Reggio Calabria, le donne-manager della ‘Ndrangheta gestivano gli affari “puliti” dei clan

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Reggio Calabria: dall’operazione di questa mattina che ha portato all’esecuzione di 45 misure cautelari a carico di esponenti dei clan Grasso-Cacciola di Rosarno, è emerso il ruolo particolare svolto da tre persone

Donne di ‘Ndrangheta, incaricate di riallacciare i nodi dei clan, tranciati dagli arresti effettuati dalle forze di polizia, ma anche manager in grado di gestire gli affari delle “famiglie” dietro il paravento di attivita’ legali. Emerge il ruolo particolare svolto da tre persone dall’operazione dei Carabinieri che stamane ha portato all’esecuzione di 45 misure cautelari a carico di esponenti dei clan Grasso-Cacciola di Rosarno (Rc). Sono Anna Maria Virgiglio, 56 anni, Antonietta Virgiglio, 58 anni, e Marilena Grasso di 32, tutte legate da vincoli parentali strettissimi con i vertici della cosca. Avrebbero apportato un contributo sostanziale al perseguimento dei fini illeciti dei due clan essendo pienamente inserite nei meccanismi illeciti dell’organizzazione, con il compito di assistere gli affiliati nella detenzione e nel porto delle armi, di favorire i contatti fra affiliati portando le loro “ambasciate” anche ai detenuti. Ma, soprattutto, era riservata loro la gestione delle iniziative imprenditoriali attraverso le quali la consorteria criminale “ripuliva” le consistenti somme di denaro di provenienza illecita. Gli esercizi commerciali avviati al solo scopo di riciclare il denaro ricavato essenzialmente dal narcotraffico erano stati sottoposti a sequestro preventivo contestualmente all’applicazione dei fermi gia’ eseguiti nel luglio scorso e, attualmente, vengono gestiti in regime di amministrazione giudiziaria. Le persone gia’ fermate erano 32. Per altre 7, non coinvolte nella rima operazione, sono state emesse misure cautelari, in carcere o ai domiciliari, eseguite stamane.

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