Modello Riace, Cgil: “In atto un preciso attacco politico”

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Il segretario della Cgil Reggio Calabria-Locri su quanto sta accadendo in queste ore a Riace: “il definanziamento fa parte di una precisa strategia politica tesa a demonizzare un modello di accoglienza”

Il segretario della Camera del Lavoro di Reggio Calabria – Locri Gregorio Pititto esprime la propria solidarietà al sindaco Mimmo Lucano che da due giorni sta attuando lo sciopero della fame in segno di protesta contro la mancata erogazione di fondi nazionali per progetti di accoglienza e integrazione, che insistono sul territorio del Comune di Riace.

La CGIL di Reggio – Locri – afferma Pititto – non ha mai esternato alcun giudizio sull’apertura dell’inchiesta da parte della Procura in merito alla gestione dello Sprar, ma sin dall’inizio ha riposto fiducia nell’operato del sindaco Mimmo Lucano, guida di una comunità simbolo in tutto il mondo di accoglienza e di straordinaria dedizione nei confronti degli ultimi. L’auspicio era che la giustizia facesse velocemente il proprio corso affinché lo slancio innovativo del visionario sindaco di Riace, all’insegna del pieno rispetto dei diritti fondamentali e della dignità degli stranieri, potesse proseguire ed  essere occasione di crescita sociale, etica ed economica per l’intera collettività. Eppure, nonostante sia stato stabilito che tutti i conti dei progetti di accoglienza sono in ordine, la Prefettura ha smesso di trasferire i fondi necessari a mandare avanti le azioni in corso, senza i quali – nonostante il lodevole sostegno finanziario della Regione Calabria –  quei programmi di inclusione durevole che hanno rivitalizzato l’economia di una comunità minacciata dallo spopolamento, si arresteranno, facendo finire per strada 165 rifugiati e 80 operatori (i quali già da mesi non percepiscono più stipendio). A questo punto è lecito ipotizzare – prosegue il segretario–  che il definanziamento faccia parte di una precisa strategia politica tesa a demonizzare un modello di accoglienza, che contraddice con fatti e risultati riconosciuti a livello internazionale le quotidiane prediche di certa politica. Perché ciò che è divenuto realtà a Riace grazie alla intuizione e alla tenacia di un uomo e di una intera cittadinanza rappresenta una vera e propria minaccia per chi non fa che ripetere a prescindere che l’Italia è in pericolo per la presenza dei migranti, per chi accresce un immotivato senso di paura che recentemente è anche sfociato in episodi di intolleranza e violenza. Nel comune della Locride l’integrazione si è compiuta, esiste e non servono i numeri per certificarla, perché si legge nei volti sereni di coloro che hanno fatto di Riace la propria casa e di coloro che hanno abbracciato gli stranieri interpretando l’accoglienza come una opportunità. E’ quel senso di umanità e di solidarietà che la Cgil difende e promuove, un tesoro che il nostro Paese non può permettersi di disperdere ma che piuttosto deve esportare e alimentare, contestualizzandolo a seconda delle esperienze di accoglienza e integrazione da attuare e migliorare”.

 

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