì (Sky Tg24) e Giuseppe Baldessarro (La Repubblica) egregiamente trasposto per un racconto partecipato da due grandi performer quali Enzo de Liguoro e Paolo Sofia! Così leggiamo nella prefazione di Antonio Nicaso: “È sulle coste calabresi che si addensano i più terribili sospetti, apparentemente confermati dal ritrovamento di una nave sui fondali al largo di Cetraro. Nave dei veleni o piroscafo silurato nel 1917? Tra Regione Calabria e Ministero dell’Ambiente la battaglia si combatte a suon di perizie. A mettere la parola fine sul caso del relitto ritrovato, il rapporto della GEOLAB. Ma la storia delle navi dei veleni non può essere chiusa, come qualcuno vorrebbe. Troppi indizi, coincidenze, dichiarazioni, sospetti. Troppi i nomi e gli eventi che si rincorrono, intrecciando una torbida trama: il faccendiere Giorgio Comerio, il pentito Francesco Fonti, il capitano Natale De Grazia, magistrati, politici, imprenditori, mafiosi. I due giornalisti giungono a una puntuale ricostruzione dei fatti e delle inchieste, delle verità raggiunte o solo sospettate, delineando un quadro inquietante e oscuro. E intanto in Calabria si continua misteriosamente a morire” In scena, nelle ultime battute dell’attore emerge, forte, l’urgenza che la verità si faccia largo una volta per tutte: “…Questa storia non la raccontiamo per lavoro. Usiamo gli strumenti dell’esperienza, certo. Ma non è un fatto professionale. Questa storia semplicemente esige di essere raccontata. Perché alcune persone sono già morte, altre stanno morendo nell’istante esatto in cui stiamo dando il “visto si stampi” o mentre si apre il botteghino della prima e altre ancora moriranno mentre queste pagine saranno sfogliate dal lettore, dall’attore. È gente che muore a causa del veleno che ha infettato la nostra terra, il mare, l’ambiente in cui viviamo. Il gene della morte è già entrato nel nostro sangue e persino nel dna di un popolo che ha molte colpe, non ultima quella di aver chiuso gli occhi. Ma che, non per questo, merita di essere ucciso nel silenzio. Siamo stati avvelenati. E, nell’avvelenare noi, hanno avvelenato il nostro futuro, i nostri figli, il modo che abbiamo di affrontare la vita, di fare progetti, di essere, di pensare…Aggiungo di… creare…” L’azione drammaturgica è asciutta, incalzante, costruita su piani temporali che si intrecciano e si sovrappongono. Personaggi, ambienti evocati, fatti, ricordi, ogni elemento è pensato per permettere all’attore di creare immagini vive e al presente. Lo spettatore viene catturato dalla logica incalzante dei fatti e, dai brandelli di evidenze in essi implicite, scopre, anzi ricostruisce autonomamente la nuda e cruda verità. Appuntamento sabato 16 settembre, alle ore 21.00, al Parco Ecolandia.

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