Elezioni Messina, ecco che succede se De Luca si ritira dal ballottaggio. Ma Cateno ha un “piano” molto più tenace

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Elezioni Messina, Cateno De Luca ha conquistato il ballottaggio ma è senza consiglieri comunali: sarebbe un Sindaco senza poteri e in mattinata ha meditato di ritirarsi. Uno sconforto durato pochi minuti: in realtà adesso ha un piano molto più tenace

Sarà il ballottaggio a decidere il prossimo sindaco di Messina: Dino Bramanti (28,3%) e Cateno De Luca (19,9%) sono stati i due candidati più votati, e si sfideranno nel duello finale Domenica 24 Giugno. Entrambi di Centro/Destra, si differenziano molto nei modi, nei toni e anche nei contenuti. Più serio, istituzionale, professionale e moderato Bramanti, molto più focoso, folkloristico, schietto e – come va di moda dire oggi – “populista” De Luca. Dall’analisi dei flussi di voto arriva un dato fondamentale per capire chi è il vero favorito per il ballottaggio: proprio De Luca, che ha ottenuto un voto disgiunto del +7% rispetto ai voti raccolti dalle sue liste, rivelandosi il candidato sindaco più apprezzato dagli elettori nel loro complesso. Significa che l’hanno votato anche molti elettori che hanno scelto candidati consiglieri di altre coalizioni. Invece Bramanti è stato quello che ha perso di più con un -10% rispetto alle preferenze ottenute dalle sue liste. Significa che non l’hanno votato in moltissimi neanche tra quelli che votavano per le liste e i consiglieri in suo appoggio. Per lui vincere il ballottaggio sarà molto difficile.

De Luca – dopotutto – stamattina ha vissuto un attimo di sconforto, nonostante l’ottimo risultato: nessuna delle sue liste, infatti, ha raggiunto la soglia di sbarramento del 5% richiesta per entrare in consiglio comunale (la più votata, “De Luca Sindaco di Messina“, s’è fermata al 4,1%) e quindi anche in caso di vittoria al ballottaggio, De Luca non avrebbe neanche un consigliere a Palazzo Zanca e si ritroverebbe a dover governare un Comune con il consiglio completamente avverso. Sarebbe il primo caso in Italia, un pasticcio frutto di questa imbarazzante legge elettorale regionale. Dopotutto De Luca non è nuovo alle sfide speciali. E’ già stato Sindaco per molti anni (e con apprezzamenti bipartisan) di Fiumedinisi e Santa Teresa di Riva: in caso di vittoria del ballottaggio a Messina, sarebbe il primo politico della storia d’Italia a diventare Sindaco di tre Comuni differenti. Il comunicato stampa di stamattina con cui lasciava intendere la possibilità di ritirarsi ha fatto piombare le tenebre su Palazzo Zanca. Infatti se De Luca dovesse ritirarsi, la legge prevede che il ballottaggio si debba svolgere lo stesso con un solo candidato (in questo caso Bramanti), la cui elezione diventerebbe però valida soltanto se si raggiungesse un’affluenza alle urne del 50%+1 degli elettori. Eventualità praticamente impossibile. E senza il raggiungimento del quorum, tutte le elezioni (Sindaco e Consiglieri) verrebbero annullate e arriverebbe un commissario regionale.

Ma i neo eletti possono stare tranquilli: De Luca non ha alcuna intenzione di ritirarsi e lo annuncerà stasera nel comizio organizzato in piazza. In realtà ha un piano molto più tenace, cioè cercare comunque di costruire una maggioranza in Consiglio Comunale con i consiglieri eletti nelle liste che fino a ieri sono state sue rivali. Non vuole fare il Sindaco senza poteri, con le mani legate, ripercorrendo l’esperienza di Accorinti più volte sfiduciato dai consiglieri nell’ultima legislatura. E allora le soluzioni sono svariate, a partire dagli ammiccamenti con l’opposizione.

Se De Luca vincesse il ballottaggio, consentirebbe a Movimento 5 Stelle e Centro/Sinistra di eleggere 7 consiglieri comunali in più. Così, complessivamente le liste di Centro/Sinistra (12 consiglieri comunali) e del M5S (7 consiglieri comunali) arriverebbero ad eleggere 19 consiglieri comunali, ben oltre la maggioranza. De Luca, quindi, potrebbe tentare un accordo politico con Movimento 5 Stelle e Centro/Sinistra, o con una parte di essi, per costruire le basi per una maggioranza solida a Palazzo Zanca. Poter diventare maggioranza, con tanto di incarichi e ruoli in Giunta, nomine, assessorati e il ribaltone di una sconfitta elettorale in un successo, potrebbe stuzzicare non poco gli eletti e – chissà – anche i vertici dei partiti.

Poi c’è il Centro/Destra: le liste di “Forza Italia“, “Bramanti Sindaco” e “Ora Messina” eleggeranno comunque 4 consiglieri comunali ciascuna in caso di vittoria di De Luca al ballottaggio. Certamente adesso, per il ballottaggio, dovranno sostenere Bramanti non solo per un dovere morale e politico, ma anche perché in caso di vittoria gli eletti sarebbero molti di più grazie al premio di maggioranza (7 consiglieri per “Ora Messina“, 6 per “Bramanti Sindaco” e 6 per “Forza Italia“). Premio di maggioranza che per De Luca non ci sarebbe perché nessuna sua lista ha superato la soglia di sbarramento. Ma se Bramanti non dovesse farcela, comunque ci sarebbero 12 consiglieri di Centro/Destra in consiglio comunale e chi può assicurare che con un Sindaco come De Luca, comunque di Centro/Destra, rimangano tutti all’opposizione? De Luca avrebbe tante opzioni per convincerli a passare dalla sua parte, a partire dalle nomine e dalla Giunta.

Insomma, le basi per trovare una soluzione e costruire una maggioranza di governo De Luca le ha. E ha deciso di non mollare. Al ballottaggio ci sarà per vincerlo, e lotterà per diventare Sindaco costruendo una maggioranza in consiglio comunale con gli eletti delle liste che fino ad oggi lo hanno sfidato. Un’impresa difficile ma non impossibile, soprattutto per uno esperto e navigato come lui.

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