Qualità della Vita, Reggio Calabria resta in fondo. Attenti a Falcomatà, adesso potrebbe chiederci altri 107 anni di tempo per la sua “svolta”

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Qualità della Vita, il disastro di Reggio Calabria continua: da cinque anni sempre in fondo alla classifica stilata dal Sole 24 Ore

Reggio Calabria resta ancora una volta in fondo alla classifica della Qualità della Vita stilata dal Sole 24 Ore, da diversi decenni, sempre in base agli stessi parametri: oggi sono state pubblicate le graduatorie del 2017, e la città calabrese dello Stretto si trova 108ª, cioè terzultima. Un anno fa era 109ª, quindi penultima. E tre anni fa era 110ª, quindi ultima: ecco perché dobbiamo stare attenti a Falcomatà, che potrebbe chiederci altri 107 anni di tempo per completare la sua personalissima “svolta” e portare Reggio in vetta alle classifiche nazionali: una posizione l’anno, si può fare…

Foto StrettoWeb / Simone Pizzi

Ironie a parte, ricordiamo il commento del Sindaco alla classifica del 2015 quando Reggio era ultima e Falcomatà parlava di “dati sballati“, e aggiungeva che “in realtà la Svolta è già iniziata almeno da un anno, almeno a Reggio Calabria, perché questa classifica non rappresenta quello che in realtà sta succedendo nella nostra città. Al di là dei freddi dati, mi viene da commentare che purtroppo questa classifica non tiene conto dei miglioramenti che vengono fatti da un anno all’altro e magari continua a mantenere in testa alle classifiche città che stanno andando peggio rispetto agli altri danni”. Eppure nel 2015 qualche alibi a Falcomatà lo si poteva anche concedere, per lui che era diventato Sindaco ad Ottobre 2014. Adesso, però, no. Sono passati più di tre anni, ben oltre la metà della sua legislatura. E Reggio Calabria è sempre in fondo a quella classifica in cui, fino a pochi anni fa, manteneva posizioni ben più dignitose, tra le migliori di tutto il meridione. Cosa ci si può aspettare da un primo cittadino che di fronte ad uno dei drammi più gravi per l’economia della città dichiara freddamente che “quello dei Mercati Generali non è un servizio pubblico essenziale”?

Qualità della Vita, le posizioni di Reggio Calabria nella classifica degli scorsi anni

Ecco le posizioni della città di Reggio Calabria nella stessa classifica sulla Qualità della Vita realizzata dal Sole 24 Ore, sempre in base agli stessi parametri:

  • 2004: 97ª 
  • 2005: 90ª 
  • 2006: 94ª 
  • 2007: 97ª 
  • 2008: 92ª 
  • 2009: 91ª
  • 2010: 103ª 
  • 2011: 94ª 
  • 2012: 92ª 
  • 2013: 105ª 
  • 2014: 106ª 
  • 2015: 110ª 
  • 2016: 109ª 
  • 2017: 108ª

Qualità della vita, la crescita delle altre città del Sud

Eppure non è affatto vero che Reggio Calabria segue il trend delle altre città del Sud. Anzi, proprio in questo 2017 abbiamo un vero e proprio boom di tutte le altre calabresi, della Basilicata e di alcune siciliane che stanno rapidamente risalendo la classifica guadagnando moltissime posizioni. Rispetto ad un anno fa, infatti, mentre Reggio da penultima (e quindi avrebbe avuto soltanto molto da guadagnare e poco da perdere) è rimasta in fondo guadagnando una sola posizione e classificandosi così terzultima, le altre città del Sud hanno fatto molto molto meglio guadagnando tantissime posizioni. Altre non hanno fatto registrare balzi in avanti, ma hanno mantenuto posizioni dignitose o comunque ben lontane dagli ultimi posti (Cagliari 55ª, Isernia 78ª, Ragusa 80ª, Campobasso 83ª, Enna 84ª, Bari 86ª, Messina 89ª, Catania 93ª). Significativi i balzi avanti di Crotone, Matera, Potenza, Vibo, Cosenza, Siracusa, Caltanissetta e Catanzaro:

  • Crotone +21
  • Matera +15
  • Potenza +13
  • Vibo Valentia +12
  • Cosenza +10
  • Siracusa +10
  • Caltanissetta +8
  • Catanzaro +5

Qualità della vita: ecco perchè Reggio Calabria è e rimane in fondo (i dati)

Allora andiamo ad analizzare i vari parametri pubblicati nella classifica, e possiamo capire come e perché Reggio Calabria si trova così in fondo alla classifica. Gli indicatori sono tra i peggiori in assoluto di tutt’Italia, soprattutto per quanto riguarda il lavoro con un tasso di occupazione di appena il 37% (significa che lavorano meno di 4 persone su 10), e una disoccupazione giovanile alle stelle. Che poi tra questi ci siano anche tanti disoccupati felici, che ritengono questa classifica fuorviante perché “da noi c’è il sole e l’aria è pulita“, e quindi si può passeggiare respirando a pieni polmoni sul Corso o sul Lungomare, è un altro paio di maniche. Legato al disastro lavorativo c’è il dato economico di depositi bancari per appena 5.306 euro al mese: solo Vibo e Crotone fanno peggio.

Oltre ai soldi e al lavoro, ci sono tanti dati sorprendenti che dimostrano come Reggio sia in fondo praticamente in tutti i settori: è pessimo, ad esempio, l’indice “di sportività” di una città che fino a pochi anni fa poteva vantare tanti club nelle rispettive massime categorie nazionali, anche ad altissimi livelli, e oggi invece vive di dilettantismo (anche nella formazione dei più giovani), con strutture abbandonate al degrado e all’incuria, a partire dai decadenti stadio Granillo e palazzetto dello sport di Pentimele, fino agli altri campi minori.

C’è poi un dato pessimo anche per quanto riguarda la spesa dei turisti stranieri: eclatante, se pensiamo che Reggio dovrebbe vivere di turismo grazie alle straordinarie risorse di cui la storia e la natura l’hanno dotata. Ma hanno dato il pane a chi non ha i denti.

Arriviamo alla sanità, che non funziona: il 23% di emigrazione ospedaliera è uno dei dati peggiori d’Italia in assoluto. E quello che sta succedendo per i parti, con una città in cui non si può più neanche mettere alla luce il proprio figlio, è davvero clamoroso e senza precedenti probabilmente non solo in Italia, ma anche in altri Paesi considerati “del terzo mondo“.

A proposito di terzo mondo: a Reggio non funziona neanche l’integrazione, tanto sbandierata dagli amministratori locali e nazionali che gonfiano il petto con orgoglio quando snocciolano i numeri di “Reggio Calabria città dell’accoglienza“. Negli ultimi tre anni al porto sono arrivati oltre 25.000 immigrati, uno dei numeri più alti della storia del Mediterraneo, eppure il tasso di acquisizione di cittadinanza è tra i più bassi d’Italia (appena 3 ogni 100 stranieri residenti). Evidentemente l’integrazione cittadina non funziona affatto. E nonostante l’arrivo di ondate di immigrati senza precedenti, il saldo migratorio rimane negativo: anche qui il tasso è tra i peggiori d’Italia.

Abbiamo anche il peggior livello di spesa sociale pro capite degli enti locali per minori, disabili e anziani: appena 5 euro. Nessuno, in Italia, spende così poco per l’assistenza sociale nei confronti di chi ne ha bisogno. Infine, il peggior “indice di litigiosità” in assoluto con 1.974 nuove cause per ogni 100.000 abitanti.

Insomma, siamo poveri, disperati, egoisti e “puru sciarriati“. Un disastro sotto gli occhi di tutti, eccezion fatta per i nostri amministratori. Che però non hanno tutti i torti se continuano a vendere fumo: quale cittadinanza del mondo consentirebbe una tale decadenza nel silenzio e nell’indifferenza più totale? Reggio si sta facendo scorrere tutto addosso… E allora è proprio vero che ognuno ha ciò che si merita. Magari non per altri 107 anni, o forse sì. Sarà che StrettoWeb non ha pazienza, forse dovremmo essere felici. Sarà sbagliato il nostro punto di vista, forse siamo noi che non siamo mai contenti…

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