Elezioni, dopo Messina tocca a Reggio – Iniziano le grandi manovre, almeno 5 candidati: ipotesi primarie per il Pd con Falcomatà ubriaco di se stesso

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Elezioni, dopo Messina adesso tocca a Reggio Calabria: si voterà nell’autunno 2019 tra poco più di un anno, e iniziano le grandi manovre per le candidature. Il Pd valuta l’ipotesi primarie nonostante l’uscente Falcomatà voglia assolutamente ricandidarsi convinto di vincere

Le elezioni di Messina si sono concluse con l’elezione a Sindaco di Cateno De Luca e la pesante sconfitta dell’uscente Renato Accorinti: un appuntamento elettorale che è stato seguito con particolare interesse anche nell’altra sponda dello Stretto, a Reggio Calabria, dove si voterà tra poco più di un anno. Il mandato di Giuseppe Falcomatà (Partito Democratico) scade a ottobre 2019, i reggini torneranno a votare alla prima data utile che con ogni probabilità sarà novembre 2019 insieme alle Elezioni Regionali della Calabria, nonostante il furbastro tentativo dello stesso Falcomatà di fare pressioni sul Ministero affinché il voto comunale reggino possa slittare alla primavera 2020 prolungando così arbitrariamente di altri 6 mesi la propria legislatura, contro ogni regolamento democratico.

A un anno e 4 mesi dalle elezioni, è chiaramente ancora prematuro parlare di schieramenti e candidati in modo definito. Al tempo stesso, sarebbe sciocco pensare che tutto sia ancora fermo in attesa degli eventi. La realtà è che proprio in questi giorni stanno iniziando le grandi manovre verso le candidature che determineranno gli assetti politici delle elezioni reggine, e c’è già molta carne al fuoco con almeno 5 candidati potenzialmente competitivi per la corsa a Palazzo San Giorgio. A partire, ovviamente, dal Sindaco Falcomatà che vive una vera e propria crisi politica.

Messo in discussione persino dal suo partito, Falcomatà sembra ubriaco di se stesso: è convinto di avere ancora saldamente in pugno il consenso della città che quattro anni fa l’aveva premiato con il 61% delle preferenze, e non vuole sentire ragioni a fronte delle richieste di una riflessione autocritica interna al partito e alla coalizione. Che però è già a pezzi. La Giunta è ancora monca, tra l’altro di un Assessore donna imposta per legge: l’opposizione interna ha bloccato la nomina di Rosanna Scopelliti, eletta alla Camera nel 2013 nel Pdl dove l’aveva fortemente voluta Scopelliti, e così Falcomatà è rimasto impantanato senza trovare alcuna soluzione alternativa. Gli scissionisti di Liberi e Uguali, guidati da Delfino e Quartuccio, vorrebbero correre a parte e stanno tentando di unire tutte le forze di sinistra in modo alternativo rispetto ad un Pd di Falcomatà che considerano perdente, con una candidatura fortemente identitaria del mondo della sinistra reggina. Se non ce la faranno, torneranno all’ovile e supporteranno il Sindaco uscente con una lista (?) e poca convinzione.

Foto StrettoWeb / Simone Pizzi

Tanti altri “campioni di trasformismo“, sempre a Palazzo San Giorgio da oltre dieci anni prima con Scopelliti e poi con Falcomatà, sono pronti ad abbandonare la nave per salire sul carro vincente del Centro/Destra ma l’attuale Sindaco neanche se ne rende conto ed è convinto che li avrà candidati nelle sue liste. E persino il Pd, lo stesso partito di Falcomatà, è arrivato a metterlo in discussione al punto da ipotizzare le primarie. Una delegittimazione clamorosa per un Sindaco uscente che vuole ricandidarsi e solitamente per farlo non ha bisogno dello strumento delle primarie. Al momento sono soltanto ipotesi, e magari alla fine le primarie non si faranno con Falcomatà candidato ufficiale del Partito Democratico, ma i malumori di tutti i big reggini del partito sono concreti. L’unico non apertamente avverso al Sindaco è rimasto De Gaetano, mentre tutti gli altri (Irto, Neri, Mimmo Battaglia, Sebi Romeo e Demetrio Battaglia) vorrebbero una soluzione alternativa, o quantomeno preferirebbero in ogni modo che la stessa ricandidatura di Falcomatà passi dalle primarie “per essere politicamente rafforzata” (dicono in pubblico), “per scaricarci le responsabilità della scelta” (dicono tra loro). In realtà Giuseppe Neri qualche ambizione di candidarsi a Sindaco ce l’ha da tempo, e se l’ipotesi primarie dovesse prendere piede in modo più concreto, si potrebbe anche configurare uno scenario in cui davvero uno sfidante di partito se la giochi con Falcomatà. Che però, in ogni caso, si candiderebbe anche fuori dal Pd, convinto dell’amore indissolubile che la gente – nel suo immaginario – nutrirebbe ancora nei suoi confronti nonostante tutti gli scandali e i pasticci di cui s’è macchiato in questi anni di cattiva amministrazione della città.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

A proposito di scandali: uno dei più importanti, finito con avvisi di garanzia e indagini in massa per tutta la Giunta, è stato sollevato dall’ex assessore Angela Marcianò relativamente al Miramare e ad altre vicende strettamente legate alla figura di Falcomatà. Proprio la Marcianò sta valutando l’ipotesi di candidarsi con una coalizione civica, senza simboli di partito, per essere un’alternativa allo stesso Falcomatà. Ma è pur sempre una componente della direzione nazionale del Partito Democratico, nominata da Matteo Renzi e vicina ai vertici nazionali del Pd. Uno scenario particolarmente ingarbugliato, in cui le logiche locali si mescolano a quelle nazionali creando intrecci difficili da sbrogliare. Fatto sta che ad oggi la candidatura civica della Marcianò raccoglie apprezzamenti da parte della società civile e soprattutto da quel mondo di centro/sinistra che ha saputo apprezzare l’attività di Assessore della professionista reggina, in netto contrasto rispetto ai disastri di Falcomatà.

Attenzione, però, al Centro/Destra che al momento lavora in sordina dietro le quinte con l’obiettivo di riprendere in mano la città dopo oltre 7 anni in cui è stata governata prima dai commissari e poi dalla sinistra. I partiti più importanti della coalizione (Forza Italia, Noi con Salvini, Fratelli d’Italia e il Movimento Nazionale per la Sovranità) stanno lavorando per aggregare il più possibile una base di governo con candidati importanti in varie liste, molte civiche espressione della società civile, dei professionisti, degli imprenditori, dei commercianti e della classe dirigente della città. Parallelamente è già in fase di studio un programma di governo che soltanto dopo un’ampia condivisione porterà alla scelta del candidato, ancora prematura. La discussione, al momento, è su un’alternativa al balordo metodo di raccolta differenziata imposto dalla città, un piano per riportare alla normalità le strade reggine e una strategia per rilanciare il porto e l’aeroporto per la vocazione turistica che la città aveva intrapreso proprio negli anni di governo del Centro/Destra. C’è tanta voglia di riprendersi la città ma soprattutto di gettare le basi per una nuova stagione amministrativa in netta discontinuità con gli ultimi anni di Falcomatà.

Infine c’è il Movimento 5 Stelle, che spera finalmente di entrare per la prima volta in Consiglio Comunale e in Consiglio Regionale dove non è mai riuscito ad eleggere neanche un proprio esponente. Certamente resta l’inconsistenza locale dei grillini, politicamente invisibili sul territorio dove fanno più rumore i militanti dei volti di partito. E soprattutto, con Di Maio &company al governo (insieme a Salvini), la grande incognita è capire in che condizioni il Movimento arriverà all’autunno 2019. Perché non si può escludere che ancora una volta i grillini rimangano fuori sia da Palazzo San Giorgio che da Palazzo Campanella.

Di strada ce n’è ancora tanta da fare, e l’albo dei candidati alle Elezioni Comunali 2019 di Reggio Calabria è ancora tutto da compilare. Ma la notizia della frattura interna al Pd con tanto di ipotesi primarie disturba Falcomatà e delinea uno scenario ancor più complesso rispetto alle precedenti previsioni.

Elezioni Comunali Reggio Calabria 2019

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