La resa di Falcomatà, il comune paralizzato e le “colpe di chi c’era prima”: Beniamino Scarfone inchioda il Sindaco, “e se gli ispettori tornassero oggi che bilancio troverebbero”?

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Reggio Calabria, Falcomatà si dice “geneticamente diverso” ma il problema è di sistema. L’intervento di Beniamino Scarfone

Le sentenze vanno appellate, mai commentate. Quelle della Suprema Corte, in caso di pene espiate, vanno accettate con rispetto, in ogni parte e per tutte le parti coinvolte, sebbene la verità processuale non necessariamente corrisponda alla verità in senso assoluto. Nonostante la premessa, non è mia intenzione commentare la caduta di stile del Sindaco Falcomatà (che obiettivamente non mi sarei mai aspettato) ma, allo stesso tempo, non posso non evidenziare che quanto da lui affermato in Consiglio Comunale possa, nelle migliori delle ipotesi, configurarsi come una ’boutade’ degna del film “Amici miei”. Affermare che il Comune di Reggio Calabria è ingessato e paralizzato a causa di una contabilizzazione illegittima e di irregolarità nei bilanci di 10 anni fà pone, di fatto, un sigillo al fallimento politico ed amministrativo del primo cittadino“. Lo dichiara, in una nota, Beniamino Scarfone, noto esperto di contabilità pubblica e già consigliere comunale di Reggio Calabria.

Beniamino Scarfone

Proprio colui che, nelle attese di tanti reggini, avrebbe dovuto rappresentare la così tanto sbandierata ‘svolta’. Una sorta di ‘reset’ (ne ha fatto anche una lista elettorale!!) dopo il periodo dell’ingiusto commissariamento che Reggio ha subito nel 2012. Ma ecco che, a distanza di quasi 4 anni di governo, il Sindaco ci fornisce dati e numeri per annunciare che il “suo” bilancio è negativo. Durante l’amministrazione Arena prima e poi con i commissari il disavanzo, tanto evocato dalla sinistra reggina, si era fortemente ridotto arrivando a soli 87 milioni di euro. Ed allora il “grande peso” dei 241 milioni odierni che Falcomatà ci consegna come si concilia con i dati del 2014, cioè con l’inizio della sua sindacatura? Quanta strada (numericamente parlando) intercorre tra 87 e 241, se durante il cammino sono stati lasciati indietro progetti importanti, se si perdono finanziamenti, se le aliquote sono altissime, se siamo circondati da degrado, se i servizi sono inesistenti, se di opere pubbliche non ne vediamo nemmeno l’ombra, se l’ordinaria amministrazione non esiste? Sarebbe interessante chiederlo a chi si occupa di controllo nella contabilità degli Enti. E chissà che risposta potrebbero fornirci gli stessi ispettori del MEF se prendessero visione, oggi, gli elenchi dei residui attivi e passivi per i bilanci 2016 e 2017. Come si sposano perciò le affermazioni del Sindaco con le (non) scelte compiute nel corso del suo mandato? Sicuramente amministrare un Comune non è semplice in tempi in cui lo Stato centrale è il primo ad essere in difficoltà. Però anche questi disagi di natura nazionale andrebbero contestualizzati. Falcomatà, infatti, a differenza di altri, in questi anni ha potuto contare sulla Città Metropolitana e su una filiera istituzionale di partito che non ha precedenti storici“.

Credo nella democrazia e nell’alternanza – conclude ScarfoneNon credo, però, nell’utilizzo della Giustizia per fini politici, a maggior ragione se questa diviene strumento ed alibi per mancanze ed insufficienze. Se i risultati sono impietosi non può sicuramente essere colpa di chi non governa più da 8 anni: quando i reggini saranno chiamati ad esprimersi sapranno sicuramente, è il caso di dirlo, tirare le somme“.

La resa di Falcomatà, il Sindaco capitola dopo 4 anni: “questo Comune è ingessato, paralizzato, per colpa di chi c’era prima”. Ma allora perché vuole ricandidarsi nel 2019?

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