Dal Marocco a Torino passando per la Spagna: distrutta la rete della droga costruita dalla ‘Ndrangheta

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Conclusa questa mattina dai carabinieri del Ros un’operazione che ha portato all’arresto di 12 persone legate a famiglie di ‘ndrangheta

Organizzavano incontri riservati in Piemonte, Lombardia, Liguria e Calabria, per pianificare un articolato traffico di stupefacenti, con la droga, cocaina e hashish, proveniente dal Marocco e acquistata in Spagna, poi destinata al mercato torinese. Si e’ conclusa stamattina l’operazione dei carabinieri del Ros di Torino, che ha portato all’arresto di 12 persone legati a famiglie della ‘ndrangheta. Per tutti il reato contestato dalla Procura e’ traffico internazionale di stupefacenti e detenzione illegale di armi. Nello specifico, tre pistole rubate e ritrovate nell’abitazione di uno degli indagati. Il personaggio chiave dell’inchiesta e’ Rocco Piscioneri, morto lo scorso marzo a Foglizzo, noto narcotrafficante che da tempo si era trasferito in Spagna, nonche’ amico di vecchia data di Rocco Schirripa, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio del procuratore capo di Torino Bruno Caccia. Nel 2013 Franco Pannozzo e Natale Lupia, criminali noti alle forze dell’ordine, vengono ripresi dalle videocamere mentre si stanno recando nella lussuosa villa di Piscioneri a Huelva, nel sud della Spagna. Nel giugno 2013 spuntano altri due nomi, quelli di Mario Contro’ e Luigi Trisolino, quest’ultimo di 80 anni, incaricato di organizzare gli spostamenti del gruppo. Altri due personaggi chiave energono da un’intercettazione telefonica.

Si tratta di Bruno Trunfio, figlio di Pasquale, gia’ capo della locale di ‘ndrangheta di Chivasso, condannato a 7 anni di carcere per associazione mafiosa, e Giovanni Cannalire, attivo nel traffico di stupefacenti tra Piemonte e Puglia. Nelle successive indagini, gli inquirenti vengono a conoscenza di un libro mastro custodito da Lupia, dove sono riportati con scrupolo i volumi di narcotico trattato, con singole partite di 300-400 kg di hashish. Nel prosieguo delle indagini il numero degli indagati aumenta. Tra questi, c’e’ Antonio Squillace, incaricato di ritirare e trasportare in Spagna il denaro guadagnato con il traffico illecito. E ancora i fratelli Mauro e Sandro Brancadoro, a cui vengono affidati compiti logistici, entrambi in costante contatto con Piscioneri. Un primo colpo all’organizzazione viene inflitto nel maggio 2014, quando la polizia spagnola arresta a Malaga il latitante Mario Antonio Di Giacomo, uomo di fiducia di Piscioneri. Quest’ultimo, intanto, e’ divenuto latitante in quanto destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Torino, dovendo scontare una pena di 15 anni per traffico internazionale di droga. Piscioneri viene arrestato in Spagna nel giugno 2014, all’interno di una clinica dove si era recato sotto falso nome. Senza il proprio leader, il controllo dell’organizzazione passa nelle mani di Cosimo Piscioneri, fratello di Rocco. Intanto a Torino i militari arrestano Marco Gianani, sorpreso in un appartamento del centro con tre pistole, munizioni e droga. Armi appartenenti al sodalizio criminale che Gianani avrebbe dovuto cedere a Lupia. Nel giugno 2015 Rocco Piscioneri, nel frattempo estradato in Italia, viene scarcerato a causa delle gravi condizioni di salute, morendo nel marzo di quest’anno.

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