Mafia, duro colpo ai Casamonica tra Roma e Reggio Calabria: i dettagli
Le indagini dei carabinieri che hanno portato agli arresti nel clan Casamonica hanno fatto emergere legami tra il gruppo e la ndrangheta. Le manette sono scattate anche per un calabrese di San Luca affiliato alla nota famiglia mafiosa degli Strangio, operante nella locride che rappresentava uno dei canali di rifornimento della cocaina per il clan. La droga veniva poi rivenduta nelle piazze di spaccio di cui i Casamonica avevano il controllo in particolare alla periferia sud est della città.
Una ‘associazione mafiosa autoctona’ strutturata su piu’ gruppi criminali, prevalentamente a connotazione familiare, dotati di una propria autonomia decisionale e dediti a vari reati tra cui spaccio di droga, usura ed estorsioni. E’ quanto accertato dagli inquirenti nel corso delle indagini sul ‘clan Casamonica’ che hanno portato all’arresto di 31 persone. “E’ un momento significativo dell’azione contro la criminalita’ organizzata sul territorio romano” ha sottolineato il procuratore aggiunto della Dda di Roma Michele Prestipino, durante una conferenza stampa. Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Frascati sotto la direzione della DDA di Roma, sono scattate nell’estate 2015 prima dei funerali show alla periferia di Roma di “Zio Vittorio”, componente della famiglia Casamonica.
Non avevano bisogno di usare la violenza, bastava il solo nome della famiglia Casamonicaper farsi rispettare. E’ quanto emerso nel corso delle indagini che hanno colpito il ‘clan Casamonica’ con 31 arresti. “Un gruppo molto forte anche per il marchio di origine particolarmente significativo sul territorio romano” ha sottolineato il procuratore aggiunto della DDA di Roma, Michele Prestipino. A quanto ricostruito, le vittime non denunciavano sia per timori di ritorsioni, ma anche perche’ pagare il ‘clan’ Casamonica rappresentava una sorta di ‘assicurazione a vita’. Tra le vittime di usura del gruppo anche uno dei figli di Franco Zeffirelli.
Ecco i nomi dei due calabresi coinvolti:
- Spataro Stefano – Nato a Rossano nel 1989
- Strangio Domenico – Nato a Locri nel 1994
Le manette sono scattate anche per un calabrese di San Luca affiliato ad una nota famiglia mafiosa operante nella locride che rappresentava uno dei canali di rifornimento della cocaina per i Casamonica della zona di Porta Furba a Roma. Fra gli arrestati anche appartenenti ai cugini Spada, alcuni dei quali abitanti in vicolo di Porta Furba, tra cui anche il pugile, ex campione italiano, Domenico Spada, detto “Vulcano”. Contestualmente alle misure cautelari è in atto il sequestro di diversi beni, tra cui una palestra a Marino (Rm) riconducibile a “Vulcano”, un ristorante alle spalle del Pantheon, un centro estetico ed una discoteca a Testaccio, oltre a numerosi conti correnti ed autovetture nella disponibilità degli indagati. Nello stesso contesto si sta procedendo anche al sequestro di diversi alloggi popolari dislocati a Roma e provincia, attualmente occupati irregolarmente da alcuni degli indagati. E’ stato accertato come, da oltre 10 anni, uno di essi sia stato usurpato con violenza e minaccia armata al legittimo possessore, oggi ultrasettantenne, costretto a vivere per strada. Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti e sequestrati vari conti correnti, circa 50.000 euro in contanti, 20 autovetture, decine di orologi di lusso e numerosi appunti manoscritti utili al proseguo delle indagini.
Sequestrati famosi locali del centro di Roma
Sequestrati anche locali nel centro di Roma nell’ambito della maxi operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Roma contro il ‘clan Casamonica’. Tra questi una discoteca a Testaccio e un ristorante in zona Pantheon. Ancora in corso il conteggio definitivo del valore dei beni interessati. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati 50 mila euro in contanti, conti correnti, 20 automobili, decine di orologi di lusso. E poi quattro case popolari, occupate abusivamente dopo essere state sottratte ai legittimi assegnatari come restituzione di debiti contratti con la famiglia. Sigilli anche alla palestra di Domenico Spada, detto Vulcano, pugile professionista finito in carcere nell’ambito dell’operazione, una villa in zona Porta Porta Furba, una casa nel quartiere Infernetto e un centro estetico in zona Tuscolana.