Reggio Calabria, le donne arrestate “inserite nei meccanismi della ‘Ndrangheta”

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Reggio Calabria, le tre donne, secondo i militari, “hanno apportato con le loro condotte un contributo sostanziale al perseguimento dei fini illeciti dell’articolazione mafiosa”

Tra le sette persone arrestate a Rosarno dai carabinieri in aggiunta a quella gia’ interessate dai fermi del 9 luglio ci sono tre donne, Anna Maria e Antonietta Virgiglio e Marilena Grasso, di 56, 58 e 32 anni, “tutte legate – riferiscono i carabinieri – da vincoli parentali strettissimi con i vertici della cosca Cacciola-Grasso“. Le tre donne, secondo i militari, “hanno apportato con le loro condotte un contributo sostanziale al perseguimento dei fini illeciti dell’articolazione mafiosa. Hanno dimostrato di essere pienamente inserite nei meccanismi illeciti dell’organizzazione, con il compito di assistere gli affiliati nella detenzione e nel porto delle armi della consorteria, di favorire i contatti fra affiliati (le cosiddette ‘ambasciate’), anche nei confronti di quelli detenuti, in generale cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso. Alle donne era altresi’ riservata la gestione delle iniziative imprenditoriali attraverso le quali la consorteria criminale ‘ripuliva’ le consistenti somme di provenienza illecita. Gli esercizi commerciali, avviati al solo scopo di riciclare il denaro ricavato essenzialmente dal narcotraffico, sono stati sottoposti a sequestro preventivo contestualmente all’esecuzione dei fermi di indiziato di delitto e vengono gestiti attualmente in regime di amministrazione giudiziaria“. Intanto, secondo quanto si apprende, la criminologa Angela Tibullo e’ stata arrestata dai carabinieri a Marino, in provincia di Roma.

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