Reggio Calabria, ecco il bando per il Centro Sportivo Sant’Agata: mese decisivo per la Reggina (e non solo) dei prossimi 15 anni

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Reggio Calabria, pubblicato il bando per il Centro Sportivo Sant’Agata: la città riscopre il valore del gioiello creato da Lillo Foti. Quale futuro per il calcio a Reggio?

La Città Metropolitana di Reggio Calabria ha pubblicato il bando per l’affidamento della concessione demaniale del Centro Sportivo Sant’Agata, previa acquisizione dell’azienda Reggina Calcio SpA attualmente gestita dalla Curatela Fallimentale del Tribunale. Un passaggio importante e strategico per il futuro della Reggina e del calcio a Reggio Calabria fino al 31 Dicembre 2032. Per quella data si prevede che l’uomo arriverà su Marte, sulla Terra non si produrrà più energia usando le fonti fossili ed esisteranno soltanto auto elettriche. Ma a Reggio Calabria cosa succederà? Quale futuro e che tipo di pianificazione ha questa città per il suo sviluppo economico, sociale e sportivo?

Questo bando è il termometro che ci consentirà di capire quale sarà il futuro non solo della Reggina, ma di Reggio Calabria. Perchè il Centro Sportivo Sant’Agata non significa solo calcio. Le offerte per assicurarsi l’affidamento della concessione del Centro Sportivo Sant’Agata e acquisire la vecchia ma preziosa Reggina Calcio dovranno essere depositate entro le ore 12 del 6 Giugno 2018. Tra un mese e tre giorni. Sarà un mese decisivo per la Reggina dei prossimi 15 anni: se questo bando andrà deserto, significa che oggi a Reggio non c’è nessuno che ha intenzione di fare calcio in modo serio. Anche perché le condizioni del bando, per qualsiasi imprenditore dotato di capacità creative con risvolti produttivi, risultano particolarmente convenienti. Praticamente è una grande occasione.

Ma attenzione: non è detto che soltanto chi è interessato a fare calcio possa partecipare al bando. Il Centro Sportivo Sant’Agata è molto di più. Andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa viene offerto in questo bando. La Città Metropolitana è l’Ente che ha il titolo di proprietà demaniale dell’area in cui sorge il Centro Sportivo Sant’Agata, la struttura realizzata dalla Reggina Calcio di Lillo Foti negli anni ’90 e da cui sono partiti tutti gli straordinari successi del club amaranto. Dopo tanti anni di critiche bizzarre e per certi versi incomprensibili contro quella proprietà, oggi la stessa Città Metropolitana raccoglie i frutti del lavoro di Foti che ha valorizzato un’area abbandonata rendendola un fiore all’occhiello per la città. Ci sono stati addirittura sequestri e inchieste, ma tutte le indagini alla fine hanno accertato il corretto comportamento del club guidato da Foti. E a fronte delle polemiche sulla concessione “agevolata” che gli enti locali avrebbero consentito alla Reggina Calcio, oggi tutti scoprono che in realtà non è stato Foti ad approfittare dei benefici istituzionali ma esattamente il contrario. Sono le istituzioni reggine, in rappresentanza di tutti i cittadini, che oggi scoprono quanto Foti abbia valorizzato quel terreno facendone moltiplicare il valore (non per se’, ma per la collettività). Dopotutto il più grande rammarico che Foti, col senno di poi, si è rimproverato, è quello di aver realizzato tutto questo su un terreno demaniale e non in un’area di proprietà. Ma ormai è inutile rimuginare sul passato… Era una discarica abbandonata, è diventata una struttura ambita da tutti e adesso la Città Metropolitana incasserà 105 mila euro l’anno proprio grazie agli interventi che la Reggina di Foti ha realizzato in quel posto in cui prima c’era il nulla.

Ecco perché la Reggina Calcio pagava 23.000 euro annui di concessione, volgarmente detto “affitto”. Era un prezzo concordato sulla base delle condizioni del terreno prima degli interventi del club, che hanno reso il Sant’Agata un parco sportivo di particolare pregio. Che adesso frutterà cinque volte tanto nelle tasche della Città Metropolitana, dando un sostanziale contributo ai bilanci dell’ente che magari potrà utilizzare quei soldi – perché no – per asfaltare le strade, grazie all’operato di Lillo Foti negli anni di presidenza della Reggina. Quando parlavamo di impegno sociale, oltre i risultati sportivi già di per se’ straordinari, ci riferivamo anche a questo.

La Città Metropolitana, quindi, mette a bando il Centro Sportivo Sant’Agata alla cifra di 105 mila euro annui dal 2021 al 2026, con possibilità di rinnovo per ulteriori sei anni quindi fino al 2032. Chi vincerà il bando, quindi, dovrà pagare questa cifra all’ente per poterne avere la regolare concessione.

Intanto, però, fino al 31 Dicembre 2020 la concessione è per la Reggina Calcio: ecco perché il bando prevede anche l’acquisizione dell’azienda che fu di Lillo Foti alla cifra di 364 mila euro. Una somma estremamente conveniente se si considera non solo il valore del marchio, del nome e della storia (ci riferiamo, ovviamente, al merchandising e non all’aspetto sportivo, perché la Reggina squadra di calcio ormai è un’altra e non c’è quello in ballo, ma è comunque un’azienda che si chiama Reggina Calcio e che può usare questo nome per qualsiasi tipo di attività), ma anche la proprietà di tutto quello che c’è al Sant’Agata. La foresteria, le cucine, le palestre, le scrivanie, le porte, le sedie, le finestre, gli infissi, i trofei, i quadri, persino i computer, le spillatrici, le aiuole, gli alberi, le siepi, i palloni, le porte, le casacche, le docce, i bagni, la strada, il ponte, il sistema di irrigazione, i lampioni, l’impianto elettrico ecc. ecc.

Chiunque volesse utilizzare il Centro Sportivo Sant’Agata a qualsiasi scopo (calcistico o non), senza acquisire i beni della Reggina Calcio (che in alternativa il tribunale fallimentare venderebbe a prezzi ultra-convenienti sul mercato), dovrebbe spendere molto di più per ricostruire tutto a zero e dopo la conclusione dell’iter fallimentare del vecchio club, al Sant’Agata troverebbe soltanto macerie. Per ricostruire tutto quello che c’è adesso bisognerebbe spendere una cifra risultato di una significativa moltiplicazione dei 364 mila euro che chiede la Città Metropolitana oggi. Ecco perché è una grande occasione. Inoltre per la seconda parte del 2018, per il 2019 e per il 2020 il canone di concessione (volgarmente detto “affitto”) del Centro Sportivo Sant’Agata rimarrebbe di 23.000 euro annui come prevede appunto la vecchia concessione, a condizioni molto vantaggiose rispetto alle attuali e al reale valore della struttura realizzata da Lillo Foti.

Stiamo parlando di un’area di 46 mila metri quadrati con tantissimi locali e beni di pregio: strategica per chi vuole fare calcio, ma non solo. In una città come Reggio Calabria in cui i campi di calcio a 11 regolamentari sono sempre di meno, potrebbe anche attrarre imprenditori vogliosi di creare un business intorno al calcio, un Villaggio dello sport o un Parco calcistico sull’idea che nel 2016 Foti aveva già avviato con successo grazie alla partnership con la Juventus. Ma viene anche da pensare al Circolo del Tennis “Polimeni”, un’istituzione per la città: il Sant’Agata potrebbe anche diventare un Circolo del calcio con tanto di soci, ristorante, bar, albergo, palestra, area ludica per i bambini e campi da calcio da utilizzare per scuola calcio e contestualmente da affittare ogni sera non soltanto a ragazzi che vogliono giocare a pallone e hanno sempre grandi difficoltà a trovare in città campi liberi, ma anche a tornei semi-professionali o campus stagionali delle giovanili dei grandi club. E, particolare non di poco conto, potrebbe chiamarsi “Circolo Reggina Calcio” utilizzando lo storico logo della Reggina in serie A, le magliette dei vari Perrotta, Pirlo e Missiroli, vendendo sciarpe, magliette e altri prodotti di marketing a pieno titolo.

A meno che non arrivi qualcuno da fuori che voglia farne un polo satellite di un grande club: la struttura potrebbe essere appetibile anche per questo. Certamente è difficile che la Reggina di Praticò, nonostante la salvezza appena conquistata dopo un’altra stagione anonima nei bassifondi della serie C, possa assumere un impegno simile: è già in causa con la Curatela Fallimentare per il mancato pagamento di oltre 80 mila euro sulle mensilità di utilizzo del Centro Sportivo Sant’Agata in questa stagione, una brutta storia che potrebbe concludersi presto con un decreto ingiuntivo.

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