Dopo il debutto del 2005, torna per il XIII anno al Teatro Vittorio Emanuele di Messina la rassegna per i più piccoli “Sarabanda di fiabe”
Non ultimo in importanza, l’inserimento, tra le fiabe più classiche, di fiabe contemporanee scritte da ottimi e noti artisti della nostra provincia. La rassegna si è posta l’obbiettivo di realizzare, non solo un intervento di divertente intrattenimento, ma anche di avvicinamento al libro, e quindi alla lettura o narrazione. Si è voluto creare un momento che metta insieme: educazione all’ascolto, scoperta del valore che le fiabe hanno sempre avuto, e divertimento. Ogni spettacolo è concepito con struttura di racconto. L’elemento principale è il libro. Il Narratore, dal leggio, presenta situazioni e personaggi, che si animano attraverso l’interpretazione degli attori, e coinvolgono direttamente i bambini all’interno dell’azione teatrale. Fatto che ha sempre suscitato molto interesse e divertimento per bimbi e genitori. Il Direttore artistico della Prosa Simona Celi che ha fortemente voluto la rassegna, in merito alla proposta formulata da Accademia Sarabanda, dichiara: “considerato il successo di pubblico della passata rassegna e la necessità di coinvolgere, attraverso il teatro, un settore molto importante e la ricaduta che il medesimo progetto ha in termini di educazione al teatro, considero fondamentale e di primaria importanza accogliere quanto proposto”.
“L’importanza delle fiabe” di Gianni Fortunato Pisani
Se speriamo di vivere non semplicemente di momento in momento ma realmente coscienti della nostra esistenza, la necessità più forte e l’impresa più difficile per noi consistono nel trovare un significato alla nostra vita. Oggi, come in passato, il compito più importante e anche il più difficile che si pone a chi alleva un bambino è quello di aiutarlo a trovare un significato alla vita. La fiaba, la favola, mentre intrattiene il bambino, gli permette di conoscersi, e favorisce lo sviluppo della sua personalità. Essa offre significato a livelli così diversi, e arricchisce l’esistenza del bambino in tanti modi diversi. Il piacere che proviamo quando ci lasciamo coinvolgere da una fiaba, l’incanto che avvertiamo, proviene non dal significato psicologico di una storia (benché anch’esso abbia il suo peso ) ma dalle sue qualità letterarie: dalla fiaba come opera d’arte. La fiaba non potrebbe esercitare il suo impatto psicologico sul bambino se non fosse in primo luogo e soprattutto un’opera d’arte. E come avviene con tutta la grande arte, il significato più profondo della fiaba è diverso per ciascuna persona, e diverso per la stessa persona in momenti differenti della sua vita.
Le fiabe hanno un grande significato psicologico per bambini di tutte le età, sia femmine sia maschi, indipendentemente dall’età e dal sesso dell’eroe della storia. Dalle fiabe viene ricavato un ricco significato personale perché facilitano dei mutamenti in fatto d’identificazione man mano che il bambino si occupa di problemi diversi, uno alla volta.
Molti sono i modi, si diceva, di arricchimento. Per esempio:
– il nostro retaggio culturale trova espressione nelle fiabe, e per loro tramite viene comunicato alla mente del bambino;
– le fiabe possono dare all’educazione morale del bambino un contributo impareggiabile;
– le fiabe abbondano anche di motivi religiosi (Le novelle delle Mille e una notte ne sono l’esempio più lampante, ma anche moltissime storie dei fratelli Grimm);
– le fiabe vanno infine solo ascoltate, lasciandosi incantare. Le interpretazioni degli adulti, per quanto corrette possano essere, privano il bambino della possibilità di avvertire una sensazione: quella di aver affrontato, da solo e con successo, dopo aver ascoltato la storia e meditato su di essa, una difficile situazione.
Noi cresciamo e troviamo significato nella vita e sicurezza in noi stessi perché abbiamo compreso e risolto dei problemi personali da soli, non perché altri ce li abbiano spiegati. Le fiabe arricchiscono la vita del bambino e le danno un carattere magico perché egli non sa con esattezza come abbiano fatto queste storie a operare in lui la loro magia. Leggere una storia non equivale a farsela raccontare, perché leggendola da solo il bambino può pensare che un estraneo – l’autore o il curatore del libro – racconti cose da non approvare. Ma quando sono i suoi genitori o una persona fidata a raccontargli la storia, un bambino può essere sicuro che essi lo approvano quando nella sua fantasia si lascia cullare, incantare e coinvolgere dal racconto.