Reggio Calabria, la notizie del cartone utilizzato al posto del gesso al Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti ha fatto talmente tanto scalpore da suscitare reazioni deliranti in città. Cerchiamo di fare chiarezza sulla notizia, sulle ipotesi che si sia trattato di una “bufala”, sulle competenze, sulle idiozie e sul ruolo del Sindaco Falcomatà che dopo oltre 48 ore continua a rimanere in silenzio
Siamo circondati da idioti. Idioti ignoranti e presuntuosi che pretendono di commentare le notizie senza neanche leggerle, senza neanche approfondirle, facendosi un’idea tutta propria dei fatti da un titolo di poche parole o fermandosi su posizioni dettate esclusivamente dalle proprie convinzioni. E così passiamo dalla notizia del cartone utilizzato al posto del gesso in Ospedale che scatena la rabbia sociale “perché a Reggio i medici fanno tutti skifo, siamo davvero indinniatii, la sanità se la sono mangiata quelli della kasta, è tutto un gombloddo contro noi poveri cittadini sudditi, ci trattano come skiavi, famo la rivoluzzzioneee, dov’eravamo rimasti con l’impicmentttt” a quelli invece che devono difendere a tutti i costi il Sindaco e il Pd perchè “è sicuramente una bufala, non è immaginabile una cosa del genere, e comunque la Sanità non è di competenza di Falcomatà quindi il Sindaco non c’entra niente, è di competenza Regionale ma non c’entra niente neanche Oliverio (che è dello stesso Pd di Falcomatà) perchè la sanità calabrese è commissariata quindi gestita dallo Stato (dove lo stesso Pd di Oliverio e Falcomatà ha governato e gestito il Ministero della Sanità per 7 anni fino a due mesi fa). Insomma, non è vero niente e comunque non è colpa di nessuno“. Ah, notare bene: questi ultimi condividono l’articolo del Sole 24 Ore, l’unico a etichettare la vicenda come “bufala“, come se fosse la verità assoluta (loro stessi che con ogni probabilità il Sole 24 Ore non l’hanno mai comprato una sola volta in tutta la loro vita).
Insomma, si passa da un estremo all’altro. Posizioni entrambe folli, deliranti, partigiane, ignoranti, dettate esclusivamente da pregiudizi, dalle proprie convinzioni e nella totale mancanza di capacità critica sull’analisi dei fatti.
Cerchiamo di fare chiarezza e andiamo con ordine con alcuni fatti e alcune considerazioni:
- la notizia che al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Reggio Calabria nei giorni scorsi ci siano stati almeno 2 pazienti “ingessati” con scotch e cartone è reale, e le foto che stanno circolando da giorni su tutta la stampa nazionale sono reali. Lo hanno confermato i dirigenti dell’Ospedale.
- la notizia è stata pubblicata in esclusiva dal Corriere della Calabria, e da lì l’hanno ripresa tutte le altre testate giornalistiche (compreso StrettoWeb) fino a Repubblica, Corriere della Sera, Il Giornale, La Stampa, il Tg1, il Tg2, il Tg5, Sky Tg 24, Rtl e persino alcuni media internazionali.
- la deduzione del lettore medio e ignorante che “all’Ospedale di Reggio Calabria non c’è gesso e ingessano tutti con il cartone” è ovviamente falsa, ma nessuno l’ha scritta. E’ soltanto una deduzione del popolo dei leoni da tastiera. I pecoroni dei social. La bufala, quindi, non è la notizia ma ciò che la gente ne deduce, in base al proprio livello di bassezza culturale.
- non è chiaro come e perché quelle due persone siano finite “ingessate” con scotch e cartone al pronto soccorso. Il Ministero della Sanità, la Regione Calabria e l’Azienda Ospedaliera hanno aperto un’inchiesta interna per fare chiarezza. Qualcosa di anomalo, quindi, è successo.
- I dirigenti dell’Ospedale hanno già spiegato che uno dei due pazienti è arrivato al Pronto Soccorso in quelle condizioni, perché ingessato col cartone in modo fai-da-te sul posto dell’incidente che aveva avuto, e che dopo le valutazioni dell’ortopedico di turno, al Pronto Soccorso gli veniva rimosso il cartone e applicata l’apposita ingessatura.
- Nel caso di un altro paziente, la stessa dirigenza dell’Ospedale ammette di aver provveduto ad una “immobilizzazione provvisoria di “cartone” e radiotrasparente per esigenze radiografiche, e successivamente alle radiografie effettuava consulenza ortopedica nell’ambito della quale veniva rimosso l’immobilizzazione provvisoria di “cartone” e veniva applicata valva gessata di posizione”. L’ha affermato il Direttore Generale dell’Ospedale Frank Benedetto in un comunicato ufficiale. Altro che fake news!
- La notizia, quindi, non è una bufala. Ma è certamente stata presentata in modo scorretto e probabilmente gonfiato. Ci ha rimesso Reggio Calabria, infangata per l’ennesima volta su tutta la stampa nazionale, in modo gratuito e ingiusto. Perchè bisogna anche andare oltre la notizia in se’. Con tutti i problemi che ci sono a Reggio e in Ospedale, è così grave che uno o due pazienti vengano provvisoriamente spostati in radiologia con del cartone prima di essere effettivamente ingessati come poi è accaduto? Due piani più sopra ci sono decine di partorienti che per dare luce ai propri bambini devono farlo in un vero e proprio inferno: forse sarebbe più serio soffermarsi su quello. I problemi degli Ospedali Riuniti e in generale della Sanità reggina, calabrese, meridionale e nazionale sono noti da tempo. E’ vero che questa storia del cartone è “soltanto la punta di un iceberg“, un iceberg di cui noi che siamo occupati sul territorio ogni giorno ci occupiamo quotidianamente dal disastro dell’ASP al dramma di Ginecologia. Reggio Calabria è una città in cui ormai non si può neanche partorire, e le inchieste e gli approfondimenti che StrettoWeb ha realizzato sul dramma della sanità reggina non sono certo una novità di oggi. Lungi da noi, quindi, difendere a spada tratta la classe dirigente della sanità reggina. Ma nel caso specifico, riteniamo che non sia un cartone utilizzato in modo provvisorio a determinare i guai dell’Ospedale. I medici – in questo caso specifico – hanno lavorato bene, ogni giorno all’Ospedale di Reggio Calabria vengono ingessate correttamente decine di persone con fratture agli arti, fortunatamente il gesso e le garze non mancano e quello che è successo è stato in parte già chiarito, e in parte lo sarà con l’inchiesta avviata da Ministero, Regione e Azienda Ospedaliera. Non si tratta di una bufala, ma non è giusto infangare una città senza motivo. Sarebbe stato più opportuno approfondire meglio la notizia, e ci rivolgiamo soprattutto a quei lettori superficiali che si fermano al titolo e che senza spirito critico imboccano ad ogni fesseria.
Passiamo adesso ad un altro tema scottante: il ruolo del Sindaco Falcomatà. I (pochi, e sempre meno) fan del Sindaco di Reggio Calabria si stanno sgolando per difenderlo nel ribadire che “la sanità non è di sua competenza“. Però quando deve andare in Ospedale a fare qualche passerella, tagliare nastri, è sempre in prima fila… Eppure a livello formale e costituzionale, il Sindaco è la prima “Autorità sanitaria locale“: quindi Falcomatà di competenze sulla sanità ne ha eccome, come ogni Sindaco d’Italia. Forse i suoi tifosi sostengono che non sia di sua competenza neanche il mare sporco, gli alberi che cadono, le strade piene di buche, la sporcizia delle strade, l’immobilismo del Comune. Sarà che l’unica competenza del Sindaco è il sorgere del sole ogni mattina, per cui indubbiamente Falcomatà ha grandi meriti, l’inaugurazione di qualche evento e la pubblicazione di selfie su facebook. Come taglia nastri e scatta selfie Falcomatà, obiettivamente, non c’è nessun altro Sindaco al mondo. E in questo è senza ombra di dubbio bravissimo. Su tutto il resto la competenza è “delle amministrazioni precedenti“: vuoi vedere che sarà stato Scopelliti a portare al Pronto Soccorso i cartoni da usare al posto del gesso?
Ma sul rapporto tra Falcomatà e gli Ospedali Riuniti non bisogna dimenticare il caso della sorella del Sindaco che è indagata in una maxi inchiesta che coinvolge medici, politici e amministratori relativamente al concorso di aiuto-primario del reparto di Dermatologia vinto proprio da Valeria Falcomatà. I fatti, relativi al 2009, sono conditi da accuse molto gravi, tanto che il Procuratore aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria Gaetano Paci ha chiesto condanne pesantissime: 4 anni e mezzo di carcere per Naccari Carlizzi, due anni e mezzo per Valeria Falcomatà. La sentenza, inizialmente attesa per giugno, è stata rinviata al prossimo autunno. Ma anche su questo il primo cittadino preferisce tacere.
* A parziale rettifica di quanto pubblicato, riportiamo i rilievi dell’avvocato Giuseppe Mazzetti, difensore di Valeria Falcomatà, il quale ha spiegato a StrettoWeb che sull’intercettazione della propria assistita “una prima consulenza peritale disposta dall’Ufficio di Procura (in fase di indagine preliminare) ed una seconda, disposta dal Tribunale (fase dibattimentale), hanno pacificamente riscontrato che la frase in questione fosse da trascriversi nei seguenti termini : “io gli ho detto: il posto è uno…poi forse due”“.
Inoltre sul tema dell’indagine, l’avvocato evidenzia “come lo stesso Ufficio di Procura abbia chiesto ed ottenuto dal G.I.P. l’archiviazione per tutti gli aspetti corruttivi riferiti all’espletamento del concorso, con ordinanza, emessa in data 12.09.2017, dalla quale si evince chiaramente la regolarità dello svolgimento del concorso non essendo state ravvisate ”concrete condotte di ausilio da parte dei membri della Commissione in favore della Falcomatà”.