Ceccato 98 – Passerella umana

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ceccato 98di Enzo Cuzzola – L’Asparella era un torrentello dalla vita breve, infatti nasceva alla periferia di Nasiti, nell’orrido di Pietre di Nava, e finiva un paio di chilometri a valle confluendo nella fiumara del Calopinace.

Ogni anno passato il 2 novembre, immancabilmente arrivava un temporale carico di lampi tuoni e scroscioni di acqua, in men che non si dica cadeva una quantità di pioggia che riusciva ad ingrossare ed incavolare il torrente Asparella, che, prima di affluire nella fiumara, passava alle spalle delle nostre case.

L’asparella trascinava a valle, nella sua discesa breve ma ripidissima da Nasiti, dove sorgeva, fino alla confluenza con la fiumara del Calopinace, dove moriva, ogni roba: pietre enormi, sassi, alberi, tronchi, rami, ecc. Una notte addirittura aveva trascinato. fino quasi al gomito di confluenza con la fiumara. la renault di compare Nino, per recuperarla gli uomini del rione l’avevano legata e trascinata con delle grosse funi, prima che l’acqua la portasse definitivamente via. L’ Asparella si ingrossava a tal punto che era impossibile attraversarlo, sia per i pedoni, sia per le automobili sia addirittura per l’autobus ed i camion. L’autobus allora non arrivava al capolinea, ma si bloccava alla curva di Campolo.

Qui cominciava l’altruismo di mio cugino Nino ed il divertimento di noi ragazzi. Nino, che era un uomo alquanto tarchiato ma di una forza eccezionale, indossava un paio di galosce (gli arrivavano all’inguine), che gli erano stati dati in dotazione dalla impresa per la quale faceva il cantoniere, e poi faceva la spola tra le due sponde portando in spalla donne, uomini, giovani, vecchi o bambini. Ad ogni trasporto portato a termine scoppiava l’applauso e giù un bicchiere di vino. Nino non lo ha mai saputo, ma per noi ragazzi era un eroe.

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