Bronzi di Riace, l’esperto e le ipotesi sulla loro vera storia: “altro che scudi, lance ed elmo, gli scienziati dovrebbero studiare meglio”

StrettoWeb

Le parole dello Skipper Giuseppe Mavilla, scopritore del relitto di Porticello (Testa del Filosofo), sul trafugamento dell’elmo di uno dei Bronzi di Riace

Bronzi di Riace ritrovamento (4)In relazione all’articolo apparso su StrettoWeb del 12 febbraio, sul trafugamento dell’elmo di uno dei Bronzi di Riace, lo Skipper Giuseppe Mavilla, scopritore del relitto di Porticello (Testa del Filosofo), ha inviato una nota in cui tiene a precisare “l’improbabile presenza sul fondo del mare degli “accessori” (scudi, lance, elmo). Agli scienziati di archeologia, bisognerebbe insegnare che era molto diffuso il trasporto in mare  presso fonderie di materiali nobili come il bronzo molto usato per utensili e punte di lance, quindi per una maggiore trasportabilità i reperti venivano frantumati. Come nel caso dei miei ritrovamenti sul Relitto di Porticello contenenti la “Testa del “Filosofo” e la “Testa di “Basilea”. Io stesso sono stato inquisito per le rotture dei reperti, e soltanto dopo il controllo delle incrostazioni superficiali, sono stato prosciolto e pagato dallo Stato Italiano. Ma non è il caso dei Bronzi di Riace la cui presenza in quel luogo si giustifica con la vicinanza del Tempio Dorico di Kaulon presso Punta Stilo dove i 2 “Bronzi” erano oggetto di culto a ricordo della battaglia della Sagra del 550 a.c.  vinta dai locresi contro le preponderanti forze dei crotoniati. Molto probabilmente gli abitanti del luogo videro giungere da Siracusa una grossa flotta , oppure prima di un’invasione da parte di un esrcito ostile,  ed in tutta fretta imbarcarono i 2 Bronzi, li avvolsero in due vele, e li calarono ad 8 metri di profondità per il possibile successivo recupero. Infatti attorno ai 2 Bronzi non fu rilevato alcun elemento che giustificasse un affondamento come l’indispensabile presenza di anfore, ma furono ritrovati 28 anelli in bronzo necessari a salpare le vele sui picchi, e che furono usati per avvolgere i 2 reperti  per renderli più invisibili dalla superficie. Col tempo le vele  macerarono lasciando intatti gli anelli in bronzo. Dalle incrostazioni dei tenoni posti sulle braccia dei bronzi  non fu rilevata nulla che indicasse la mancanza degli scudi. Non si può credere che fossero stati immersi con le lance in posizione. Per quanto attiene alla statua B  è verosimile che l’ELMO sia stato asportato dallo stesso antico non essendo state rilevate recenti differenze tra le incrostazioni sul capo. Se in effetti un ladro fosse riuscito a compiere il trafugamento, il miglior guadagno l’avrebbe ottenuto ricattando lo Stato Italiano (con le dovute cautele) con cifre da capogiro, mentre un semplice reperto di un Elmo che in genere è ritrovabile nelle tombe, ha un valore di mercato irrisorio, quasi da utensile e non certo un completamento di una imponente scultura bronzea. Quindi suggerisco, per gli studi universitari di archeologia, di far nascere un dipartimento che riguardi l’Arte navale e le Antiche navigazioni“.

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