Maltempo, strage in Calabria: “tragedia immane, erano 4 persone perbene”. Proclamato il lutto cittadino
Il maltempo non sta dando tregua alla Calabria, provocando anche 4 morti a Crotone. Il sindaco ha convocato una giunta straordinaria, per esprimere il cordoglio cittadino per la grave sciagura. E’ stato anche proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali delle vittime. “Una tragedia immane. Provo – ha affermato il Sindaco Pugliese – un dolore profondo. Piango la morte di quattro persone. Sono sconvolto, addolorato e con me tutta la comunita’ cittadina. La tragedia si e’ consumata nella proprieta’ del dott. Massimo Marrelli che aveva come missione il lavoro, era il suo impegno quotidiano, era la sua vita ma aveva anche una visione ampia di comunita’ e di socialita’. C’e’ spazio solo per il dolore per le vittime, il cordoglio per le famiglie, la vicinanza alle tante persone che fanno parte del Gruppo Marrelli. Esprimo il cordoglio piu’ sentito per la scomparsa di Massimo, Santo, Luigi e Mario”. “Quattro persone perbene. E poi l’imprenditore Marrelli ha aiutato tante persone, ha dato lavoro e sostegno a tantissime famiglie”. Dolore, commozione e rabbia a Crotone, citta’ dove sono state portate le salme delle quattro vittime di questa notte ad Isola Capo Rizzuto, Massimo Marrelli, 59 anni, noto imprenditore nel settore della sanita’ ed in quello agricolo ed anche editore di Esperia Tv, Santo Bruno, 53 anni, muratore di Isola Capo Rizzuto, Luigi Ennio Colacino, 45 anni bracciante agricolo di Cutro, Mario Cristofaro, 49 anni, manovale di Crotone. All’obitorio dell’ospedale e nel Marrelli Hospital, dove e’ stata allestita la camera ardente dell’obitorio, c’e’ un continuo via vai di gente che vuole dare l’ultimo saluto alle vittime e portare sostegno ai familiari. Quasi tutti in lacrime, il volto provato, e con poca voglia di parlare. “Una tragedia assurda – sottolinea uno dei tanti dipendenti del gruppo Marrelli – noi da anni lavoriamo om impegno e passione e senza mai guardare l’orologio, perche’ il nostro datore di lavoro e’, anzi purtroppo era, uno di noi, come noi. E’ ingiusto morire cosi’”.