Ceccato 98 – Don Limitri pregava in dialetto

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ceccato 98di Enzo Cuzzola – Fu un mercoledi delle Ceneri che mi accorsi della presenza in Chiesa di don Limitri (Demetrio). Era un uomo molto anziano, sulla ottantina, molto alto e robusto, semicalvo, portava sempre il beretto. Lo notai in prima fila, a sinistra dell’Altare, nella fila di sedie di bura antistante la porta della sacrestia.

Da quella mattina, notai la sua presenza costante ad ogni Messa quotidiana ed a quella domenicale. Sedeva sempre allo stesso posto, cosa strana per gli uomini del paese, che a Messa ci venivano in pochi e quando ci venivano occupavano i banchi in fondo alla Chiesa.

Mi incuriosiva molto, per questo da quel giorno decisi di servire Messa sempre alla destra del Celebrante, in modo da poterlo osservare da vicino. Il suo tempo era scandito dalla Messa, infatti la mattina andava a messa prima di andare a lavorare nei campi, poi tornava al paese all’imbrunire, passando dalla Chiesa, quando trovava aperto. Solo dopo tornava a casa. Ad ogni Messa riceveva la Santa Eucarestia. Ripeteva ogni parola del Celebrante in stretto dialetto reggino. Mi chiedevo come potesse fare, dato che la celebrazione era in latino. Col tempo mi accorsi che la sua presenza forse infastidiva i presenti, compreso il Parroco. Era diverso. Era diverso da ogni uomo del paese. Infatti gli uomini frequentavano, come detto, pochissimo le celebrazioni. Il loro tempo era diviso tra il lavoro, l’osteria ed il salone da barba, raramente in Chiesa, solo per le occasioni.

Più tempo passava e più lo ammiravo. Aveva il coraggio di manifestare liberamente la propria fede e di viverla appieno. Chiesi lumi a zio prete. Mi raccontò che quell’uomo da ragazzo era stato in convento. Poi aveva lasciato e si era sposato, formando una famiglia. Ma aveva conservato una fede fortissima. Una fede fatta di semplicità e senza ostentazione. Credeva e praticava e pregava, come sapeva, in dialetto reggino.

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