“A Messina non c’è nenti”, recitava un adagio ormai popolare in città. E ora a Messina non ci sono neanche le scuole. Chiuse, pericolanti e inagibili: l’edilizia scolastica è in malora
Si perde ormai il conto degli edifici scolastici che a Messina hanno chiuso i battenti. Non esageriamo nel dire che quella della città è un’edilizia scolastica che cade a pezzi, ferma sugli atavici problemi legati della sicurezza, con ancora troppe emergenze e criticità irrisolte. Un capitolo a parte meriterebbe la questione dei servizi offerti agli studenti, perché accade che a Messina per un banale incendio ad una fotocopiatrice gli alunni della Pascoli-Crispi siano costretti a saltare la lezioni per più di un mese o che si inaugurino in pompa magna i nuovi plessi della Leopardi, ma gli studenti debbano fare lezione senza energia elettrica. Non è poi certo un mistero che che riguardo agli edifici scolastico in disuso l’Amministrazione comunale abbia una certa predisposizione a chiudere un occhio, acconsentendo (o suggerendo?) che le scuole diventino “abitazioni di fortuna” per far fronte all’emergenza abitativa: si ricorderà il caso dell’Ugo Foscolo in via Palermo, in cui da anni risiedono stabilmente diversi nuclei familiari. In questi mesi abbiamo seguito da vicino le vicende della scuola Lombardo Radice , abbiamo riportato quello che accade nel villaggio di Bordonaro, dove i residenti sono stati “scippati” di ben più di un edificio scolastico, tra cui la “Capitano Traina” di via Comunale Santo (dalla sez. 234 alla sez. 239) e l’Ettore Castronovo. Quest’ultimo plesso era stato oggetto negli anni di alcuni interventi di adeguamento, ma ciò non è bastato a renderlo funzionale e ad incoraggiare l’utilizzo, neanche “per altre finalità“.
Nell’elenco delle scuole chiuse in città c’è anche la “Paino”, piccolo plesso di Gravitelli che ospitava gli studenti delle scuole medie e delle elementari. La struttura, costruita sul finire degli anni ’90, da dicembre 2016 ha chiuso i battenti in attesa degli interventi di messa in sicurezza e di adeguamento sismico. Il Comune di Messina, qualche mese prima della chiusura, aveva partecipato ad un bando pubblicato dal ministero dell’Istruzione, ma ad oggi i cancelli della scuola continuano a restare chiusi e intanto l’area retrostante del plesso- come si evince dalle foto allegate alla gallery– diventa una discarica a cielo aperto. Qualcuno ha pensato bene di prendere a sassi le vetrate e di abbandonare nel cortile esterno toner, materassi, legname e materiali di vario genere. Indigna ancor di più il fatto che le luci all’esterno del plesso continuino (inspiegabilmente) a restare accese. “Questo plesso– ci racconta Giovanni Interdonato, attivista di Missione Messina e residente della zona- era un’importante risorsa per gli abitanti, i residenti hanno necessità di avere una scuola sicura e specialmente vicino casa“. Sul caso della scuola Paino promette di fare luce il consigliere comunale Santi Daniele Zuccarello, che, sentito ai microfoni di StrettoWeb, dichiara di voler convocare la X Commissione per affrontare la questione insieme all’ assessore Pino: “Come presidente della X commissione ho già messo in programma un seduta ad hoc in cui discutere della scuola. Nell’ottobre del 2016 l’assessore aveva dato garanzia che la scuola si sarebbe aperta in tempi brevissimi. Quella della scuola Paino – ha commentato il consigliere– è invece l’ennesima promessa non mantenuta dell’Amministrazione Accorinti”.
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