Messina, processo “Mustra”: la Cassazione conferma le condanne

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Barcellona Pozzo di Gotto: il processo, apertosi a seguito delle denunce coraggiose  di alcuni imprenditori,  ha visto nei giorni scorsi la conferma delle condanne già pronunciate a carico di Campisi, Salvatore Foti, Carmelo Maio, Antonio Vaccaro Notte, riconosciuti colpevoli anche del delitto di associazione mafiosa

La Corte di Cassazione ha pronunciato la parola definitiva sul processo battezzato “Mustra”, le cui indagini – svolte dai Carabinieri della Compagnia di Barcellona P.G. – erano state avviate dall’Agosto del 2011 con l’arresto di Salvatore Campisi, dopo il tentativo di estorsione ai danni del Bar Pasticceria di Benedetto Gianlombardo, attuale presidente dell’Associazione Anti Racket di Terme Vigliatore “ Fonte di Libertà”. Il processo, apertosi a seguito delle denunce coraggiose  di alcuni imprenditori, quali appunto  Gianlombardo, Salvatore Barresi, Giuseppe Recupero (co-titolare del Bar e socio di Gianlombardo),   Felice De Natale e il figlio Carmelo, ha visto nei giorni scorsi la conferma delle condanne già pronunciate a carico di Campisi, Salvatore Foti, Carmelo Maio, Antonio Vaccaro Notte, riconosciuti colpevoli anche del delitto di associazione mafiosa.  I giudici hanno ritenuto veritiere e genuine le accuse degli  imprenditori, riscontrate dalle parole di  Salvatore Campisi, divenuto collaboratore di giustizia. Per Antonio Vaccaro Notte ( condannato a 7 anni e 7 mesi), Carmelo Maio, ( 10 anni e 4 mesi)  Salvatore Foti (9 anni e 10 mesi) e Mazzeo Antonino (1 anno) è previsto  un ulteriore giudizio avanti la Corte di Appello di Reggio Calabria: la Cassazione, su ricorso del Procuratore Generale, ha ritenuto che l’episodio del pestaggio subìto da Carmelo De Natale da parte dei condannati – che il Giudice ha definito una sorta  di  “Tribunale della mafia” – intervenuti in difesa di Mazzeo, titolare di una sala giochi di Terme Vigliatore, non potesse essere valutato come un semplice esercizio arbitrario delle proprie ragioni ma quale tentata estorsione, reato più grave. Gli imprenditori che hanno alzato la testa e denunciato si sono costituiti parti civili ottenendo un risarcimento del danno, al pari di alcune Associazioni nazionali e locali, che si battono per  il ripristino della legalità, tra le quali la Federazione Italiana Antiracket FAI, l’Associazione Anti Racket Liberi Tutti di Barcellona P.G., il Comune di Barcellona P.G. ed il Comune di Terme Vigliatore. Gli stessi imprenditori che hanno denunciato le estorsioni nell’ambito dell’inchiesta “Mustra”, hanno fondato nel 2012 l’Associazione Antiracket “Fonte di Libertà”.  Uno strumento che ha consentito di accogliere i molti imprenditori liberi che vogliono fare una scelta di campo netta, in un territorio, non ancora del tutto immune ai fenomeni estorsivi e mafiosi. Altresì è divenuta, la stessa associazione, punto di riferimento, luogo di accoglienza e “scorta civica” per tutti quegli imprenditori che successivamente al 2012 sono stati vittime di estorsione e si sono ribellati ponendo in essere il gesto più naturale ed intelligente che si possa fare: la denuncia.
Benedetto Gianlombardo – Fonte di Libertà
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