Rimborso cessione del quinto: Siciliani e Calabresi i più vessati

StrettoWeb

Milioni di euro di rimborsi recuperati a favore di famiglie che avevano sottoscritto e rinegoziato un prestito contro cessione del quinto

Oggi vedremo come possono fare dipendenti e pensionati a recuperare migliaia di euro trattenute da parte di banche e finanziarie. Parliamo nello specifico di anomalie bancarie contenute nei contratti di cessione del quinto dello stipendio o pensione. Clausole vessatorie, mancanza di trasparenza e giri di parole che istituti di credito perpetravano a discapito del consumatore trattenendo per sé parte delle somme da rimborsare.

Per capire meglio questo fenomeno che ha colpito decine di migliaia di consumatori in tutta Italia; oggi parleremo con Alessandro Lega il presidente di ADICONFI l’associazione Difesa Consumatori Finanziari.

ADICONFI: Associazione consumatori che ha la propria sede a Forlì come riesce ad assistere le centinaia di famiglie del meridione che già hanno ricevuto dei rimborsi?

In realtà siamo operativi in tutta Italia e siamo orgogliosi di constatare che quasi il 30% dei nostri associati sono siciliani e del meridione. Purtroppo secondo le nostre statistiche, in queste regioni si concentrano un gran numero di vessazioni e di problemi contrattuali. Grazie a molteplici forme di scambio raccogliamo la documentazione la analizziamo ed esprimiamo il nostro consiglio ai consumatori, che chiede solo in seguito alle verifiche se richiedere ulteriore supporto oppure proseguire con un proprio legale. Questo rapporto chiaro ed aperto continua ad essere apprezzato da quasi tutti, ad eccezione di pochi che non hanno compreso, o non vogliono comprendere, la forza rappresentativa di una associazione di consumatori e di promozione sociale. Una volta avviate, le pratiche sono sotto la verifica del nostro segretariato associativo, che permette agli associati di avere un pronto riscontro sulla propria situazione. I nostri associati ci contattano tramite telefono, email, fax, posta di superficie, whatsapp, in pratica è come se fossimo i loro vicini di casa.

Espresso in questi termini sembrerebbe che non esistano problematiche nel supporto agli associati, proprio non riscontrate difficoltà o malcontento?

Effettivamente non sempre riusciamo ad accontentare tutti, in particolare dal punto di vista delle tempistiche. A volte incontriamo situazioni contrattuali che sono veramente complicate e riuscire ad analizzare la correttezza dei calcoli sugli interessi e sulle relative commissioni a volte è quasi impossibile per la scarsa documentazione, oppure a causa delle problematiche che possono capitare durante il finanziamento come passaggi del contratto ad altre banche, perdita del posto di lavoro, documenti smarriti, ecc…

Sig Lega; andiamo al sodo, può spiegare ai nostri lettori di che tipo di anomalia stiamo parlando e come è possibile ottenere questi rimborsi?

Non stiamo parlando di un semplice errore ma di decine di anomalie. contenute all’interno dei contratti di cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

Nello specifico si tratta di importi trattenuti da banche e finanziarie a diverso titolo, importi che in realtà dovevano essere restituiti al consumatore ma che sono magicamente rimasti nelle tasche delle banche.

Non è sempre facile “scovare” tali anomalie ed ancora più complicato è mettere nero su bianco gli elementi che possono rendere eccepibili tali clausole. Questa indagine costituisce la base per la presentazione di un ricorso che si traduce nella maggior parte dei casi in un cospicuo rimborso per il consumatore.  Tra l’altro questo argomento è diventato di gran moda in quest’ultimo anno e sono diventati molti i siti web che offrono supporto per il recupero di questo tipo di rimborso facendo credere che si tratti di una procedura semplice e veloce. Sfortunatamente questo non è completamente vero. Infatti siamo soliti incontrare pratiche che hanno ricevuto un rimborso solo parziale mentre le anomalie possono essere rilevate in diverse forme. Purtroppo una volta che il rimborso è stato erogato tramite una procedura di reclamo, non sarà più possibile ritornare a richiedere rimborsi per ulteriori anomalie che non sono state riscontrate durante la procedura.

Presidente Lega; può essere più specifico e dirci alcune di queste anomalie che ADICONFI ha trovato in questo tipo di contratti di prestito?

Certamente; anche se non sarà facile essere sintetico benché presenterò solo una parte di queste anomalie. Andiamo con ordine.

Addebiti di commissioni per la cessione del quinto a favore di un intermediario che risulta sconosciuto.

Per fare capire ai lettori meglio questa particolare anomalia facciamo un esempio pratico. Lei si rivolge direttamente a un costruttore per acquistare la sua prima casa. Subito dopo il rogito dal notaio lei guarda le carte e scopre che le hanno appena fatto pagare € 4800,00 di commissioni di intermediazione immobiliare. Lei naturalmente sarà sorpreso perché non si è rivolto a una agenzia immobiliare ma era andato direttamente dal costruttore. Ebbene, esattamente così succede con molti contratti di cessione del quinto. Le finanziarie fanno pagare commissioni salatissime a dipendenti e pensionati per un intermediario “fantasma” intermediario a cui il consumatore non si era mai rivolto o che non si era presentato come tale.

Articoli contrattuali della cessione del quinto non inseriti nel contratto che firma il consumatore ma specificati solo nella legenda del documento di sintesi.

Questa è la mia anomalia “preferita”. Mi deve perdonare l’ironia purtroppo le banche si sono inventate di tutto pur di accrescere i propri introiti grazie ai propri clienti. Torniamo all’esempio della casa appena comprata e solo dopo essere arrivati in fondo alla lettura del contratto di mutuo ci accorgiamo che il motivo per cui stiamo pagando la commissione di intermediazione è scritto sulle mappe catastali in piccolo alla voce, descrizione dell’immobile.

Tristemente anche questa è una strategia da alcune banche e finanziarie. Vengono deliberatamente inserite condizioni contrattuali non nel contratto che il consumatore sottoscrive ma nella legenda del documento di sintesi, documento che chiaramente l’utente non guarderà così attentamente come il contratto stesso.

Commissioni della cessione del quinto calcolate e espresse in percentuale sul montante invece che sul importo finanziato.

Anche qui calza a pennello un altro ironico paragone che mi permette di spiegare con parole semplici questa altra anomalia. Vi ricordate il film di fine anni settanta “L’Albero degli Zoccoli”? ispirato al libro di Ignazio Silone “Fontamara “. Lo scaltro avvocato Don Circostanza ingaggiato dall’imprenditore che pretende l’usufrutto sul fiume per 50 anni inganna i contadini rubando a loro l’acqua necessaria per irrigare i loro campi con una “singolare” parafrasi: deviare il fiume per soli 10 lustri invece di 50 anni.

Ecco lo crediate o no le banche e finanziarie usano spesso la stessa identica strategia nei contratti di cessione del quinto. Quando si tratta di “camuffare” costi molto alti, spesso vengono espresse in percentuale sul montante lordo piuttosto che espressi in euro, contravvenendo alle normative sulla trasparenza. Ovviamente leggere su un contratto che sto pagando il 9% di commissioni offre una prospettiva diversa rispetto a “Commissioni intermediario € 3600,00”

Costi maturabili nel corso del finanziamento e non restituiti dalla finanziaria.

Questa forse è la anomalia più diffusa e conosciuta. Consiste in una semplice “dimenticanza” da parte della banca di inserire nei contratti di cessione del quinto le clausole che danno diritto al consumatore a ricevere un equo rimborso dei costi del finanziamento nel caso in cui il consumatore decidesse di rinegoziazione il prestito o di chiuderlo anticipatamente.

Allo stesso tempo potrebbe anche essere una delle anomalie più insidiose già che, anche leggendo tutte le clausole contrattuali difficilmente troveremo un articolo che spiega il diritto a un equo proporzionale rimborso della essione del quinto. Quindi il consumatore, anche quello più attento, non trovando nel suo contratto di prestito alcun ipotesi di rimborso, non penserà mai di chiederlo alla finanziaria.

Duplicazione delle commissioni pagate.

Qui si sfiora il paradosso e sempre a discapito del consumatore. Sempre più spesso vediamo clausole contrattuali che addebitano al cliente la stessa identica commissione in due voci simili.

Polizze assicurative contrattualmente a carico della finanziaria ma fatte pagare al consumatore stesso.

Questa è un’altra anomalia sulle cessioni del quinto davvero grave. La finanziaria scrive nel contratto che la polizza assicurativa obbligatoria è a completo carico del Istituto, ma se andiamo a fare tutte le verifiche contabili del caso scopriamo che in realtà la polizza è stata fatta pagare all’ignaro consumatore.

In sostanza: La finanziaria dichiara nel contratto che si fa carico di un costo che in realtà scarica sul suo cliente. 

Usura sopravenuta nella cessione del quinto

Parlare di usura sicuramente suscita perplessità e sdegno per le molteplici spiacevoli situazioni raccontate in cronaca di molti notiziari. In questo caso però si tratta di una usura incolpevole, perché non costituisce reato penale. L’usura sopravvenuta infatti si verifica quando un tasso di interesse che era legale al momento della firma contrattuale, nel corso del prestito diventa troppo alto rispetto al tasso soglia a seguito della riduzione dei tassi di mercato. Questa anomalia si verifica più spesso nel finanziamenti di importi bassi o con rateazioni di breve durata. La gravità della situazione purtroppo è dovuta al fatto che solitamente questi piccoli prestiti sono stati contratti da consumatori con poche possibilità economiche e che invece dovrebbero essere i più tutelati.
Inoltre, benché non sia dimostrabile, molte banche hanno la possibilità di prevedere con una discreta precisione quello che sarà l’andamento dei tassi nel prossimo futuro e nonostante ciò hanno applicato tassi molto vicini alla soglia che naturalmente sono entrati in “usura sopravvenuta”. In un certo senso hanno previsto di poter applicare tassi oltre la soglia dell’usura evitando qualsiasi ripercussione penale.
Il ricalcolo degli importi pagati in eccesso in questi casi è piuttosto macchinoso, inoltre è necessario reperire i dati storici sui tassi, direttamente dalle fonti ufficiali pubblicati dal MEF tramite la Gazzetta Ufficiale. Ultimate le verifiche però si può riscontrare che le differenze sono così piccole che non giustificano nemmeno il costo della raccomandata, ma talvolta si riscontrano eccessi anche di un migliaio di euro o più

Linguaggio eccessivamente tecnico e poco comprensibili al consumatore.

Niente di meglio di un gergo tecnico e complicato per rendere la lettura del contratto il più complicato possibile. Se il consumatore non lo comprende difficilmente conoscerà i suoi diritti.

Costi di intermediazione eccessiva

Quando i costi di intermediazione pagati dal consumatore per la cessione del quinto raggiungono circa il 10% del capitale lordo sono considerati da banca D’Italia “Cospicui”, quando invece raggiungono circa il 20% o più , sono considerati eccessivi e passibili di restituzione o ridimensionamento del importo. Anche in questo caso sarebbe necessario approfondire l’argomento, ma come accennato inizialmente dobbiamo tralasciare i particolari tecnici. 

Nessuna possibilità di concordare il costo di intermediazione.

Qui sembra che alcune finanziarie giochino a poker. Inseriscono la commissione di intermediazione all’interno di altre voci di costo onde evitare che il consumatore capisca cosa sta pagando esattamente per questo servizio. La normativa vigente è chiara. La banca dovrebbe mettere il consumatore nella condizione di fare una scelta consapevole e ponderata, soprattutto per quanto riguarda il costo di intermediazione del credito. Costo che speso e volentieri è quello che più incide sugli interessi pagati dal utente. L’analisi di questa anomalia richiede purtroppo una certa abitudine al gergo tecnico-legale, infatti il diritto al rimborso può dipendere da una parola in più o in meno nella stesura del contratto.

La mancata distribuzione dei costi della cessione del quinto e delle attività tra i destinatari della commissione stessa.

Commissione unica che remunera diversi soggetti ma non è dato a sapere:

1) chi siano questi soggetti

2) Quali attività hanno svolto.

In sostanza il consumatore si ritrova a pagare una grossa commissione a soggetti che non conosce e di cui non è chiara l’attività che effettivamente hanno svolto in suo favore. Questa modalità di stesura contrattuale determina spesso la mancanza di trasparenza di cui tanto si sente parlare, ma la cui regolamentazione ha subito continue modifiche ed aggiornamenti nel corso del tempo. In pratica una ulteriore necessità di addentrarsi in tecnicismi che diventano validi solo dopo determinate disposizioni da parte degli organi competenti. 

Assenza totale della descrizione dei singoli costi della cessione del quinto

Potrà sembrare strano, ma ancora oggi troviamo questa anomalia all’interno dei contratti di cessione del quinto e dei prestiti delega. Viene inserita praticamente una singola voce di costo in cui vengono racchiuse tutte le commissioni di sorta. E’ possibile che il consumatore non debba sapere cosa nello specifico andrà a pagare? La normativa è chiara e ben conosciuta dalle banche e finanziarie che dovrebbero essere trasparenti, ma non sempre è così. Quando andiamo al supermercato lo scontrino contiene la descrizione di ogni articolo che acquistato, e non una singola voce “merci” con l’intero importo. Con alcune finanziarie può tutt’ora capitare. A questo proposito c’è ancora molta strada da fare.

Incoerenza tra contratto di cessione del quinto e documento SECCI.

In questo caso riteniamo che si tratti di una vera e propria disattenzione da parte della banca / finanziaria che ha scritto il contratto, perché diversamente non è spiegabile una tale contraddittorietà. Purtroppo però capita di riscontrare anche questo tipo di incoerenza tra le clausole del contratto di cessione del quinto e il relativo SECCI che naturalmente forma parte dello stesso contratto. Come è possibile che nella pagina 2 del contratto la banca mi dice una cosa e alla pagina 3 del SECCI dice più o meno il contrario? Un bravo avvocato naturalmente ha sempre la spiegazione: cioè che il seguito contrattuale amplia e specifica quanto introdotto inizialmente. Ebbene, allora perché non scriverlo direttamente fin dall’inizio e mettere subito in chiaro quali sono le condizioni? Ma a questa domanda non c’è ancora una risposta definitiva.

Presidente Lega; prima di questa intervista lei mi accenno che alcune finanziarie stanno cercando strategie alquanto ambigue pur di sottrarsi alle proprie responsabilità di rimborso della cessione del quinto. Prima il danno e poi la beffa?

Vorrei essere ottimista in questo senso ma la realtà parla chiaro. Alcune finanziarie già oggi si stanno organizzando in diversi modi (anche molto discutibili) pur di sottrarsi al rimborso cessione del quinto. Le do solo 3 esempi recenti:

Finanziarie che si cancellano dall’albo per non essere più soggetti a gli organismi di controllo

Un’altra trovata da parte di alcune finanziarie per sottrarsi alle proprie responsabilità verso i consumatori è auto cancellarsi dal proprio albo.

Per spiegarmi meglio userò un esempio un po’ commerciale ma non lontano dalla realtà. Immaginate di comprare un nuovo modello di smartphone coperto da garanzia pluriennale, Dopo diversi anni di continua vendita l’azienda chiude i battenti e riapre sotto altre spoglie, a chi potreste rivolgervi per la garanzia dei vostri dispositivi? Purtroppo in ambito finanziario non tutti si comportano come la Samsung che ha risarcito i propri clienti che avevano comprato il Note 7.

Ecco, anche questo fanno alcune banche e finanziarie. Sapendo di aver fatto un torto contrattuale al consumatore si auto cancellano dal albo degli intermediari finanziari sottraendosi così a tutti i controlli e verifiche da parte degli organi preposti da Banca D’Italia in caso di un ricorso.

In questo modo mettono il proprio cliente nella situazione di dover fare per forza una causa civile per vedere riconosciuti i propri diritti per ottenere il rimborso della cessione del quinto. Secondo lei un pensionato che deve recuperare da una Banca € 3500,00 affronterebbe una causa civile che dura almeno 2 anni con spese di migliaia di euro di avvocati? Certamente no. E le banche lo sanno.

Cessione dei contratti di prestito a favore di semplici società srl non assoggettabili alle decisioni degli organi di controllo.

Questa è possiamo dire una “variante” del caso precedente. Questa volta l’azienda produttrice di smart-phone non chiude, ma vende interamente la sua attività ad un’altra ditta così piccola ed ubicata in un luogo così lontano da non essere praticamente raggiungibile. Quanti smartphone saranno spediti in garanzia rischiando di non tornare più o tornare quando sono ormai obsoleti?

Cartolarizzazione del prestito.

Questo assomiglia molto al gioco delle 3 carte. E’ un’altra anomalia che riguarda diverse tipologie di prestiti ed talvolta anche i contratti di cessione del quinto. Il consumatore si rivolge alla finanziaria per sottoscrivere il prestito, una volta erogato il finanziamento la finanziaria vende il contratto a un altro istituto che a sua volta lo vende a un altro ancora ecc.

Fin qui tutto normale se non fosse per il fatto che in caso il consumatore volesse chiedere un rimborso dovrebbe prima capire dove sia finito il suo prestito. Faccenda alquanto difficile e ricca di tentativi a vuoto. Anche in questo modo alcuni Istituti cercano di evitare le proprie responsabilità di rimborso cessione del quinto e spesso ci riescono.

Alessandro Lega; a quanto ammontano i rimborsi della cessione del quinto che l’utente potrebbe ottenere e quanto tempo è necessario attendere per il risarcimento?

Questo dipende molto da quante anomalie contiene il contratto di cessione del quinto rinegoziato. Comunque per dare un idea di massima è possibile ottenere dietro a un ricorso da € 2500 a € 7500 per ogni prestito rinegoziato o chiuso anticipatamente. Nei casi migliori la pratica si chiude in circa 2 o 4 mesi. In altri casi l’iter si complica per le resistenze (comprensibili) da parte delle banche ad erogare i rimborsi della cessione del quinto, per cui si rende necessario produrre ulteriore documentazione e avviare gli specifici ricorsi agli organi di competenza come previsto dalle normative. In alcuni casi si è costretti ad attendere oltre 1 anno.

Quante possibilità ci sono che questi contratti presentino anomalie?

Statisticamente oltre il 90 per cento dei contratti rinegoziati controllati da ADICONFI presentano problemi.

Come può l’utente capire se il proprio contratto di cessione del quinto che ha rinegoziato è affetto da queste problematiche? In che modo ADICONFI può aiutarli?

ADICONFI è nata proprio per mettere a disposizione tutte le sue risorse e competenze al fine di far conoscere quelle che sono le anomalie bancarie sperando che gli equilibri tra istituti di credito e consumatori possano essere ripristinati. Questo tipo di verifiche è gratuita per tutti i nostri associati. Basterà inviarci il vecchio contratto di cessione del quinto rinegoziato e il relativo conteggio per estinzione anticipata. I nostri periti faranno tutte le verifiche necessarie.

Presidente Lega; come possono fare gli utenti a contattare ADICONFI per avere maggiori informazioni?

Possono contattarci tramite diverse modalità:

Direttamente tramite la nostra pagina web www.adiconfi.it

Via e-mail al nostro Ufficio relazioni con il pubblico: urp@adiconfi.it

Telefonicamente da lunedì a venerdì dalle 9:00 alle 18:00 allo 0543-1995737

Tramite FAX al numero 0543 579915

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