Messina, Articolo Uno: “la gestione dei flussi migratori deve caratterizzare la buona amministrazione della città”

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Articolo Uno Messina:la gestione dei flussi migratori deve caratterizzare la buona amministrazione della città”

“Il momento politico nazionale e la conclusione della campagna elettorale cittadina non aiutano ad affrontare con la giusta serenità e con la dovuta concretezza una questione che meriterebbe un altro clima e un diverso approccio. Le prime uscite del neo Ministro dell’Interno rischiano di mandare messaggi che non possono non destare la nostra preoccupazione. In questo contesto sono sbarcati a Messina e trasferiti all’Hotspot della Caserma Gasparro un gruppo di dodici ragazzi, provenienti dall’Africa subsahariana. Identificati come maggiorenni, sembrerebbe che i ragazzi non abbiano richiesto la protezione internazionale e non avendo effettuata questa richiesta hanno ricevuto dalla Polizia un invito a lasciare il territorio entro sette giorni, a seguito di respingimento differito alla frontiera, senza poter essere inseriti nel sistema di prima accoglienza“. Lo scrive in una nota stampa Articolo Uno.

I ragazzi sono quindi entrati in contatto con il Circolo Arci Sankara, che anche per la sua sede strategica vicino alla stazione è diventato un punto di riferimento per i migranti e non solo, con la Comunità di Sant’Egidio e l’Ufficio Migrantes della Caritas. I volontari delle tre organizzazioni hanno avviato un’azione di supporto per verificare la questione dell’età – i ragazzi in un secondo momento hanno dichiarato di essere minori – e per comprendere il motivo per il quale non si siano avvalsi della richiesta di protezione internazionale. Il ricorso, a cui stanno lavorando i legali dell’Arci tenterà di bloccare il respingimento e si auspica possano rientrare nel percorso di richiedenti asilo avendo già manifestato la volontà di accedere alla protezione internazionale. Ma la questione è più complessa. Non può prevalere un approccio di tipo burocratico nella gestione dei flussi migratori. È fondamentale che non si crei un clima di sottovalutazione dei bisogni dei migranti. Ogni normativa deve avere un limite nell’umanità della sua applicazione. Certo, la modifica della legislazione attiene alla sfera politica nazionale ma è l’amministrazione comunale che deve svolgere un ruolo centrale per tenere insieme le esigenze dei migranti, che arrivano nei centri messinesi dopo un viaggio massacrante e disumano, con le esigenze dei residenti, spesso anch’essi in condizioni di forte disagio sociale. Il Comune può e deve evitare che si ingenerino sterili guerre tra poveri ma che, sin dalla prima accoglienza e poi soprattutto nei percorsi di integrazione, si realizzino serie politiche di inclusione. Nel caso specifico, dopo la (seconda) dichiarazione dei ragazzi di essere minori, che andrà certo valutata per via giudiziaria secondo quanto prevede la normativa, il Comune avrebbe potuto prendere in carico i ragazzi, proprio in quanto minori, e assisterli mentre adesso le organizzazioni di volontariato li hanno sistemati alla meno peggio, grazie alla disponibilità di alcune case di accoglienza. Non serve agitare la retorica dell’accoglienza questa va agita anche nell’interesse della sicurezza della comunità. Non servono logiche securitarie ma il pragmatismo di comprendere che, messi al confine, quei ragazzi sarebbero semplicemente diventati irregolari, finendo magari per strada e nell’impossibilità di attraversare la frontiera perché privi di documenti”, prosegue il partito.

“Le istituzioni non riusciranno ad affrontare queste questioni complesse ne’ con un proclamato buonismo ne’ con un ostentato cattivismo: occorre invece una forte collaborazione tra gli organi periferici dello Stato, le autonomie locali e i soggetti dell’associazionismo e del volontariato. Non serve populismo, ne’ con un segno ne’ con il segno opposto, ma un’azione di governo locale che affronti con serietà queste questioni che ci siamo sentiti di porre a conclusione di una campagna elettorale urlata e a tratti violenta per riportare l’attenzione su valori di fondo, che attengono ai diritti umani, che non posso essere espulsi dal dibattito di una città che deve immaginare il suo presente e costruire il suo futuro” conclude.

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