Reggio Calabria, è la differenziata della vergogna: il calendario di raccolta cambia senza preavviso, migliaia di mastelli abbandonati [FOTO]

StrettoWeb

Reggio Calabria, ancora disservizi sulla raccolta differenziata porta a porta: migliaia di mastelli pieni di plastica abbandonati dopo il cambio del calendario di raccolta (senza preavviso)

Brutto risveglio stamattina per migliaia di famiglie reggine, soprattutto nella zona Sud della città, dove i mastelli pieni di plastica per la raccolta differenziata porta a porta non sono stati ritirati dagli operatori. Dopo le dovute comunicazioni e segnalazioni, hanno potuto scoprire che è stato cambiato il calendario della raccolta. Senza preavviso. La notizia è stata pubblicata esclusivamente su facebook, nell’apposita pagina “Differenziamola Reggio Calabria” (tra l’altro quotidianamente subissata di segnalazioni di disservizi e mancate raccolte). Sempre su facebook, veniva spiegato che il nuovo calendario sarebbe stato inserito nei mastelli. Fatto che almeno nella zona Sud della città non si è verificato. In tanti, quindi, hanno esposto la plastica e adesso si vedono i mastelli abbandonati ancora pieni!

Inoltre nel nuovo calendario ci sono tante incongruenze. Il vetro andrà esposto lo stesso giorno dell’organico (mercoledì in alcune zone della città, giovedì in altre) ma soltanto una volta ogni quindici giorni. Per i cittadini diventa uno stress che neanche il peggior lavoro del mondo… E c’è ancora qualcuno che si lamenta dei “reggini incivili”. Meriterebbero un encomio, invece, per come stanno intraprendendo questa follia del porta a porta tra l’altro senza alcun tipo di agevolazione economica, come invece accade in tutte le città del mondo per coloro che compiono la raccolta differenziata. Invece qui siamo “cornuti e mazziati”.

Reggio Calabria, la differenziata della follia fa esplodere una nuova emergenza rifiuti: situazione drammatica, città sommersa dai rifiuti e invasa dai topi [FOTO]

Reggio Calabria, emergenza rifiuti: il problema non è la raccolta differenziata ma il modo con cui Falcomatà l’ha voluta imporre alla città

Condividi