L’intervento nel Parco Nazionale Aspromonte ha previsto l’impiego di un contingente interforze cui si sono affiancati alcuni specialisti del settore ed i Soggetti Istituzionali competenti
L’intervento ha previsto l’impiego di un contingente interforze (Polizia di stato, Carabinieri, Carabinieri-Forestali, Squadrone Cacciatori di Calabria, Guardia di Finanza, Polizia Metropolitana e Polizie locali dei Comuni interessati), cui si sono affiancati alcuni specialisti del settore ed i Soggetti Istituzionali competenti (Servizio Veterinario ASP Reggio Calabria, Parco Nazionale dell’Aspromonte, Azienda Calabria Verde e Comuni del comprensorio tirrenico reggino).
“Il bilancio delle operazioni è positivo – dichiara il Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino – e si è temporaneamente concluso con la narcotizzazione e la successiva cattura di diversi bovini, sui cui, una volta effettuati gli accertamenti sanitari da parte degli organi preposti, sono stati eseguiti i protocolli stabiliti nell’ambito del Tavoli di Coordinamento tenutisi in Prefettura”. Tali protocolli, attuati dal personale della Polizia Veterinaria dell’ASP di Reggio Calabria prevedono, tra l’altro, l’accertamento dell’origine e della tracciabilità dell’animale, ai fini sia della verifica del suo stato sanitario, sia dell’attuazione delle disposizioni normative comunitarie e nazionali vigenti.
I risultati sin qui ottenuti – continua Bombino – nonostante il carattere sperimentale dell’iniziativa e benché siano l’esito delle operazioni condotte in soli due giorni, lasciano ben sperare sulla efficacia dell’azione messa in campo dalla Prefettura e costituiscono una prima e importante risposta all’istanza di sicurezza dei cittadini.
Prova ne sia il fatto che, mentre si effettuavano le operazioni di cattura delle vacche, a diversi chilometri di distanza dallo scenario degli interventi, un toro di grosse dimensioni caricava l’automobile in corsa di una donna, rimasta miracolosamente illesa, che percorreva la strada provinciale che da Cittanova conduce a Rizziconi.
La presenza delle “vacche vaganti”, i cui effetti più eclatanti si manifestano sulla pubblica incolumità, è da ricondurre, come è noto, ad una criminosa volontà di dominio e di controllo del territorio, ed è per questo – conclude il Presidente Bombino – che la risposta dello Stato deve esser e sarà sempre più decisa e autorevole.
Nonostante la complessità con cui il fenomeno si manifesta e le diverse implicazioni ad esso connesse, registriamo, finalmente, l’adozione di un approccio integrato e coordinato nella organizzazione e attuazione delle azioni di contrasto, accuratamente pianificate nelle numerose riunioni tecnico-operative promosse dal Prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari.
Non trascurabili, in tale contesto, sono le ripercussioni del fenomeno sugli ecosistemi tutelati dal Parco Nazionale dell’Aspromonte. I Bovini vaganti, infatti, alterano i delicati equilibri che regolano lo sviluppo e la rinnovazione delle biocenosi vegetali. Non bisogna dimenticare, inoltre, che nel bosco soddisfano le proprie esigenze trofiche anche le specie erbivore selvatiche presenti in natura, tra cui il capriolo che da poco sta colonizzando l’Aspromonte a seguito di un importante progetto di reintroduzione portato avanti dall’Ente. Proprio con riferimento agli aspetti legati alla conservazione, le vacche vaganti possono essere i vettori di patogeni potenzialmente pericolosi per la fauna selvatica; sempre più spesso, infine, disturbano la tranquillità degli escursionisti e degli amanti della Natura e della Montagna che percorrono i sentieri del Parco.
Le attività di cattura dei bovini da parte della task force continueranno nei prossimi giorni secondo la linea definita con i sindaci dell’area in seno al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.