Carceri : il Co.S.P. in Calabria nella terra dei “fuochi sindacali”

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Provvedimenti disciplinari nei confronti dei poliziotti penitenziari nelle carceri, questo il tema centrale della visita della delegazione del Coordinamento sindacale penitenziario in Calabria nella terra dei “fuochi sindacali”

Il Coordinamento sindacale penitenziario nuovamente in Calabria. La delegazione guidata dal segretario generale nazionale Domenico Mastrulli è tornata nella terra dei “fuochi sindacali” dove pochi mesi fa ha dato vita ad una serrata battaglia di civilta’ a difesa dei diritti dei lavoratori in seguito ad alcuni (discutibili) provvedimenti disciplinari emessi nei confronti di poliziotti penitenziari. Vicende sulle quali nel seguito ha fatto chiarezza il Tribunale Amministrativo Regionale  della Calabria che si è espresso contro i provvedimenti emessi dall’Amministrazione penitenziaria attraverso una contestatissima Commissione disciplinare di Catanzaro.  Dal 16 maggio scorso sono numerose le tappe del leader sindacale accompagnato dal segretario regionale del comparto sicurezza di Puglia e Basilicata, Giuseppe Calefato:  da Rossano Calabro, a Vibo Valentia, Locri, Cosenza e infine Palmi. In quest’ultima sede ieri 17 maggio  si è tenuto un convegno sulla sicurezza nei posti di lavoro. Fra gli argomenti affrontati dal leader nazionale del Co.s.p. il fenomeno dei maltrattamenti, dei casi di stolking e di mobbing nei confronti delle donne. Il tema è stato trattato dal segretario nazionale  del sindacato autonomo Domenico Mastrulli alla presenza di poliziotti, professionisti e autorita’ istituzionali, presso il  Grand Hotel  Stella Maris di Palmi. Gli eventi critici di questi ultimi giorni, registrati nei penitenziari pugliesi (un decesso per cause naturali a Taranto, i tentativi di suicidio di detenuti nei penitenziari di Bari e Lecce, le aggressioni di poliziotti avvenute nel carcere di Taranto) ripropongono ancora una volta un quadro di incertezza e di estrema precarietà, di intollerabili condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari, del sovraffollamento carcerario e dal fallimento causato dalla introduzione di nuove misure deflattive.

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