Elezioni Comunali di Messina, il dato politico più rilevante è la batosta per la politica dei “no”: Accorinti e i grillini crollano in modo clamoroso rispetto alle precedenti consultazioni politiche e amministrative
A Messina non ha vinto nessuno, ancora. Si deciderà tutto al ballottaggio di Domenica 24 Giugno, ma entrambi i candidati che hanno conquistato lo “spareggio” appartengono al Centro/Destra e questo è già di per sé un dato importante al netto delle profonde differenze personali, politiche e storiche che separano Bramanti e De Luca. Tra gli sconfitti, invece, c’è un po’ tutto il mondo della sinistra e soprattutto quello della sinistra più estrema, più moderna, più populista e forcaiola che a Messina aveva conquistato il massimo dei consensi vincendo le elezioni del 2013 con Accorinti, avanguardia dell’ondata di populismo di estrema sinistra che da lì in poi avrebbe travolto tutt’Italia, e poi con il Movimento 5 Stelle che appena tre mesi fa alle politiche del 4 Marzo aveva ottenuto proprio nella città peloritana il dato più alto d’Italia con il 44,8% delle preferenze grazie ai 48.608 voti nel solo territorio comunale.
Molto pesante anche la batosta di Renato Accorinti, il “grillino mascherato”: anche lui DNA a cinque stelle, cinque anni fa non ha ottenuto la candidatura nel Movimento soltanto per una formalità sull’iscrizione alla piattaforma di Grillo e Casaleggio. Ma ha sempre rappresentato quella cultura, quell’elettorato, quello spirito anti-politico che si esalta nella politica dei “No”, dal Ponte alla Tav, dalle grandi opere ai grandi eventi ma poi non riesce ad avere capacità amministrative.
L’onda dell’anti-politica si sta già spegnendo? Forse, chissà. Cinque anni fa Messina è stata avanguardia in tal senso, e magari adesso diventa un laboratorio di un nuovo bipolarismo politico che torni a valorizzare le idee, i valori, i principi e i contenuti rispetto ai toni degli slogan urlati ai quattro venti e agli schiamazzi che non portano a nulla.
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