Reggio Calabria, operazione “De Bello Gallico”: individuato il killer dell’omicidio di Fortunata Fortugno, il vero obiettivo era Demetrio Logiudice [NOMI, VIDEO e DETTAGLI]

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Reggio Calabria, operazione “De Bello Gallico”: fatta luce sull’omicidio di Fortunata Fortugno, uccisa con un colpo di pistola alla testa

È in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di 4 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di omicidio e tentato omicidio pluriaggravati, associazione mafiosa, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco clandestine, danneggiamento aggravato mediante esplosione di colpi di arma da fuoco, furto e detenzione illegale di segni distintivi e oggetti in uso ai Corpi di Polizia, tutti aggravati dalla metodologia mafiosa. Eseguite anche numerose perquisizioni domiciliari e locali. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.00 presso la Sala Convegni della Questura di Reggio Calabria.

Operazione “De Bello Gallico”: fatta luce sull’omicidio della donna uccisa in macchina a Gallico nel mese di marzo

De Bello Gallico” è il nome dato all’operazione nel corso della quale, durante la notte, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura reggina hanno eseguito 4 fermi di indiziato di delitto. L’indagine della Polizia di Stato di Reggio Calabria ha consentito di individuare l’esecutore materiale dell’omicidio di FORTUGNO Fortunata, la donna che fu uccisa con un colpo di pistola alla testa la sera del 16 marzo mentre era appartata con LOGIUDICE Demetrio, che rimase ferito ad una spalla, a bordo di un’autovettura, in uno spazio a ridosso del torrente Gallico.

Operazione “De Bello Gallico”: il vero obiettivo del killer era Demetrio Logiudice

Demetrio Logiudice

L’inchiesta “De Bello Gallico” della Direzione Distrettuale Antimafia e della Polizia di Stato di Reggio Calabria dimostra che il vero obiettivo del killer, che entrò in azione la sera del 16 marzo scorso sul torrente Gallico, non era la donna assassinata ma l’uomo che stava con lei in macchina, LOGIUDICE Demetrio, ritenuto vicino agli ambienti della potente clan TEGANO che opera nella zona nord della città di Reggio Calabria, coinvolto in operazioni antimafia che in passato hanno colpito la suddetta cosca della ‘ndrangheta reggina.

Esaminate le immagini di settanta impianti di videosorveglianza pubblica e privata. Ricostruite le fasi dell’agguato

C’è voluto un faticoso lavoro di estrapolazione, studio e analisi delle immagini di una settantina di impianti di videosorveglianza pubblica e privata, prima che gli investigatori della sezione omicidi della Squadra Mobile di Reggio Calabria arrivassero ad individuare la macchina che il killer aveva utilizzato per raggiungere il luogo in cui si erano appartati i due amanti, effettuare un primo sopralluogo e successivamente porre in essere l’agguato in cui fu uccisa freddamente la donna e fu ferito gravemente l’uomo. Centinaia di ore di filmati passati sotto lente hanno permesso agli investigatori della Polizia di Stato di ricostruire le fasi dell’appuntamento delle vittime, del sopralluogo, dell’agguato e della fuga del killer, nonché della corsa verso l’ospedale del ferito a bordo della macchina, con la donna colpita a morte.

Fermato Paolo CHINDEMI. Il padre Pasquale era stato ucciso tre mesi prima a Gallico. Determinanti le intercettazioni ambientali

Attraverso il confronto di moltissimi filmati estrapolati dai diversi impianti di video sorveglianza, i poliziotti della Squadra Mobile sono riusciti ad individuare l’Audi A3 Sportback utilizzata dal sicario la sera del 16 marzo per compiere l’agguato nei confronti di LOGIUDICE Demetrio. Tutti gli accertamenti effettuati al riguardo, hanno dimostrato che la macchina veniva utilizzata esclusivamente da CHINDEMI Paolo, ventottenne di Gallico. Le intercettazioni ambientali disposte dalla D.D.A. di Reggio Calabria, hanno consentito di raccogliere ulteriori e pregnanti elementi che, in combinazione con i dati acquisiti dagli impianti di video sorveglianza, con riferimento al mezzo utilizzato dal killer per compiere l’agguato, andavano a comporre un quadro indiziario grave, preciso e concordante a carico di CHINDEMI Paolo, quale esecutore materiale dell’efferato delitto, che è stato fermato questa notte dai poliziotti della Sezione omicidi della Squadra Mobile di Reggio Calabria. Paolo CHINDEMI è figlio di Pasquale, assassinato tre mesi prima a Gallico nel corso di un agguato.

Individuata consorteria di ‘ndrangheta operante sul territorio di Gallico. Fatta luce su grave atto intimidatorio

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Nell’ambito dell’inchiesta “De Bello Gallico”, coordinata dalla D.D.A. di Reggio Calabria, gli investigatori della Squadra Mobile hanno ricostruito l’assetto organizzativo ed operativo di un emergente gruppo mafioso, aderente alla ‘ndrangheta, dedito alla consumazione di reati contro la persona e il patrimonio, composto da CHINDEMI Paolo, esecutore materiale dell’omicidio di FORTUGNO Fortunata e del tentato omicidio di LOGIUDICE Demetrio, dallo zio CHINDEMI Mario classe 1968, da PELLEGRINO Santo classe 1986 e BILARDI Ettore Corrado detto “Pietro” classe 1952, tutti sottoposti a fermo di indiziato di delitto per associazione mafiosa. Le intercettazioni ambientali hanno dimostrato che lo scopo fondamentale del sodalizio era quello di affermare a Gallico la propria leadership criminale conquistando spazi sempre più ampi con l’uso delle armi nelle azioni volte ad assumere il controllo delle attività estorsive in danno di imprenditori e commercianti del luogo e ad eliminare esponenti delle fazioni contrapposte. Ad alcuni componenti del gruppo mafioso è contestato un atto intimidatorio perpetrato a Gallico lo scorso 22 maggio, mediante l’esplosione di alcuni colpi di fucile contro le serrande di due garage di un condominio di cinque piani.

Individuata base logistica del gruppo di fuoco. Sequestrate armi, un giubbotto antiproiettile e materiale di equipaggiamento delle Forze di Polizia. Sequestrati anche motoveicoli rubati per compiere azioni delittuose

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

L’intenso monitoraggio dei soggetti indagati, disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha permesso agli investigatori della Squadra Mobile di scoprire, alcuni giorni addietro, durante un servizio di perlustrazione notturna, in alcuni luoghi periferici di Gallico superiore, la base logistica del sodalizio, composta da un’esistente struttura in muratura, all’interno della quale i poliziotti reggini hanno rinvenuto e sequestrato una pistola semiautomatica calibro 7.65 mm, marca “J.P. Sauer&SohnSuhl”, modello “1913”, con matricola, completa di caricatore e 10 cartucce marca “G.F.L.” dello stesso calibro; un revolver, con tamburo a 6 camere di cartuccia, calibro 38 SP, privo di marca e matricola, completa di 6 cartucce marca “G.F.L.” dello stesso calibro; quattro casacche [c.d. fratini o pettorine] in tessuto di colore blu, riportante su entrambi i lati la dicitura “DIA Direzione Investigativa Antimafia”; un giubbotto antiproiettile di colore blue, privo di qualsiasi contrassegno identificativo; tre passamontagna tipo “mefisto” e una batteria 12V 7Ah marca “YAMADA” alla quale era applicato, con nastro adesivo isolante, un ricevitore marca “ATECNICA” mod. D Multi 2 CH. Nel corso di precedenti perquisizioni, gli operatori della Squadra Mobile, avevano individuato e sequestrato anche alcuni motoveicoli che gli indagati – costituendo un gruppo di fuoco – avevano rubato per compiere azioni delittuose.

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