Estremismi sì, estremismi no: il seme malato che porta ad essi è il medesimo, a prescindere dal colore politico nel quale germoglia
Ma il grande e reale controsenso qual è? E’, ovviamente, che nel momento in cui sono apparsi i fotomontaggi che ritraevano Salvini esattamente come Aldo Moro nel periodo delle prigionia terminata poi con la sua esecuzione, gli inquisitori in questione sono magicamente scomparsi. O meglio, hanno liquidato il tutto a mo’ di “sono ragazzi, fanno scherzi innocenti”. Il primo episodio, dunque, seppure dubbio, è stato ritenuto gravissimo. Il secondo, palese e concreto, è passato nella quasi indifferenza generale, e anzi ha causato ilarità e consensi.
Dunque dove sta il giusto? Dove sta la verità? Come sempre la verità sta nel mezzo: non si può, in nome di una presunta libertà, togliere la vera libertà a chicchessia. Ed è necessario comprendere, una volta per tutte, che gli estremismi, di qualsiasi natura essi siano e a qualsiasi parte politica facciano capo, sono inutili, pericolosi e limitanti. Perché nulla mette i paraocchi e chiude le menti come le ideologie per partito preso. Il bene e il male, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è cultura e ciò che non lo è, la verità e la menzogna, non appartengono a una parte piuttosto che ad un’altra e non sono da ricercare negli estremismi, che siano essi di natura religiosa o politica. Verità, bene, giustizia, vanno perseguiti esclusivamente attraverso il ragionamento, l’apertura mentale, la comprensione e la consapevolezza di ciò che ci sta intorno, mettendo sempre in dubbio le nostre opinioni, pur mantenendo ben saldi i valori che riteniamo più giusti.
Utilizzare due pesi e due misure è diventato lo ‘sport’ preferito da una grossa fetta di italiani, plasmata da decenni di timori nei confronti di un movimento politico, quello fascista, che si è reso responsabile di crimini atroci nel nostro Paese, ma che è ormai morto e sepolto, e lo sparuto gruppo di individui che cerca di portarne ancora in auge i valori non avrà fortunatamente mai più terreno fertile sul quale far crescere il seme malefico del totalitarismo. Diverso, invece, il discorso in merito a ciò che rappresentano le Brigate Rosse. Sebbene numerosi esponenti di questa organizzazione terroristica di estrema sinistra siano stati condannati e stiano tuttora pagando per le proprie azioni, occorre sottolineare ed evidenziare ciò che troppi non riescono a dire, quasi per timore reverenziale: chi esalta i principi criminali delle Br non viene, a tutt’oggi, perseguito e additato come criminale allo stesso modo dei neofascisti. E questo sempre per quel meccanismo di ‘plasmazione dei cervelli’ che, a causa di una diffusa mentalità collettiva (simile, nella sostanza, a quella che negli anni ’30 ha fatto sì che interi popoli appoggiassero le intenzioni e le azioni di due folli criminali come Hitler e Mussolini) ha portato gli italiani a condannare in toto il solo colore nero, salvando al contempo troppe sfumature di rosso. Mentre gli estremismi, come già detto, vanno condannati nella loro totalità, perché sebbene cambi il colore, il seme malato che porta ad esse è comunque sempre il medesimo.